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Come costruire un’organizzazione resiliente: ce ne parla Tonia Calvio di SAS

Il cambiamento è una costante nella vita personale come nel business. Per crescere e prosperare, le organizzazioni devono essere in grado di affrontare le sfide che il cambiamento comporta, come le crisi economiche, i mutamenti tecnologici e l’evoluzione delle legislazioni. Queste sfide sono spesso imprevedibili e richiedono capacità di adattamento e di trasformazione: in una parola, richiedono resilienza. Essere un’organizzazione resiliente significa superare momenti complessi adattandosi al cambiamento e cogliendone le opportunità, con flessibilità e coraggio. 

Ma quanto sono resilienti le organizzazioni di oggi? E quali sono i fattori che possono aumentare la resilienza all’interno delle aziende? 

Per rispondere a queste domande, abbiamo chiesto a Tonia Calvio, Regional Marketing Director di SAS, che ci ha evidenziato i risultati di un recente studio globale.

Solo il 47% dei rispondenti ha valutato la propria organizzazione come resiliente

Tonia Calvio ci dice che il 97% dei manager intervistati ha affermato che la resilienza è importante o molto importante, ma solo il 47% dei rispondenti ha valutato la propria organizzazione come resiliente. 

Inoltre, il 46% dei manager ha ammesso di non ritenere che la propria organizzazione sia completamente pronta a gestire la disruption. Un gap, questo, che Calvio definisce “gap di resilienza”.

Per questo motivo SAS ha analizzato le organizzazioni in base al loro livello di resilienza, evidenziando i trend comuni e individuando le cinque aree chiave che possono migliorare la resilienza all’interno delle aziende.

5 consigli per aumentare la resilienza delle organizzazioni

Le cinque aree chiave sono:

  • Rapidità e agilità: ovvero la capacità delle organizzazioni di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato e rimanere competitive. Le aziende che danno priorità e investono nella loro capacità di essere rapide e agili si collocano molto più in alto nel resiliency ranking, soprattutto grazie allo sviluppo della propria abilità nel rispondere e governare la disruption e adattarsi rapidamente alle circostanze. Non a caso, la maggioranza degli intervistati (il 68%) utilizza dati e l’AI per migliorare questi aspetti. Seguono a ruota la cybersecurity e le iniziative di digital transformation.
  • Innovazione: lo studio rivela che i manager di organizzazioni ad alta resilienza si concentrano sull’innovazione in tutte le aree dell’azienda. In particolare, Calvi spiega che dati e analytics sono necessari affinché le innovazioni siano fondate sulle esigenze reali dell’organizzazione e dei clienti/consumatori.
  • Equità e responsabilità: le organizzazioni più resilienti sono quelle che hanno ottenuto i punteggi più alti per quanto riguarda la qualità dei dati e il loro uso responsabile. A ciò si aggiungono le politiche di assunzione e impiego inclusive, e la diversity della forza lavoro.
  • Cultura e alfabetizzazione dei dati: secondo i leader intervistati la data literacy è importante per tutte le funzioni aziendali. A partire dalla strategia (57%) e l’R&D (55%). Più che avere uno strumento per la gestione dei dati, l’organizzazione resilienti crea una cultura che guarda ai dati per aiutare a risolvere i problemi, rispondere alle domande e prendere decisioni.
  • Curiosità: lo studio Curiosity@Work ha dimostrato che la curiosità può essere trasformativa a livello personale. Inoltre il report sulle Resiliency Rules ha confermato che lo è anche a livello organizzativo. I leader ritengono che dati e analytics siano fondamentali per incoraggiare la curiosità sul posto di lavoro.

Gli ostacoli che rendono un’organizzazione poco resiliente

Dai risultati della survey emerge che i business leader concordano unanimemente sull’importanza delle 5 aree chiave sopracitate. Tuttavia ci sono alcuni ostacoli alla loro implementazione. 

Tra questi, la difficoltà nel reperire investimenti da destinare alle aree che impattano maggiormente la resilienza. Un’altra sfida che ostacola l’attuazione delle Resiliency Rules è legata alla scarsa qualità dei dati. Difatti il 35% degli intervistati dichiara di avere difficoltà ad estrapolare gli insight necessari a definire una strategia di resilienza a causa della difficile gestione di grandi quantità di dati.

Oltre il 90% degli executive ritiene che dati e analytics siano fondamentali per ognuna delle aree chiave di resilienza.

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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