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Startup e crescita: come sviluppare un’idea basandosi sui dati

Al quarto appuntamento de L'Età Ibrida, Alessia Camera spiega come cambia il fare impresa

Il percorso de L’Età Ibrida arriva al suo quarto appuntamento, dedicato alle startup e a come la crescita basata sui dati sia il nuovo modo di fare impresa. Non solo per una crescita più dinamica ma anche per raggiungere degli obiettivi di sostenibilità a tutto campo. Per farlo ha iniziato con un intervento di Alessia Camera, Consulente di Growth & Product Marketing per PMI, startup e professionisti. Per poi chiudere con un dialogo che offre il punto di vista delle imprese.

Startup e la crescita basata sui dati: il quarto appuntamento de L’Età Ibrida

L’Età Ibrida, arrivato alla sua seconda edizione, vuole essere un percorso informativo e formativo sul nuovo mondo dell’impresa, in continua evoluzione. Soprattutto mettendo in dialogo i pionieri di questo nuovo tessuto economico, con temi che vanno dall’innovazione digitale alle tecnologie 4.0.

Questo quarto appuntamento ha visto la Paolo Iabichino, Direttore Creativo e Fondatore insieme a Ipsos Italia dell’Osservatorio Civic Brands, guidare la discussione. Con l’aiuto di Marisandra Lizzi, Founder di iPressLIVE e Mirandola Comunicazione. L’evento ha avuto inizio dall’interessante intervento di Alessia Camera. Che oltre a fare con successo la consulente, di recente ha scritto “Startup Marketing”, il suo primo libro dedicato alle strategie di marketing per startup edito da Hoepli. 

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Farsi guidare dati: la startup deve essere dinamica

Siamo spesso abituati a pensare alle startup semplicemente come “aziende in fieri”. Piccole realtà imprenditoriali che stanno cercando finanziamenti per poter trovare il proprio mercato. Ma Alessia Camera spiega che la differenza sostanziale con le aziende “classiche” non sta nella dimensione. La differenza è che le startup sono costruite partendo non da un prodotto ma da un’esigenza, un’idea.

Per usare le parole di Alessia Camera: “Una startup è l’insieme di tutti quegli strumenti innovativi in grado di aiutarci a sviluppare nuove idee in un processo di test e analisi dell’errore che sia davvero ricorsivo, infinito”. Questo significa che “L’obiettivo non è mai il prodotto in sé, ma piuttosto l’analisi di un pezzo di realtà”.

Una startup che funzioni quindi non propone un prodotto o un servizio sul mercato, chiedendo poi “a quelli del marketing” di trovare come venderlo. Invece parte da un’analisi attenta delle esigenze del target di riferimento. Si chiede come può aiutare a risolvere un problema che non ha ancora una soluzione. E poi lavora per trovarla.

Data questa natura, diventa fondamentale essere dinamici e portati al cambiamento. Perché le esigenze delle persone cambiano. Ma anche perché le risposte date non sempre sono abbastanza. Per questo Alessia Camera sottolinea l’importanza di basarsi sui test e riflettere sui dati reali. La struttura flessibile e leggera della startup permette di arrivare sul mercato con un prodotto aderente alle esigenze degli utenti. Ma senza dimenticare che il fulcro è la soluzione di un problema, non il prodotto in sé. Questa mentalità dona una flessibilità e una grande propensione al cambiamento, un grande vantaggio soprattutto quando si parla di digitale ed industria 4.0.

Se volete approfondire, trovate l’intervento di Alessia Camera in forma scritta a questo indirizzo.

Startup e sostenibilità ne L’Età Ibrida, il punto di vista delle imprese

Dopo l’intervento puntuale e ricco di spunti di Alessia Camera (che potete approfondire nel suo libro Startup Marketing), anche le imprese si sono messe in discussione. Lo hanno fatto con il dialogo guidato da Marisandra Lizzi e Alvise Biffi, membro di Giunta di Camera di commercio. Che segue in particolare il Tavolo Giovani, il progetto che vuole mettere al centro le giovani idee imprenditoriali più promettenti proposte.

Nella discussione, c’è stato un grande focus su Francesca Galanti di Dynamoenergies, una PMI innovativa fondata nel 2018. Che progetta e costruisce macchine energetiche brevettate, che possono produrre e accumulare energia multi-sorgente. Un’idea interessante per guidare al passaggio verso un mercato dell’energia libero e pulito.

La discussione ha messo in luce come l’innovazione tecnologica sia solo una parte, per quanto fondamentale, del dinamismo che serve alle imprese per diventare sostenibile e continuare a crescere. Un passaggio non sempre facile ma che può funzionare, specie se si mettono al centro idee solide e si sviluppa un piano preciso e realizzabile.

L’attenzione alla dimensione umana, oltre che tecnologica, dell’innovazione è la cifra di quest’evento. Che come il resto degli appuntamenti de L’Età Ibrida, vuole essere un’opportunità di dialogo su come il mondo del lavoro sta cambiando a tutto campo. Potete approfondire leggendo gli articoli di approfondimento su Medium de L’Età Ibrida a questo indirizzo.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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