Modernizzazione delle applicazioni nel 2024: il report di Red Hat

Nel 2024 le organizzazioni continuano a perseguire la modernizzazione delle applicazioni per rafforzare la sicurezza, l’affidabilità e la scalabilità. Il recente report di Red Hat del 2024 sottolinea però un cambiamento strategico: l’aggiornamento delle infrastrutture e delle applicazioni esistenti è ora prioritario rispetto allo sviluppo di nuove soluzioni cloud-native.

Contesto e risultati del report di Red Hat

Le aziende si orientano verso la modernizzazione per tre motivi principali: sicurezza, affidabilità e scalabilità. Questi elementi sono stati identificati come fattori chiave nel processo decisionale per oltre il 70% delle organizzazioni intervistate, che li considerano anche indicatori di successo.

I risultati sono promettenti: il 58% ha notato miglioramenti nella sicurezza, mentre più della metà ha visto vantaggi in termini di affidabilità (52%) e scalabilità (53%). Questi dati, emersi in fase di progetti ancora in corso, indicano il potenziale valore aggiunto dalla modernizzazione. Quasi tutti gli intervistati (98%) hanno riscontrato esiti positivi in almeno uno dei fattori critici.

Il concetto di modernizzazione IT non è univoco. Nel 2024, il 68% degli intervistati ha associato la modernizzazione principalmente al miglioramento delle pipeline CI/CD (continuous integration/delivery). Questo dato rappresenta un notevole cambiamento rispetto al 2021, quando la containerizzazione era in cima alla lista delle priorità. La tendenza attuale riflette un ritorno ai fondamenti dell’IT e una minore enfasi su alcune delle tecnologie emergenti.

Un altro aspetto rilevante – che emerge dal report di Red Hat – è la modernizzazionedei dati. Questo processo comprende l’aggiornamento dell’infrastruttura, degli strumenti e delle pratiche per rispondere alle esigenze operative e analitiche in evoluzione. La preparazione all’intelligenza artificiale e all’apprendimento automatico emerge come un fattore motivante significativo. La modernizzazione dei dati è essenziale anche per l’aggiornamento dello scambio di dati tra applicazioni, specialmente in contesti come le applicazioni edge, dove l’integrazione rappresenta una sfida continua.

Il modello delle 6 R

Il sondaggio condotto da Red Hat ha chiesto ai partecipanti come intendono modernizzare le loro applicazioni di produzione personalizzate nei prossimi due anni, seguendo il modello delle 6 R (derivato dalle 5 R di Gartner). Trattasi di:

• Retire: Eliminazione delle applicazioni obsolete.
• Retain: Conservazione delle applicazioni critiche senza modifiche fino al necessario refactoring.
• Rehost: Migrazione “lift-and-shift” delle applicazioni al cloud senza cambiamenti architetturali.
• Replatform: Ottimizzazione durante la migrazione per adattare le applicazioni al cloud senza alterare il codice o l’architettura principale.
• Refactor: Riarchitetturazione per adattarsi al paradigma cloud-native, come la containerizzazione dei carichi di lavoro o l’uso di architetture serverless.
• Repurchase: Transizione da licenze software tradizionali a modelli Software-as-a-Service (SaaS).

In quest’ottica il sondaggio ci rivela che:

• Non esiste un approccio unico alla modernizzazione; le strategie variano in base alle esigenze specifiche.
• La “riqualificazione” è emersa come la strategia più comune (20%), con le altre distribuite tra il 10% e il 19%.
• La modernizzazione non è un evento singolo, ma un processo incrementale verso la riarchitetturazione.
• Solo il 15% degli intervistati prevede di passare direttamente al refactoring, mentre il 47% considera una combinazione di replatform seguito da refactoring, e il 38% prevede un percorso che include rehost, replatform e refactoring.

Inoltre abbiamo appreso che la modernizzazione si concentra su due aree principali:

1. Modernizzazione delle infrastrutture/applicazioni legacy: Il 59% del budget di modernizzazione è destinato a questo ambito.
2. Sviluppo di nuove infrastrutture e applicazioni cloud-native: Il restante 41% del budget è allocato qui.

Report Red Hat 2024: priorità e sfide nella modernizzazione delle applicazioni

L’analisi rivela che le applicazioni back-end rappresentano la priorità principale (41%) per la modernizzazione, seguite da quelle di dati/analisi/business intelligence (35%). Questo enfatizza l’importanza dei dati per l’intelligenza artificiale e tecnologie correlate. Interessante notare come le priorità varino geograficamente, con l’APAC che mostra una preferenza inversa. Le applicazioni clienti sono meno prioritarie (14%), sfatando l’idea di un IT bimodale che relegava le applicazioni legacy a un ruolo marginale.

E per quanto riguarda le sfide? Il report ci dice che la complessità è la sfida principale (48%), soprattutto nelle fasi iniziali della modernizzazione (58%). Le organizzazioni stanno adottando un approccio sistematico per superare queste sfide, con la pianificazione anticipata e l’adozione di strumenti aggiuntivi, sviluppo guidato dalle API, creazione di business case e pratiche DevOps.

In tutto ciò l’AI gioca un ruolo cruciale, con oltre il 75% delle organizzazioni che la utilizzano per supportare la modernizzazione. Il 53% la impiega per facilitare il processo, mentre il 42% la integra nelle applicazioni legacy per modernizzarle. L’ottimizzazione delle prestazioni è il caso d’uso più frequente, seguita dall’automazione delle attività manuali e dei test/QA. L’assistenza alla scrittura del codice è invece meno diffusa, nonostante l’interesse crescente per i modelli linguistici di grandi dimensioni.

I consigli di Red Hat per la modernizzazione

I risultati del sondaggio offrono consigli preziosi per avviare e mantenere i progetti di modernizzazione. I temi chiave includono la pianificazione anticipata, l’adozione di approcci incrementali e la formazione di un team adeguato e ben attrezzato. Nello specifico alcuni trend emergenti sono:

• Obiettivi Chiari: Definire obiettivi concreti è fondamentale.
• Pianificazione Efficiente: Una pianificazione dettagliata è essenziale per il successo.
• Team Adeguato: Assemblare il team giusto con le competenze necessarie.
• Monitoraggio Continuo: Implementare un monitoraggio costante, inclusa la scansione delle vulnerabilità.

Interessante notare che l’assunzione di esperti e la formazione non sono state prioritarie come in passato. Invece, c’è una tendenza verso l’outsourcing, come i servizi gestiti, e la consultazione con comunità e fornitori per le best practice. Le competenze rimangono cruciali, ma c’è un riconoscimento crescente dell’importanza di sfruttare le competenze esterne quando disponibili e appropriate.

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