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Thales Global Data Threat Report 2021, la sicurezza dei lavoratori da remoto preoccupa le aziende

Le aziende che hanno subito un attacco informatico sono il doppio rispetto al 2019

Il Thales Global Data Threat Report 2021, una ricerca condotta da 451 Research, parte di S&P Global Market Intelligence ha evidenziato come le aziende sono ancora preoccupate per i rischi legati alla sicurezza dei dipendenti che lavorano a distanza. Il report evidenzia anche come la gestione dei rischi per la sicurezza stia indubbiamente diventando più impegnativa, con quasi la metà (47%) delle aziende che vede un aumento del volume, della gravità e/o della portata di attacchi informatici negli ultimi 12 mesi. Per molte aziende, pandemia e lavoro a distanza sono fattori che hanno aumentato i rischi legati alla sicurezza. Infatti, quasi la metà (46%) delle imprese intervistate afferma che la propria infrastruttura di sicurezza non è stata in grado di gestire i rischi generati dal Covid-19,  mentre solo un’organizzazione su cinque (20%) si è considerata pronta.

Thales Global Data Threat Report 2021, in aumento gli attacchi informatici alle aziende

Secondo i dati del Thales Global Data Threat Report 2021, 2 su 5 (41%) delle aziende che hanno subito un attacco informatico sono state colpite nell’ultimo anno. Dal 2019 (21%) questo numero è quasi raddoppiato, segno di come questa minaccia stia cambiando nel corso del tempo.

Il malware (54%) è la principale fonte di attacchi alla sicurezza, seguito da ransomware (48%) e dal phishing (41%). Tuttavia, quando si tratta della modalità con cui avvengono gli attacchi, le minacce interne e l’errore umano sono ancora fonte di grande preoccupazione per le aziende. Un terzo di esse ha affermato che eventi malevoli causati da personale interno (35%) e l’errore umano (31%) rappresentano i rischi maggiori, seguiti dagli aggressori esterni (22%).

I settori più a rischio sono il retailer(61% degli attacchi nell’ultimo anno), settore legale, con una percentuale pari al 57%, quello dei call center (55%), trasporti (54%) e telecomunicazioni (52%).

Per cercare di mitigare gli attacchi, le aziende si rivolgono sempre di più al cloud per archiviare i propri dati. La metà delle aziende dichiara che oltre il 40% dei propri dati è archiviato in ambienti cloud esterni, ma solo il 17% ha crittografato almeno la maggior parte dei dati sensibili. Inoltre, la complessità è un problema crescente: molte aziende utilizzano almeno due provider PaaS (Platform as a Service) (45%) e / o due provider IaaS (Infrastructure as a Service). Un quarto (27%) delle aziende utilizza attualmente più di 50 app SaaS (Software as a Service).

Thales Global Data Threat Report 2021

Sebastien Cano, Senior Vice President for Cloud protection and licensing activities in Thales, commenta: “Nell’ultimo anno, i team di tutto il mondo hanno affrontato enormi sfide riguardo la sicurezza poiché le aziende hanno accelerato la propria trasformazione digitale e l’adozione del cloud. Durante la migrazione a soluzioni multicloud, la gestione dei dati può rapidamente sfuggire di mano: non solo si corre il rischio di perdere traccia dei propri dati negli ambienti multicloud, ma spesso non si riesce nemmeno a proteggere quelli sensibili. La quantità di dati che oggi viene utilizzata e archiviata sul cloud è senza precedenti ed è fondamentale che le aziende implementino una solida strategia di sicurezza basata sulla classificazione, protezione e controllo.”

Le aziende riconoscono i problemi che stanno affrontando e stanno tentando di risolverli con strategie Zero Trust. Secondo la ricerca, più di tre quarti (76%) delle organizzazioni contattate si affida a questa tecnologia per implementare il proprio piano cloud. Quasi la metà (44%) degli intervistati ha scelto Zero Trust network access (ZTNA) / software-defined perimeter (SDP) come tecnologia sulla quale investire durante la pandemia. Segue la gestione degli accessi basata su cloud (42%) e l’accesso condizionale (41%).

Eric Hanselman, Chief Analyst presso 451 Research, parte di S&P Global Market Intelligence ha aggiunto: “I controlli e le protezioni native disponibili negli ambienti cloud riguardano una serie di funzionalità necessarie, ma spesso non sono sufficienti a garantire una protezione efficace dei dati e dei carichi di lavoro sensibili, soprattutto quando si tratta di conformità a normative come il GDPR e della sentenza Schrems II. Le aziende devono aumentare l’uso della crittografia e assicurarsi di trarre il massimo vantaggio dai benefici  offerti da essa, controllando i segreti che proteggono i loro dati attraverso approcci BYOK (Bring Your Own Key), HYOK (Hold Your Own Key) o BYOE (Bring Your Own Encryption). Le organizzazioni devono anche apportare dei cambiamenti interni per garantire che il personale a tutti i livelli comprenda le sfide della sicurezza e deve allineare correttamente le priorità di investimento. I dirigenti devono ottenere una comprensione più completa dei livelli di rischio e dell’attività di attacco che il proprio personale di prima linea sta sperimentando“.

I dati del Thales Global Data Threat Report 2021 sono disponibili gratuitamente, previa registrazione, al seguente link

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Autore

  • Danilo Loda

    100% "milanes", da una vita scrivo di bit e byte e di quanto inizia con on e finisce con off. MI piace tutto quello che fa rumore, meglio se con un motore a scoppio. Amo viaggiare (senza google Maps) lo sport, soprattutto se è colorato di neroazzuro.

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