CloudGestione

Come monitorare l’efficacia dell’adozione di servizi cloud?

Il cloud non è una strategia in sé: è uno strumento utile a raggiungere risultati di business

Alcune organizzazioni hanno avuto più successo di altre nel comprendere il valore dei servizi cloud, grazie anche a indicatori chiave di prestazione (KPI) in grado di misurare la salute e il progresso degli sforzi aziendali. Cosa rende unici i KPI per monitorare l’adozione del cloud? E come possiamo interpretarli per prendere decisioni corrette ed evitare insidie?

Valutare l’utilizzo dei servizi cloud con i KPI

Scegliere i KPI sbagliati può portare a risultati insoddisfacenti. Per esempio, dopo aver utilizzato soluzioni cloud per un anno, un’azienda si è resa conto che la qualità del software consegnato non era migliorata e la produttività degli sviluppatori era quasi identica a quella on-premise. Nonostante oltre l’80% dei dipendenti possedesse le competenze cloud necessarie, i risultati non erano quelli desiderati. Cosa stava andando storto? In primo luogo, le ore di formazione e i certificazioni rientrano in quelle che vengono chiamati “indicatori della vanità”, semplici da misurare ma poco attendibili per valutare l’effettivo progresso.

Queste misure non tengono realmente traccia di come l’azienda abbia progredito verso obiettivi chiave, come il miglioramento della qualità finale del software. Una metrica migliore sarebbe stata il ” software release error rate”, che avrebbe fornito informazioni più utili per migliorare la qualità del loro lavoro. Inoltre, un altro risultato desiderato dall’azienda era ridurre il tempo necessario per la fornitura di infrastrutture ai team per lo sviluppo del software. Si è scoperto che non venivano sfruttati gli strumenti “infrastructure as code ” che il cloud fornisce, che sarebbero stati in grado di accelerare il funzionamento dell’infrastruttura di approvvigionamento.

Individuare i giusti KPI

L’importante è scegliere i KPI giusti per monitorare il progresso verso gli obiettivi desiderati. Inoltre, per sfruttare appieno le capacità del cloud, è necessario ripensare e adattare i propri processi on-premise.

Il cloud non è una strategia in sé, ma uno strumento utile a raggiungere risultati di business. Un errore comune è pensare all’adozione dei servizi cloud come a un’iniziativa “tecnologica”. In realtà, il cloud permette di migliorare l’agilità aziendale, la resilienza operativa e la produttività del personale, riducendo i costi. In questo caso, ogni tentativo di misurare i miglioramenti ottenuti grazie all’utilizzo del cloud deve essere più ampio di semplici metriche operative IT e deve essere legato ai risultati aziendali primari.

Approccio ai servizi cloud

Il cloud computing ha richiesto un cambiamento nelle pratiche aziendali. Infatti, l’infrastruttura è passata da una capacità “fissa” ad una scalabile ed “illimitata”. Hardware, software e accesso possono essere forniti rapidamente con l’automazione. Il modello di costo è passato da fisso a variabile. La governance è cambiata: i controlli manuali sono stati sostituiti da quelli continui e automatizzati in tempo reale. Perciò anche le metriche devono cambiare.

Consigli utili per la valutazione

La misurazione è un aspetto fondamentale della buona gestione: se utilizzati in combinazione con un’efficace pianificazione strategica, i KPI giusti sono fondamentali per capire come le organizzazioni possano raggiungere i propri obiettivi strategici e come implementare correzioni in corso d’opera. I KPI sono “indicatori” di “performance nel tempo” che permettono di raggiungere gli obiettivi di business “chiave”, non quello finale. C’è una differenza tra misurare il progresso e misurare i risultati. Ad esempio, il numero di visitatori del sito o il numero di download di app non è un KPI in quanto non determina le prestazioni.

É molto importante guardare al raggiungimento degli scopi prefissati. Ad esempio, i risparmi sui costi sono spesso l’indicatore iniziale per valutare il cloud, ma metriche come il valore dei clienti, l’agilità aziendale, l’operatività e la produttività del personale sono i vantaggi più interessanti dell’adozione del cloud. Gli obiettivi e i risultati chiave (OKR), ad esempio, sono un efficace strumento di definizione degli obiettivi e di leadership per comunicare ciò che si desidera realizzare.

Gli obiettivi possono essere trasformati in risultati desiderabili e quantificabili, che poi si traducono in progetti e risultati individuali, i cui progressi nel tempo possono essere misurati attraverso i KPI. Se migliorare la qualità del prodotto è un obiettivo, avere zero difetti è un risultato desiderabile e quantificabile e il KPI di riferimento è il tasso di difetti.

Come adattarsi ai nuovi parametri?

La creazione di una visione aziendale comune degli obiettivi, risultati quantificabili e sul modo in cui i KPI sono definiti e misurati è altrettanto importante ai fini del successo. Molte iniziative di trasformazione falliscono per questo motivo. Ad esempio, chiarire in anticipo come gli incidenti saranno attribuiti e misurati è necessario per evitare confusione in seguito.

Quando si fissano gli obiettivi è naturale adottare un approccio conservatore. Ma per migliorare i processi aziendali sarebbe più adeguato fissare obiettivi ambiziosi, ma raggiungibili. Nei servizi cloud, l’infrastruttura può crescere o ridursi automaticamente per adattarsi alle mutevoli esigenze di un’organizzazione.

Buoni KPI misurano il progresso verso gli obiettivi di business, ma quando una misura viene utilizzata come indicatore delle prestazioni perde di validità. Come dice la legge di Goodhart “quando una misura diventa un obiettivo, cessa di essere una buona misura”. La sfida di oggi non è quella di trovare più KPI, ma piuttosto di scegliere quelli più rilevanti e preziosi per l’azienda. Molto spesso, un singolo KPI non fornisce la storia completa sulle prestazioni. Una buona strategia è iniziare dal piccolo, impostando KPI che sono collegati agli obiettivi più importanti e poi perfezionarli, espandendoli nel tempo. I KPI devono essere utilizzabili e non devono essere metriche di “vanità”. Infine, la misurazione dei progressi richiede una baseline che mostri l’attuale livello di prestazioni. Senza questo quadro di riferimento, misurare i progressi è inutile.

Il monitoraggio dell’adozione di servizi cloud richiede un approccio basato sui dati. Il cloud è fornito di strumenti, automazioni e dashboard che raccolgono i dati sulle prestazioni. Tutto ciò, in un mondo on-premise, richiederebbe investimenti significativi. Oltre alla facilità di raccolta dei dati, il cloud fornisce strumenti per creare insight che possono essere utilizzati per misurare e sostenere le prestazioni.

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Martina Ferri

Sono laureata in filosofia, gattara, vegetariana e vesto sempre di nero. Ora che vi ho elencato i motivi per cui potrei sembrare noiosa, posso dirvi che amo la musica, i libri, la fotografia, la pizza, accamparmi in tenda vicino al main stage di qualche festival! Che dite, ho recuperato?

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