AziendeCase Study

Google e la sua IA al servizio del Made in Italy

intervista a Jacopo Allegrini

In occasione del Netcomm Forum 2024, Google ha presentato una proposta basata sula sua IA a supporto del mondo del retail. Oggi, per le aziende che si rivolgono direttamente al consumatore, è di fondamentale importanza passare velocemente dall’idea di prodotto alla disponibilità online; un processo che Google intende rendere più agile e accessibile con il supporto della la sua piattaforma di intelligenza artificiale. Arrivare all’utente finale, infatti, non presuppone solo la disponibilità del prodotto. Vuol dire anche posizionarlo correttamente rispetto al target di mercato e renderlo di facile rintracciabilità per la proposta all’acquirente. Google propone infatti anceh un’iniziativa rivolta al settore del retail battezzata “IA per il Made in Italy“. In questo contesto l’intelligenza artificiale supporta le aziende nel ridurre il più possibile il tempo necessario per creare un prodotto, collocarlo sul mercato e comunicarlo nella maniera più efficace possibile.

Le difficoltà del retail moderno

In questo momento storico, proporsi direttamente al consumatore presenta una serie di nuove sfide legate al comportamento dei consumatori.

Innanzitutto, ci troviamo di fronte a una maggiore complessità dei percorsi di acquisto. Moltissimi consumatori, infatti, prima di procedere all’acquisto, cercano recensioni online, confrontano i prezzi con prodotti analoghi di altri brand o, semplicemente, si recano in un negozio fisico per visionare il prodotto.

Secondariamente, il prodotto deve essere facilmente reperibile online per ottenere informazioni aggiuntive. Purtroppo, da recenti studi, emerge che solo un consumatore su dieci si dichiara soddisfatto dalla funzione di ricerca sul sito web di un rivenditore. Questo dato dovrebbe farci riflettere, se consideriamo che la semplicità d’acquisto è da anni riconosciuta come uno degli elementi decisivi nella scelta di un marchio.

Infine, percorsi di acquisto più complessi ostacolano la fidelizzazione del cliente. Diventa quindi fondamentale mantenere aperti i canali di comunicazione con l’utente per incentivarlo a continuare a scegliere il brand anche sul lungo periodo.

Questa nuova situazione ha determinato un cambiamento nelle aspettative dei consumatori. Oggi gli utenti si aspettano una personalizzazione non solo del prodotto, ma anche dell’esperienza di acquisto. I potenziali acquirenti si aspettano di ricevere proposte che anticipano i loro bisogni e che l’esperienza d’acquisto sia fluida, indipendentemente dal canale utilizzato.

google ia made in italy retail experience

Il contributo di Google

L’intelligenza artificiale di Google, che propone soluzioni con un respiro più ampio rispetto al “solo” progetto di IA per il Made in Italy, si propone alla filiera produttiva del retail come un assistente (e non un sostituto) degli esperti di settore. L’idea è quella di fornire una serie di suggerimenti per sgravare il personale dalla ricerca di informazioni e rendere più veloci e immediate le scelte. Soprattutto, l’IA è in grado di automatizzare molte operazioni di back-office; come ad esempio la creazione degli asset per il sito web di e-commerce, una volta definita la strategia comunicativa.

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Durante Netcomm 2024, Google proponeva al suo stand una simulazione legata al mondo della moda. L’assistente iniziava suggerendo una serie di casistiche per prodotti che potevano arricchire l’offerta dell’azienda. Una volta selezionato e preparato pronto il prodotto, proponeva dei possibili messaggi su cui basare il marketing in base al target di mercato. Una volta che effettuata la scelta, creava gli asset per il sito di e-commerce e per il lancio del prodotto. In face di vendita, durante la simulazione, l’IA era anche in grado di fornire supporto al cliente con informazioni relative al prodotto e suggerimenti su come abbinarlo ad altri capi di vestiario attraverso un’interfaccia conversazionale.

Abbiamo parlato di simulazione perché è quello che abbiamo potuto vedere in fiera. Tuttavia, queste funzionalità sono già tutte disponibili sul mercato ad eccezione della parte di interfaccia conversazionale con il cliente che, per il momento, è disponibile solo in lingua inglese.

Il sistema non è un LLM

Nel presentare le sue soluzioni, Google ha precisato che ciò che le aziende di retail hanno in mano è un’IA dedicata e non un LLM. Ovverosia, l’azienda addestra un sistema di intelligenza artificiale inizialmente vuoto con i propri dati senza farli uscire dal proprio data center. Il risultato finale è una IA che assiste specificamente la sua catena produttiva.

Nel momento in cui deve erogare il servizio, l’azienda è libera di decidere autonomamente quale infrastruttura usare; non necessariamente deve allocarli nel cloud di Google. Può essere il proprio data center o anche l’infrastruttura di una terza parte.

L’intervista a Jacopo Allegrini

Per capire meglio lo stato e le prospettive del progetto, abbiamo fatto qualche domanda a Jacopo Allegrini, Director Sales Retail di Google in Italia.

Innanzitutto, grazie per questa intervista. Vorremmo iniziate parlando di Google per il B2B. Una realtà importante che esiste da anni, ma che qualcuno a volte lo sottovaluta. Può aiutarci a chiarire le idee a una parte dei nostri lettori?

