Una nuova ricerca di Google Cloud rivela che la pandemia di COVID-19 potrebbe aver stimolato un aumento significativo dell’uso dell’intelligenza artificiale e di altri fattori abilitanti digitali nel manufacturing. Secondo i dati ottenuti dall’aver intervistato più di 1.000 dirigenti senior della produzione in sette paesi (Francia, Germania, Italia, Giappone, Corea, Regno Unito e Stati Uniti), il 76% si è rivolto a abilitatori digitali e tecnologie innovative a causa della pandemia, tra cui cloud e intelligenza artificiale (AI). E il 66% dei produttori che utilizzano l’intelligenza artificiale nelle loro operazioni quotidiane riferisce che è in aumento.
I tre principali sottosettori che utilizzano l’AI nelle operazioni quotidiane sono l’automotive/OEM (76%), i fornitori delle case automobilistiche (68%) e i macchinari pesanti (67%).
Perché i produttori ora si rivolgono in numero crescente all’IA? La ricerca mostra che le aziende che attualmente utilizzano l’intelligenza artificiale nelle operazioni quotidiane sono alla ricerca di assistenza per la continuità aziendale (38%), contribuendo a rendere i dipendenti più efficienti (38%) e per essere utili in generale a quest’ultimi (34%).
In termini di casi d’uso specifici dell’IA richiamati dalla ricerca, sono emerse due aree principali: il controllo della qualità e l’ottimizzazione della catena di approvvigionamento. Nella categoria del controllo qualità, il 39% dei produttori intervistati la utilizza per l’ispezione di qualità e il 35% per i controlli di qualità del prodotto e/o della linea di produzione.
Nella supply chain, i produttori hanno affermato di aver sfruttato l’intelligenza artificiale per la gestione della catena di approvvigionamento (36%), la gestione del rischio (36%) e quella dell’inventario (34%).
Ricerca Google Cloud: l‘uso dell’IA nel manufacturing cambia in base all’area geografica
Secondo la ricerca, la misura in cui l’intelligenza artificiale viene già utilizzata oggi varia notevolmente tra le aree geografiche. Mentre l’80% e il 79% dei produttori in Italia e Germania riferiscono rispettivamente di utilizzare l’intelligenza artificiale nelle operazioni quotidiane, tale percentuale precipita negli Stati Uniti (64%), Giappone (50%) e Corea (39%). Si è tentati di pensare che questa disparità è dovuta a un “divario di talenti dell’AI”.
Sebbene sia la barriera più comune, solo un quarto (23%) dei produttori intervistati ritiene di non avere il talento in azienda per sfruttare adeguatamente l’IA. Anche il costo non sembra essere un ostacolo (21% degli intervistati). Piuttosto, dalle osservazioni di Google Cloud, l’anello mancante sembra la mancanza di una piattaforma tecnologica e gli strumenti giusti per gestire una pipeline di intelligenza artificiale di livello produttivo.
I risultati della ricerca sono disponibili al seguente link
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