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Insurtech in Italia: il mercato è solido ma gli investimenti sono insufficienti

Il settore assicurativo in Italia ha raggiunto un buon grado di innovazione, grazie ai 450 milioni di euro investiti in insurtech nel 2022. Questo è quanto emerge dai dati dell’Italian Insurtech Association (IIA), l’associazione che rappresenta oltre 200 attori del settore. Tuttavia, non tutto è rose e fiori: l’Insurtech Investment Index 2022, realizzato da IIA in collaborazione con l’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano, mostra una diminuzione del punteggio da 20/30 a 14/30 rispetto all’anno precedente

Il motivo principale di questa contrazione è il mancato allineamento degli investimenti in startup innovative con le medie internazionali. L’Indice, che ha coinvolto i principali player del mercato, evidenzia che, nonostante il 27% degli intervistati abbia investito in almeno una startup o PMI insurtech nel 2022 e il 75% abbia avviato almeno una partnership con realtà tecnologiche nell’ultimo anno, gli investimenti in startup insurtech in Italia sono stati solo di 120 milioni di euro negli ultimi 30 mesi, contro i circa 1,2 miliardi di euro degli altri Paesi Europei.

“L’incertezza generata dal contesto macroeconomico e geopolitico del 2022 ha fortemente rallentato gli investimenti Insurtech delle compagnie assicurative italiane” dichiara Filippo Renga, Direttore dell’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano “Le compagnie e i broker italiani nel 2023 si sono concentrati su innovazioni legate ai processi di back office, che sono cresciute di 13 punti percentuali rispetto al 2023, e su progetti con ritorni nel breve periodo ben nell’82% dei casi. Dall’altro lato del mercato, i consumatori e le aziende dimostrano di apprezzare sempre più i servizi digitali legati al mondo assicurativo, sia in fase di sottoscrizione che nella gestione dell’assicurazione stessa, con una forte predisposizione verso l’embedded insurance”.

L’insurtech in Italia: sempre più polizze acquistate online

I dati dell’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano, che ha analizzato gli investimenti interni e le abitudini di consumo dei servizi insurtech nel nostro Paese, fotografano bene lo stato di salute del mercato.

Tra le tipologie di coperture assicurative più acquistate online ci sono quelle per i viaggi (87%), per i dispositivi elettronici (89%) e per la cybersecurity (80%). Anche i comparti tradizionali come auto/moto, salute e casa vedono una maggiore penetrazione digitale: oltre il 50% degli assicurati ha scelto il web come canale principale. L’unico ramo che resta ancorato alle modalità offline è quello vita, con solo il 36% degli acquirenti che ha usato il digitale.

La diffusione dei canali digitali ha anche favorito lo sviluppo di modelli di Embedded insurance, ovvero l’integrazione delle polizze assicurative in piattaforme o servizi non assicurativi. Ad esempio, il 45% dei consumatori che ha sottoscritto una polizza viaggio nel 2022 lo ha fatto tramite siti di Travel; il 35% di chi ha comprato una polizza auto lo ha fatto direttamente dal concessionario.

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Come restare competitivi?

Per restare competitive in questo scenario in rapida evoluzione, le compagnie assicurative puntano sempre più sulle partnership con le realtà insurtech, che offrono soluzioni innovative e personalizzate. 

Secondo la ricerca di IIA e dell’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano, il 37% dei player del settore ha indicato la realizzazione di alleanze strategiche come la priorità per il 2023. Il 29% si concentrerà invece sulla creazione di progetti interni, mentre il 26% investirà in startup o PMI Insurtech. Infine l’80% del prevede di concentrare gli investimenti per l’automatizzazione della gestione di sinistri e processi di back office.

Riportiamo di seguito le dichiarazioni di Simone Ranucci Brandimarte, Presidente di IIA:

Gli investimenti in progetti insurtech interni delle compagnie stanno crescendo in linea con quelle che erano le nostre attese, così come lo sviluppo di partnership tra le compagnie e player insurtech. Purtroppo non sta avvenendo altrettanto per quel che riguarda gli investimenti in startup. Le motivazioni del basso punteggio ottenuto nell’Index di questo anno sono proprio da ricercare nel mancato sviluppo del mercato startup in Italia, ancora arretrato rispetto i vicini Paesi, come UK, Francia e Germania in cui gli investimenti in realtà innovative sono nettamente superiori. Nonostante quindi la buona crescita del mercato nostrano, trainata principalmente dagli investimenti in progetti interni alle compagnie, la difficoltà ad aumentare gli investimenti in startup non ci consente di fare quel cambio di passo necessario per ridurre il gap esistente con gli altri Paesi europei. Come già riportato nell’ultima edizione del Manifesto di IIA, ci auspichiamo di vedere aumentare ulteriormente gli investimenti in insurtech, toccando quota di un miliardo di euro entro fine 2024. Appare chiaro che per ottenere questo risultato sarà fondamentale creare sinergie tra tutti i player coinvolti, dalle compagnie, ai ventur capital, sino alle startup, che devono essere in grado di rispondere all’appello di un mercato alla ricerca della svolta tecnologica.”

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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