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Observability e testing, insieme per il successo delle applicazioni

Si sente spesso parlare di observability e testing come due entità appartenenti a realtà diverse e con scopi differenti, ma è così? Stefano Bertolin e Marco Parrello di Kirey Group la pensano diversamente: questi due approcci devono diventare alleati per garantire il successo di un’applicazione.

La digital economy, come suggerisce il nome, si basa su piattaforme software, e si prevede che il mercato globale dello sviluppo di applicativi software raggiungerà circa 328,3 miliardi di dollari entro il 2032. Le aziende devono costantemente ricorrere agli armamenti, continuando a innovare i propri parchi applicativi per creare ulteriore business value. E in questo panorama moderno, governato da applicativi ibridi e multi-cloud, il disservizio non è contemplato.

Come garantire la qualità di un’applicazione?

La mancanza di servizio può arrecare ingenti danni a un’azienda, specialmente in settori come l’e-commerce. Non è un caso, quindi, che le discipline di Full Stack Observability (FSO) e Quality Assurance (QA) stiano acquisendo sempre più importanza. La prima punta a fornire una visione olistica dell’intera infrastruttura IT ed è tipicamente associata agli ambienti di produzione, mentre la seconda si occupa di garantire che un’applicazione soddisfi gli standard di qualità previsti ed è legata agli ambienti di non-produzione. La domanda è: come possono due discipline appartenenti a due ecosistemi differenti entrare in contatto e sviluppare un’efficace sinergia?

Un prodotto di successo è anche un prodotto di qualità. Qui entra in campo la Quality Assurance, che si assicura di verificare il corretto funzionamento dell’applicazione tramite diverse tipologie di testing. L’observability, invece, si focalizza sul controllo continuo della salute complessiva dello stack IT utilizzato dall’applicazione e sulla user experience.

I test tradizionali, svolti in ambienti di pre-produzione o di staging, sono fondamentali per garantire la qualità di un’applicazione, ma finché non si eseguono i servizi nell’ambiente di produzione, non si è in grado di coprire e prevedere tutti gli scenari che possono verificarsi. Questo è l’ambito governato dall’observability, che permette di avere una visione completa dell’infrastruttura e della performance. Inoltre, agisce come deterrente contro i disservizi in quanto genera dati di telemetria, quali log, metriche e trace.

Putroppo, non viene ancora dato il giusto peso alle tematiche dell’observability e del testing. Molto spesso, un budget ristretto e difficoltà di valutazione costringono le aziende a tralasciare importanti aspetti di testing e monitoring, che però inficiano sulla qualità del prodotto finale.

Tre linee guida per implementare un approccio combinato

Nonostante queste restrizioni, è comunque possibile applicare i due principi di observability e testing in maniera efficace tenendo in mente tre linee guida.

I test di performance sono essenziali. Questi verificano le prestazioni del sistema e l’utilizzo delle risorse a fronte del carico utente. I test di performance sono importanti tanto quanto i test funzionali, che simulano scenari di utilizzo analoghi a quelli degli utenti finali.

Inoltre, i test eseguiti correttamente, in maniera strutturata e accurata, prima che l’applicazione vada in produzione, riducono in modo sensibile i disservizi e i relativi impatti sul business. Questi, infatti, rilevano le problematiche presenti nel sistema prima che sia troppo tardi, e permettono al team di sviluppo di risolvere eventuali anomalie riscontrate.

Infine, misurare la disponibilità e le prestazioni delle applicazioni in ambiente di produzione permette ai vari team dell’azienda di tenere sotto controllo il sistema. Il processo di misurazione avviene tramite opportuni key performance indicator (KPI), che forniscono ai team di sviluppo informazioni utili su eventuali ottimizzazioni e migliorie applicabili.

La simbiosi di observability e quality assurance permette, dunque, di collegare le prestazioni dell’applicazione ai risultati di business, portando allo stesso livello tutti gli stakeholder aziendali coinvolti nel progetto. In questo modo tutti gli attori coinvolti possono lavorare insieme e dare priorità a ciò che conta di più.

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Linda Monfermoso

Studentessa, programmatrice, hacker, powerlifter, scrittrice, disegnatrice, nerd di (video)giochi, appassionata di animali squamati e scienza.

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