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Pubblica Amministrazione: in stallo tra l’innovazione e la sfiducia

Una ricerca VMWare evidenzia alcuni problemi che stanno impedendo alla Pubblica Amministrazione di innovarsi e migliorare

La Pubblica Amministrazione ha un grande bisogno di innovarsi, rendere i propri processi più efficienti, veloci. Le nuove tecnologie sono di certo la via maestra per raggiungere quest’obiettivo. Ma c’è un problema alla base, l’opinione pubblica mostra un forte scetticismo nei confronti dell’utilizzo dei dati e di soluzioni tech.

Questa diffidenza crea un ostacolo al progresso. I cittadini sperimentano quotidianamente innovazioni in ambito retail, nell’assistenza sanitaria, nei servizi finanziari e in molti altri settori. Purtroppo si punta spesso il dito contro la Pubblica Amministrazione in quanto incapace di innovarsi. Il problema però è la riluttanza che si ha nell’affidare i propri dati affinché si possa dare il via a un vero cambiamento. C’è uno scontro tra la necessità del cittadino nel voler tutelare la propria privacy ed il bisogno delle istituzioni nell’accedere ai dati per modernizzare i propri sistemi.

I dati sono utili alla Pubblica Amministrazione

Molti governi europei hanno fatto dell’interoperabilità e della connessione dei dati una priorità assoluta. Recentemente, la Commissione Europea ha aperto la seconda serie di call per la raccogliere proposte per Europa Digitale. Un programma che prevede un investimento di oltre 249 milioni di euro in diversi settori: data space, infrastruttura blockchain europea, corsi di formazione per competenze digitali avanzate, soluzioni digitali per migliorare i servizi governativi. Ma non solo, anche progetti che sperimentano l’uso dell’intelligenza artificiale per combattere il crimine e strutture per la sperimentazione di questa tecnologia. Innovazioni straordinarie, in grado di cambiare la fruizione e il funzionamento della Pubblica Amministrazione.

Tutto questo è tuttavia mitigato dal desiderio dei Governi di mantenere i dati all’interno del Paese, o al massimo in Europa, e di non farli circolare al di fuori dei confini. Una posizione, questa, che potenzia ulteriormente la percezione dei cittadini alle conseguenze inaccettabili legate all’uso dei dati.

Poca fiducia nella cessione dei dati

Tuttavia, nonostante gli investimenti, l’interesse e la volontà del settore pubblico, la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione procede a rilento. Secondo la ricerca Digital Frontiers di VMware i consumatori non sono del tutto d’accordo nel condividere i dati necessari per alimentare il cambiamento. Il 61% dei consumatori (il 49 % in Italia) ha paura a condividere i propri dati personali per aiutare il settore pubblico e le aziende a progettare infrastrutture più intelligenti ed ecologiche, anche se questi dati vengono anonimizzati e aggregati.

Lo stimolo al cambiamento

Ciò che è certo è il bisogno di innovazione. La ricerca ha rivelato i passi significativi che la Pubblica Amministrazione e l’industria devono compiere per garantire che i consumatori siano pienamente d’accordo con il loro ruolo nella condivisione dei dati, per favorire le possibilità di un mondo digital-first. La maggioranza dei consumatori è preoccupata per la sicurezza delle proprie tracce digitali online e per il ruolo che la tecnologia svolge nella diffusione della disinformazione.

La costruzione della fiducia nella tecnologia si basa sull’aumento della comprensione del suo funzionamento per consentire alle persone di giudicare da sé l’affidabilità. Un buon esempio di come il progresso digitale nel settore pubblico stia funzionando è la connettività nelle aree rurali, una questione divenuta sempre più cruciale da quando la mobilità sociale è diventata un barometro economico importantissimo. In Italia il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) destina 6,7 miliardi di euro per i progetti che costituiscono la Strategia per la Banda Ultralarga, proposta graditissima dal 70% degli intervistati dalla ricerca VMware.

Dal miglioramento dell’assistenza sanitaria alla creazione di reti energetiche più efficaci, dalla riduzione dei costi dei servizi pubblici allo sviluppo di un ambiente più sostenibile per tutti, i dati possono essere una forza immensamente potente per il cambiamento.

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Martina Ferri

Sono laureata in filosofia, gattara, vegetariana e vesto sempre di nero. Ora che vi ho elencato i motivi per cui potrei sembrare noiosa, posso dirvi che amo la musica, i libri, la fotografia, la pizza, accamparmi in tenda vicino al main stage di qualche festival! Che dite, ho recuperato?

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