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Nuovo report Veeam: i trend per la protezione dei dati nel 2023

Protezione e recupero dei dati rivestono oggi un’ ‘importanza sempre maggiore per le aziende. Nel 2022, infatti, abbiamo visto un significativo aumento delle minacce alla sicurezza informatica delle aziende. Cosa ci aspetta nel 2023? Quali sono i trend che stanno prendendo piede per l’anno appena iniziato? Ce lo spiega Veeam nel suo quarto rapporto annuale sulle tendenze della protezione dei dati: il Veeam Data Protection Trends Report 2023.

4466 1488528L’indagine

Per compilare il report sono stati interpellate 4200 realtà industriali e organizzazioni indipendenti. I partecipanti, distribuiti su 28 nazioni, coprono una buona varietà di dimensioni e settori di attività. Le domande poste loro dalla società di ricerca incaricata da Veeam hanno riguardato il loro approccio e la loro visione sulle strategie per la protezione dei dati.

Questo studio di mercato ad ampio spettro viene svolto da Veeam ogni anno per capire l’evoluzione progressiva del mercato della protezione dei dati. In questo modo, l’azienda è in grado di garantire che i suoi prodotti e servizi siano in linea con le necessità dei clienti attuali e futuri.

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Il quadro generale

Il report di Veeam per il 2023 dipinge delle aziende che sempre di più si trovano a dover gestire ambienti cloud distribuiti e ibridi. L’immagine complessiva che ne risulta è che i responsabili IT non si sentono sufficientemente garantiti dalla situazione attuale. Per questo motivo assistiamo a un innalzamento generale dei capitoli di spesa funzionali alla protezione dei dati. Nonostante questo, però, emerge in più punti che il fattore predominante è quello dell’affidabilità; anche rispetto all’elemento economico. Il backup deve quindi essere garantito e protetto allo stesso modo di infrastruttura e servizi.

Ma quali sono i punti più importanti evidenziati dal report di Veeam per il 2023?

La richiesta di un modello di protezione più moderno

Veeam report 2023 gap
Fonte: presentazione Veeam

Una delle prime cose che emerge dal report è un senso generale di insoddisfazione relativamente alle soluzione odierne per il backup. L’82% degli intervistati percepisce un divario tra la rapidità con cui i dati dovrebbero essere recuperabili e la rapidità con cui è possibile ripristinarli. Inoltre, un 79% di partecipanti lamenta anche un divario in termini di protezione; ovverosia, uno scollamento tra la quantità di dati che è possibile perdere e la frequenza con cui viene effettuato il backup. In virtù di questa percezione, il 57% delle organizzazioni prevede di cambiare la protezione primaria dei dati durante 2023, pronta a giustificare con questo anche un aumento delle spese per la protezione dei dati.

Una affidabilità delegata sempre di più al cloud

Veeam report 2023 cloud
Fonte: presentazione Veeam

Un altro elemento che viene portato alla luce dall’indagine è la tendenza a usare il cloud come soluzione per garantire Business Continuity e Disaster Recovery. Questo fenomeno ha visto una crescita percentuale abbastanza costante negli ultimi anni e, secondo gli intervistati, rimarrà tale almeno nell’immediato futuro.

4466 1488528Sempre parlando di cloud, lo stesso tipo di tendenza accompagnata da previsioni analoghe si osserva per l’uso del cloud come supporto per il backup e come piattaforma per la memorizzazione dei dati sul lungo periodo.

Architetture basate su container in crescita

Veeam containers
Fonte: presentazione Veeam

È stato osservato un incremento nell’adozione della tecnologia dei container. Di conseguenza, con l’aumentare di complessità della architetture, anche i sistemi di orchestrazione come Kubernetes diventano più strategici. Questo, però, porta a una disparità nelle strategia di protezione rispetto a sistemi legacy. Fenomeno a cui avevamo già assistito 5 anni fa con i primi sistemi SaaS e 15 anni fa con la virtualizzazione.

