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Sobrietà e sostenibilità digitale: ce ne parla Steen Dalgas di Nutanix

La sobrietà digitale è una politica per l’utilizzo e gli sprechi del digitale che ogni azienda dovrebbe adottare, secondo Steen Dalgas, Senior Cloud Economist di Nutanix.

Dalgas ritiene che in un mondo in cui il greenwashing è sempre più diffuso e criticato, le aziende devono dimostrare di essere impegnate a ridurre le proprie emissioni di carbonio, non solo per salvaguardare la propria reputazione, ma anche per ottimizzare i propri costi energetici, in un contesto di mercato volatile e imprevedibile.

Cosa si intende per sobrietà digitale?

Un analista di Forrester ha previsto che la sostenibilità diventerà presto “un imperativo strategico”, richiedendo una maggiore trasparenza nella rendicontazione delle emissioni di carbonio, ma anche una riduzione dei viaggi aerei. Tuttavia, non è facile sapere da dove iniziare e come ottenere risultati significativi in breve tempo. 

Il fine ultimo della sobrietà digitale è proprio quello di eliminare gli sprechi derivanti dall’archiviazione dei dati e di utilizzare l’automazione software per gestire gli ambienti IT in modo efficiente ed ecologico

Un altro report di EY, invece, ha rivelato che i dirigenti aziendali sono propensi ad attuare iniziative ESG a prescindere dalle pressioni economiche. Per cui è fondamentale avere una strategia di cambiamento. Una trategia che permetta di  raggiungere rapidamente risultati sia nel breve che nel lungo termine.

Come rendere la propria azienda più sostenibile dal punto di vista digitale

Per adottare la sobrietà digitale, Nutanix ha identificato cinque passaggi che permettono di ridurre i costi e le emissioni di carbonio, che dovrebbero essere alla base di ogni strategia digitale.

Il primo passaggio è misurare e riportare l’impatto dei dispositivi e dei dati in termini di consumo energetico e di emissioni di carbonio.Per la maggior parte delle aziende si tratta di un territorio relativamente nuovo, ma grazie alla comprensione dell’impatto dei data center (per il cloud privato), dei servizi di cloud pubblico e dei dispositivi degli utenti finali, ad esempio, i team IT possono iniziare a tracciare un quadro dei consumi e degli eccessi. Siccome l’energia del data center è composta dall’energia consumata dal rack (server/storage) e dal raffreddamento, è possibile capire quanto siano convenienti determinati servizi cloud in termini di costi ed emissioni.

Il secondo passaggio consiste nell’eliminare i dati inutilizzati (o raramente utilizzati). Difatti questi contribuiscono in modo significativo ai consumi energetici superflui. Spesso definiti “dati oscuri”, si tratta di dati accumulati, conservati su un server e che assorbono risorse. Si pensi ai vecchi dati IoT, alle email, alle foto duplicate, ai documenti archiviati nel cloud, ai file nascosti e così via. Questi dati non strutturati sono molto difficili da organizzare nei database tradizionali. In genere vengono archiviati su array di storage di primo livello molto costosi. Si tratta quindi di dati consumano grandi quantità di energia e non forniscono alcun valore all’azienda.

Dopo aver effettuato una pulizia dei rifiuti digitali, il terzo passaggio è pensare prima di archiviare. Definendo corrette policy di archiviazione, che consentano ai dipendenti di eliminare regolarmente determinati file e comunicazioni, si può favorire la sobrietà digitale dell’azienda. Secondo il gruppo Digital Decarbonisation, il 65% dei dati non viene mai utilizzato e il 15% è obsoleto. La creazione di abitudini consapevoli dei dati aiuta l’azienda a ridurre i costi e le emissioni.

Il quarto passaggio è automatizzare il tiering dello storage. Si tratta dell’attività in cui il software sposta in modo intelligente i volumi tra i vari livelli di storage. In tal modo si possono ridurre al minimo i costi e l’impatto sulle emissioni di anidride carbonica.

Il quinto e ultimo passaggio è rinnovare l’infrastruttura IT, adottando un approccio software defined all’IT. Oltre a consentire un’unica visione dei dati indipendentemente dalla loro ubicazione, un approccio basato su software permette alle aziende di affrontare le sfide infrastrutturali. Sono anche queste, infatti, che portano ad un aumento dei costi e delle emissioni di carbonio. Inoltre un approccio all’infrastruttura basato su piattaforme consentirà alle aziende di ottimizzare automaticamente il consumo delle risorse IT.

Autore

  • Marco Brunasso

    Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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