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L’intelligenza artificiale per le aziende: Proofpoint analizza rischi e benefici

L’intelligenza artificiale generativa (AI) sta cambiando il modo di lavorare di molte aziende e liberi professionisti , che possono sfruttare la potenza di strumenti come ChatGPT per creare contenuti originali e personalizzati. 

Tuttavia, l’uso strumenti basati su AI comporta anche dei rischi per la sicurezza (e per la privacy delle aziende). Queste devono essere consapevoli di come i loro dipendenti accedono e utilizzano questi strumenti. Infatti, in numerosi nostri articoli, vi abbiamo parlato di come ChatGPT può essere usato per scopi illeciti o dannosi, come la diffusione di informazioni false e persino attacchi cybercriminali. Ma, in modo decisamente più subdolo, l’AI può comportare un altro rischio: la perdita di dati sensibili.

Per questo motivo, le aziende dovrebbero adottare delle policy e delle soluzioni che permettano di monitorare e controllare l’accesso a ChatGPT e ad altre app di AI, in base al livello di rischio e al contesto d’uso. 

Abbiamo chiesto un parere a Ferdinando Mancini, Director, Southern Europe Sales Engineering di Proofpoint, che ci ha evidenziato alcune domande che le aziende dovrebbero porsi in merito all’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Vediamo insieme quali sono.

Le domande che le aziende dovrebbero porsi prima di utilizzare l’intelligenza artificiale

Chi utilizza l’AI in azienda?

È importante sapere chi sono gli utenti che accedono a tecnologie AI, con quale frequenza e da quali dispositivi. Questo può essere fatto tramite il monitoraggio del traffico proxy e degli endpoint. Inoltre, è opportuno avere una visibilità su tutte le app di AI presenti nell’ambiente aziendale, che possono essere considerate come shadow IT, e applicare dei controlli agli URL in base all’utente, al gruppo o alla divisione.

Come bloccare l’accesso a chatbot come ChatGPT?

Alcune aziende possono decidere di bloccare completamente l’accesso a ChatGPT o ad altre app AI, in quanto le ritengono troppo pericolose o inutili. Per farlo, è necessario avere delle soluzioni che permettano di applicare delle policy focalizzate sulle persone, che consentano di bloccare dinamicamente l’accesso in base a vari fattori, come la vulnerabilità, il livello di privilegio o il comportamento dell’utente.

Come consentire agli utenti di utilizzare l’intelligenza artificiale evitando la perdita di dati sensibili delle aziende?

Contrariamente al punto precedente, alcune aziende possono invece permettere l’uso dell’intelligenza artificiale, ma con determinate limitazioni. Ad esempio, si può limitare la quantità di testo che gli utenti possono copiare e incollare nel prompt di ChatGPT, o bloccare l’upload di file contenenti dati sensibili. Inoltre, si possono inviare delle notifiche in tempo reale agli utenti per informarli delle policy aziendali sull’uso accettabile di questi strumenti.

Come consentire agli utenti di utilizzare l’AI e allo stesso tempo monitorarne l’uso?

Infine, alcune aziende possono scegliere di non limitare l’uso di ChatGPT o di altre app di AI, ma solo di monitorarlo per analizzare i rischi potenziali. Per farlo, si possono acquisire dei metadati e degli screenshot delle interazioni degli utenti con il prompt di ChatGPT, e avere una visibilità sui file in uso e sulla loro fonte. Inoltre, si possono impostare degli avvisi sulle visite ai siti di AI generativa per segnalare la necessità di ulteriori indagini.

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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