Il 52% degli intervistati ha dichiarato di usare già la tecnologia dei container sui sistemi di produzione e un altro 40% sta già pianificando di farlo. Rimane fuori il 9% dei partecipanti, di cui però l’8% dichiara di essere interessato all’idea. Nonostante questi numeri, per la maggior parte delle organizzazioni, proteggere i dati vuol dire ancora proteggere lo storage sottostante anziché tutta l’infrastruttura software che smaltisce il carico di lavoro. Si tratta purtroppo di una condizione abbastanza diffusa e occorre sviluppare la consapevolezza che i metodi tradizionali sono insufficienti. Così facendo, si creerà anche un’opportunità per strumenti di backup di terze parti di garantire una protezione completa.

Grande attenzione al ransomware

Veeam ransomware
Fonte: presentazione Veeam

Stando ai numero, i ransomware sono stati responsabili, negli ultimi tre anni, delle interruzioni di servizio più problematica per le aziende. L’85% degli intervistati ha dichiarato di essere stati attaccato almeno una volta negli ultimi 12 mesi; quindi, più del 76% nel rapporto precedente. Il valore massimo registrato è stato di sei attacchi in 12 mesi; fortunatamente su meno dell’1% della popolazione.

Il danno subito durante un attacco ransomware risulta essere ancora piuttosto significativo. In media, infatti, viene impattato il 39% dei dati con una punta di 80% o più per il 7% dei partecipanti. Anche riguardo il recupero delle informazioni i numeri sono piuttosto interessanti. In media, solo il 55% delle informazioni perse a seguito di un attacco viene recuperato. La cosa interessante, però, è che su questo la statistica sembra essere uniformemente distribuita tra i partecipanti.

Budget in aumento

A livello globale, per il 2023, si prevede un aumento di budget del 6.5%. Valore particolarmente significativo se confrontato ad altre aree IT. Per l’85% dei partecipanti, la previsione è addirittura dell’8.3%. Inoltre, questi aumenti si accompagnano spesso a un incremento dell’investimento nella cybersecurity.

Questo fenomeno, però, ha lo spiacevole effetto sottrarre risorse ad altre attività, incluse quelle di trasformazione digitale. Sotto questo punto di vista, potremmo aggiungere il fenomeno dei ransomware all’elenco degli ostacoli per la trasformazione digitale. Il risultato, però, è che si rischia di innescare un circolo vizioso, perché le risorse economiche vengono di fatto usate per la cura e non per la prevenzione del fenomeno.

Tirando le somme

Veeam, nel suo report per la protezione dei dati nel 2023, ci prospetta un anno complesso e all’insegna del cambiamento. Le aziende stanno iniziando a capire l’importanzza della protezione dei dati e richiedono affidabilità e coerenza per il loro recupero, anche a fronte di un aumento dei costi. Il cloud sta giocando un ruolo molto importante in questa partita; così come, purtroppo, il ransomware, che sono una delle minacce oggi più presenti in termini di interruzione dei servizi aziendali. Le aziende sono quindi alla ricerca di metodologie più innovative e moderne per la protezione dei dati in generale e il backup in particolare.

Consigliamo a tutti di prendere visione dell’intero report di Veeam per il 2023, perché sono presenti molti dettagli in più di quelli concessi dallo spazio disponibile qui ed è possibile trovare anche degli spaccati su singole realtà e nazioni.

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Dario Maggiorini

Si occupa di tecnologia e di tutto quello che gira attorno al mondo dell'ICT da quando sa usare una tastiera. Ha un passato come sistemista e system integrator, si è dedicato per anni a fare ricerca nel mondo delle telecomunicazioni e oggi si interessa per lo più di scalabilità e sistemi distribuiti; soprattutto in ambito multimediale e per sistemi interattivi. Il pallino, però, è sempre lo stesso: fare e usare cose che siano di reale utilità per chi lavora nel settore.

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