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Kyndryl: il cloud e la cultura del servizio ai clienti | Intervista ad Alessandro Fregosi

Una grande eredità e una forte proiezione al futuro: Kyndryl, nata come spinoff della divisione dei servizi gestiti di IBM, sta crescendo a ritmi incredibili. E lo fa senza dimenticare la sua storia fatta di attenzione al cliente, ma con una totale indipendenza tecnologica che permette di guidare i clienti lunga la strada migliore che porta verso il cloud. In questa intervista, Alessandro Fregosi, Cloud, Data and Applications Leader di Kyndryl, ci racconta i risultati ottenuti e gli obiettivi futuri – ma soprattutto i valori necessari a ottenerli.

Kyndryl: cloud, dati e valori | Intervista ad Alessandro Fregosi

Kyndryl è una società globale di servizi tecnologici che offre soluzioni innovative e personalizzate ai suoi clienti. La società nasce dalla scissione della divisione di servizi gestiti di IBM, con l’obiettivo di essere un partner strategico per le aziende che vogliono accelerare la loro trasformazione digitale. Kyndryl si occupa di gestire e ottimizzare le infrastrutture IT, i processi di business, le applicazioni e i dati dei suoi clienti, fornendo servizi di consulenza, progettazione, implementazione, manutenzione e sicurezza. Ha una presenza globale in oltre 100 paesi e conta circa 90.000 dipendenti, di cui circa duemila in Italia.

Dalla grande storia di IBM, Kyndryl eredita una forte esperienza nel fare business. Ma Alessandro Fregosi, Cloud, Data and Applications Leader di Kyndryl, ci spiega che l’azienda ha dovuto lavorare molto per fornire il proprio know how ai clienti anche in ambito cloud e dati.

Fregosi spiega: “Mi occupo di due dei sei verticali di Kyndryl, gestendo cloud e data. Nel nostro portafoglio cloud ci sono diversi servizi, fra cui quelli più tradizionali che ereditiamo dal precedente assetto societario come Private Cloud, ma anche tutto l’universo degli hyperscaler. Ma mi occupo anche di piattaforme dati e applicazioni business. A questi due si aggiungono il networking, il digital workplace, la sicurezza logica e fisica, e poi la gestione dell’IT legacy con risorse come la mainframe modernization e non solo.

Una realtà, quindi, complessa e piena di risorse per le aziende. Ma Fregosi ci spiega che “il mondo cloud e data rappresenta per l’Italia un po’ più del 50% del fatturato. Il cloud per noi è un focus importante. Al momento dello spinoff da IBM avevamo 1.500 dipendenti, oggi siamo a 2.000: l’investimento su queste nuove 500 persone è su cloud, hyperscaler e sicurezza”.

Fregosi ci spiega che l’azienda ha voluto investire “su un mondo dissonante rispetto a quello di IBM, per distinguerci come provider di servizi indipendente. Non agnostico, perché guidiamo il cliente verso le soluzioni migliori. E per farlo ci servono le migliori competenze sul mercato”.

I primi risultati, a meno di due anni dallo spinoff

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Alessandro Fregosi, Cloud, Data and Applications Leader di Kyndryl

Quando chiediamo di come Kyndryl sia cresciuta in questo anno e mezzo dal lancio sul mercato, Alessandro Fregosi ci spiega fa un confronto con l’AWS Summit di dodici mesi fa. “Le aziende vogliono avere la garanzia di rivolgersi al partner giusto. Quindi abbiamo dedicato il primo anno ad acquisire le competenze. 500 certificazioni sul mondo cloud, di 150 su AWS, tutte di alto livello. Ma dopo un primo anno di conoscenza, a questo AWS Summit ci siamo presentati con i primi progetti. Non è più un’ambizione, siamo passati all’attuazione: se l’anno scorso i clienti dovevano conoscerci, oggi portiamo qualche esempio concreto”.