Jacopo Allegrini, Director Sales Retail di Google in Italia
Jacopo Allegrini, Director Sales Retail di Google in Italia

Certo. Noi come Google ci assumiamo un impegno costante, da sempre, sia verso tutte le persone, sia verso la società in generale, ma anche verso il mondo delle imprese. Aiutiamo a navigare proprio attraverso questi grandi momenti di trasformazione. In particolare, per le imprese, a sfruttare le possibilità che la tecnologia ci offre in questo momento in cui l’IA, come sappiamo, è protagonista. Abbiamo quindi lanciato questo grande progetto, proprio dedicato alle nostre piccole e medie imprese, che si chiama IA per il Made in Italy.

È un progetto che comprende consulenze su misura, dei corsi di formazione dedicati e senza costi e una serie di appuntamenti sul territorio. Questo, per poter appunto rispondere a due grandi esigenze che abbiamo intercettato del mondo delle imprese. Da una parte, quella di riuscire a integrare veramente nella visione strategica aziendale l’IA come una leva di crescita e di opportunità di sviluppo di business. Dall’altra, quella di riuscire a trasmettere alle persone le competenze in tema di IA necessarie oggi per poterla implementare, perché davvero possa accadere. Questo è solo uno degli esempi di come Google, come partner di trasformazione, è al fianco delle imprese. Proprio per aiutarle a moltiplicare i loro risultati di business.

E cosa ci può dire del rapporto tra Google e Netcomm? Qual è il vostro rapporto con la community di Netcomm e, soprattutto, qual è il vostro contributo in un evento come questo?

Noi siamo partner ormai da qualche anno di Netcomm. È un’iniziativa a cui siamo particolarmente legati perché ci permette innanzitutto di incontrare le imprese e gli operatori del settore. Inoltre, ci permette di confrontarci con i temi più attuali di un settore come quello del retail; uno dei settori fondamentali per l’economia, soprattutto quella italiana. Possiamo discutere insieme di quelle che sono le soluzioni migliori per poter aumentare e accelerare la digitalizzazione dell’esperienza di commercio delle imprese italiane. In particolare quest’anno, abbiamo portato delle demo esperienziali. Attraverso queste accompagniamo le imprese, i nostri partner e il pubblico in generale nel seguire un percorso del consumatore. Si parte dallo sviluppo dei prodotti e si finisce con l’assistenza cliente, riuscendo a toccare con mano come l’AI può aiutare chi lavora in ogni fase dei processi aziendali a raggiungere risultati migliori.

E come sta andando in Italia l’adozione delle tecnologie che proponete per il retail?

Allora, diciamo che oggi porto qualche dato generale. Sicuramente partiamo da questo presupposto: l’anno scorso è stato un anno che definirei di sperimentazione. E l’abbiamo vissuto tutti così, sia all’interno delle realtà aziendali ma anche come semplici utenti. Credo che quest’anno sia un anno diverso. Il 2024 l’abbiamo chiamato l’anno dell’azione; e questo perché? Perché un’azienda su due ha già in cantiere un progetto trasformativo basato sulle idee che proponiamo, e questo credo sia un ottimo inizio.

Tuttavia, credo che dobbiamo anche considerare alcune delle caratteristiche del sistema industriale italiano. Ad esempio quella di essere composto per una larga parte, veramente rilevante, da imprese piccole. Per le quali è chiaramente più difficile accedere alle competenze necessarie per iniziare questo percorso di digitalizzazione. Quindi, è proprio per questo che riteniamo che lavorare sul territorio, per creare e trasmettere le competenze, sia il modo migliore per far sì che queste possibilità non siano solo per pochi; ma possano essere raccolte da un bacino sempre più ampio di imprese.

Quindi, tirandola un po’ allo stremo, vede questi servizii anche alla portata del piccolo artigiano che vuole promuovere la sua bottega?

Assolutamente, e credo che dobbiamo imparare anche dai risultati che abbiamo già ottenuto in passato. Con la prima grande ondata di digitalizzazione, anni fa, abbiamo vissuto la trasformazione dei dispositivi mobili. E questa è stata una trasformazione che come Google ci siamo impegnati a portare dappertutto, anche alle piccole e medie imprese. Oggi possiamo essere fieri di raccontare delle grandi storie di successo. Speriamo di fare altrettanto bene in questa fase che vede l’IA come protagonista.

La redazione ci tiene a ringraziare Jacopo Allegrini per il tempo che ci ha dedicato durante questa intervista. Ci auguriamo di poterlo incontrare nuovamente a Netcomm 2025, per farci raccontare dei risultati dell’anno in corso.

Per tutti i nostri lettori interessati ad approfondire il discorso di IA per il Made in Italy per il settore del retail, è disponibile una sezione dedicata sul sito web di Google.

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Dario Maggiorini

Si occupa di tecnologia e di tutto quello che gira attorno al mondo dell'ICT da quando sa usare una tastiera. Ha un passato come sistemista e system integrator, si è dedicato per anni a fare ricerca nel mondo delle telecomunicazioni e oggi si interessa per lo più di scalabilità e sistemi distribuiti; soprattutto in ambito multimediale e per sistemi interattivi. Il pallino, però, è sempre lo stesso: fare e usare cose che siano di reale utilità per chi lavora nel settore.

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