Prodotti, materiali e alimenti coprono quasi la metà delle emissioni di gas serra. Secondo quanto affermato dallo studio condotto da Darren West, product expert Circular Economy di SAP, questo problema ambientale può essere migliorato dall’attuazione dell’economia circolare.
Un’economia circolare a zero emissioni: l’azione dei Governi
L’economia circolare è un modus operandi che si sta insinuando anche nella logica dei Governi in tutto il mondo, i quali stanno agendo affinché le emissioni possano ridursi a zero. Ad esempio, l’accelerazione dell’innovazione nei prodotti industriali e nei combustibili per un’economia circolare a zero emissioni è una delle cinque priorità dell’iniziativa Net-Zero Game Changers del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Nel frattempo, il nuovo Circular Economy Action Plan (CEAP) è uno degli elementi principali del Green Deal europeo.
Le Nazioni Unite a favore della diminuzione della plastica
Oltre all’economia circolare, anche la riduzione della plastica è un tema molto significativo. Infatti, il Trattato delle Nazioni Unite sulle materie plastiche è un consenso di 175 nazioni per la stipula di un accordo giuridicamente vincolante per affrontare l’inquinamento da plastica entro la fine del 2024.
Si tratta di un risultato importante perché la plastica è diventata fondamentale per i prodotti che creiamo e per gli imballaggi. La plastica ha un impatto enorme sull’ambiente a causa delle emissioni generate per la sua produzione e dei rifiuti di plastica gettati in modo scorretto che inquinano l’aria, gli oceani, il nostro cibo e persino il nostro sangue.
I risvolti dell’economia lineare
In questo momento il tipo di economia che viene sfruttata è ancora quella lineare, poiché solo il 7,2% delle risorse mondiali viene riutilizzato o riciclato. Nel caso della plastica, estraiamo il petrolio dal suolo, lo trasformiamo in prodotti e imballaggi, che usiamo e buttiamo via. Continuare così non è un’opzione perché finiremo le risorse, peggioreremo il riscaldamento globale e causeremo ulteriori danni al nostro ecosistema.
Perché l’economia circolare non è la prima opzione?
L’opzione migliore sarebbe quella di sfruttare, appunto, l’economia circolare, che consiste nel far circolare le risorse in cicli, in modo che i materiali mantengano il loro valore e possano essere riutilizzati. Se ha effetti così positivi, perché non la stiamo già mettendo in atto? Il primo motivo che frena è di natura puramente economico.
A lungo termine, l’economia circolare creerà posti di lavoro, ridurrà i costi, migliorerà la redditività e renderà sicure le linee di approvvigionamento. Per raggiungere questo obiettivo, tuttavia, sono necessari ingenti investimenti di capitale nel breve periodo. Inoltre, sono necessari più dati per aiutarci a capire le conseguenza delle nostre decisioni. E abbiamo bisogno di un nuovo modo di lavorare, più collaborativo.
Le collaborazioni tra aziende e organizzazioni non-corporate accelerano i progressi. Come affermato da Darren West, product expert Circular Economy di SAP, un chiaro esempio è il modo in cui, lavorando con il WBCSD e l’Ocean Plastics Leadership Network, SAP è impegnata ad aggiornare le soluzioni per aiutare i clienti a rispondere ai nuovi requisiti.
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