Forti dell’esperienza storica di IBM, Kyndryl ha però dovuto dimostrare sul campo ai propri clienti di saperli accompagnare nei propri viaggi digitali. “Noi abbiamo una grande eredità, ancora oggi siamo gestiamo più macchine di qualunque altra azienda in Italia. Ma in ambito cloud dovevamo ancora farci conoscere. Oggi abbiamo dimostrare di saper dire la nostra”.

Intervista ad Alessandro Fregosi di Kyndryl, il cloud è una scelta vincente

Alessandro Fregosi ci spiega che Kyndryl sta “aiutando i clienti ad adottare una strategia cloud, perché crediamo che sia una scelta vincente.  È la risposta per ogni workload? Certamente no. Ma è la risposta per chi vuole innovare: l’innovazione offerta del cloud non la si può ottenere portandosi in casa le tecnologie”.

Fregosi ci spiega: “noi aiutiamo i nostri clienti a scegliere il giusto prodotto, a implementarlo e anche a gestirlo. Chiudiamo il ciclo, aiutando il cliente in tutte le fasi. Puntiamo poi molto sulla gestione, perché le Modern Ops sono una possibilità sfidante per molte aziende, gestire un’infrastruttura moderna non è semplice. Quindi, noi forniamo ai clienti una visibilità completa sulle risorse IT, con dashboard e strumenti che consentono la massima osservabilità. E una volta acquisita la consapevolezza possono passare alla fase successiva: l’automazione. Solo così diventa possibile sfruttare appieno il potenziale del cloud. Altrimenti si rischia di gestire costi duplicati e non trarre appieno beneficio”.

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Avere osservabilità e automazione permette di ridurre gli sprechi e aumentare l’operatività. Fregosi ci fa l’esempio dell’implementazione di virtual machine, che con l’aiuto di Kyndryl può essere fatto con le policy corrette e senza gli sprechi che si potrebbero avere senza un’attenta analisi automatica. “Noi siamo bravi quando c’è da gestire la complessità, lì un system integrator come Kyndryl può fare la differenza, gestendo ambienti ibridi ed entreprise”.

Un partner affidabile

Durante l’intervista, Alessandro Fregosi ci racconta che prima del suo ruolo come leader in Kyndryl, ha iniziato la sua carriera nel mondo IT nell’assistenza post-sale. “Capivo insieme ai clienti cosa comporta un progetto di un cliente, stando loro a fianco. Se sulle competenze cloud abbiamo dovuto dimostrare il nostro valore, sul modello di servizio la nostra storia ci ha aiutato”.

Quando chiediamo a Fregosi cosa ha ereditato da questa storia tanto importante, ci racconta: “Io ho passato venticinque anni della mia vita professionale in IBM, ne vado orgoglio. E devo dire che anche nella nuova avventura in Kyndryl abbiamo portato la nostra cultura del servizio. Quella è stata una grandissima scuola: il fatto di gestire i clienti quotidianamente. Io credo che quella cultura sia alla base della nascita di Kyndryl: noi non rivendiamo nulla, se non persone e progetti. Ma, oltre a questa eredità, c’è la novità dell’essere tecnologicamente indipendente. Questo è stato il mix vincente. Poter scegliere in questo parco giochi di soluzioni tecnologiche, ma con alle spalle la cultura del servizio e una grande esperienza”.

Guardando al futuro

Il primo AWS Summit di Kyndyl serviva a conoscersi, il secondo ha portato a terra dei progetti. Ma cosa di aspetta Alessandro Fregosi dal futuro di Kyndryl? “Oggi Kyndryl è un partner riconosciuto, ma che al momento non fa applicazioni. Ma stiamo iniziando a guardare a quel mondo. Perché non esiste un vero passaggio al cloud se non si va a cambiare il workload. Il cloud dispiega tutti i suoi benefici nel momento in cui il workload diventa nativo sul cloud, abilitando il multicloud e la possibilità di scegliere del cliente. La nostra ambizione per il futuro è di essere il partner che li aiuta non soltanto nell’ingresso nel mondo cloud, ma che segue il suo percorso end-to-end”.

Se l’attenzione al cliente e le competenze tecnologiche di cui Fregosi ci ha parlato vi interessano, potete trovarle sul sito di Kyndryl.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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