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Motorola: non solo ThinkPhone per il settore B2B

BERLINO – Siamo al Waldor Astoria, elegantissimo hotel nel cuore di Berlino, ad un passo da uno degli zoo più famosi d’Europa.
Saliamo al primo piano e ci facciamo guidare in un’ampia stanza, costellata da prodotti Motorola, luci colorate ed espositori.
Di fronte a noi Sudhir Chanaga, Chief Strategy Officer dell’azienda, che in poco più di cinque minuti ci racconta l’ultima novità lanciata da Motorola: l’accesso a Windows 365 dal ThinkPhone.

Motorola THinkPhone Office365

In sostanza potete usare un cavo USB-C per collegate il ThinkPhone ad un monitor esterno e accedere ad una sessione di Windows che potete navigare con mouse e tastiera Bluetooth.
In pratica non avete bisogno di un computer: fate tutto con lo smartphone e un cavo. Tutto qui.
“Tutto qui” ovviamente si fa per dire. L’esperienza d’uso è molto fluida e in più, quando ricollegate il device, la sessione riprende proprio là dove l’avevate lasciata.

Il ThinkPhone di Motorola, inoltre, permette di associare l’iconico pulsante Red Key alla funzione Walkie Talkie di Microsoft Teams, così da facilitare la comunicazione con i vostri colleghi.

L’Europa è la nuova frontiera

Non siamo però del tutto sorpresi da queste novità.
In fondo da Motorola un po’ ce l’aspettiamo, anche se l’Europa non sembra essere stato un terreno fertile per l’azienda negli ultimi anni.
Chiediamo quindi a Chanaga perché c’è questa difficoltà, considerando che in Sud e Nord America le vendite sono decisamente più alte.

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Storicamente abbiamo sempre avuto una presenza piuttosto capillare in tutto il globo – ci racconta il Chief Strategy Officer di Motorola – Questo però era prima dell’acquisizione di Google (2011). All’epoca Motorola era ovunque. Poi nel corso del tempo abbiamo dovuto ristrutturarci, ripensare il nostro business per tornare ad essere una società profittevole. Abbiamo così deciso di focalizzarci su alcuni mercati che per noi erano già forti e remunerativi, ristrutturando la nostra presenza negli altri mercati. Nell’area EMEA, ad esempio, abbiamo deciso di abbandonare alcuni mercati e rivedere tutto. E da lì abbiamo iniziato a crescere. E ora siamo ancora piccoli ma abbiamo guadagnato quote, arrivando alla doppia cifra in alcuni Paesi. La Polonia ad esempio.”

Motorola THinkPhone

Tutto questo contando su un brand che è ancora molto forte.
Una forza che ha permesso all’azienda di ottenere un bel riscontro per i nuovi smartphone della serie Razr. In ambito B2B, invece, è arrivato il già citato ThinkPhone.

“Il nostro approccio al mondo B2B è, prima di tutto, di sfruttare i modelli già esistenti, creando delle edizioni più business. E questo significa maggior supporto software, soluzioni ad hoc per i clienti enterprise… Ma vogliamo anche sfruttare la sinergia con Lenovo.
E Lenovo ha il ThinkPad, le ThinkStation… Ed è un brand che implica fiducia, qualità e affidabilità. Quindi abbiamo voluto creare uno smartphone che racchiudesse tutti gli elementi. […] Ci siamo presi del tempo per idearlo. Ci siamo chiesti cosa dovessimo fare per fare in modo che meritasse di essere parte della famiglia “Think”.”

Nasce così un terminale focalizzato sulla sicurezza, con tanto di certificazione del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, un hardware che protegge i dati e una scocca resistente e durevole.
Un mix che è stato particolarmente apprezzato dai clienti fin dal lancio e che ora si arricchisce della partnership con Microsoft.

Motorola THinkPhone interview

Ce ne saranno altri in futuro o il ThinkPhone rimarrà unico per Motorola?
Abbiamo provato a chiederlo a Sudhir Chanaga ma non si è sbottonato.
Proviamo quindi ad incalzarlo chiedendo se ci sarà un pieghevole B2B visto il successo dei Razr.

Se ci pensi, vogliamo usare il nostro smartphone un po’ ovunque. Voglio portarlo in ufficio per essere produttivo. […] E poi, a fine giornata, vogliono usarlo per la mia vita privata. E i pieghevoli possono fare entrambe le cose.”

Insomma, perché non usare un flip phone anche in ufficio? Il segreto è realizzarne uno che strizzi l’occhio anche alla produttività, e Motorola è sulla buona strada.

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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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