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Quasi ogni azienda è in ritardo secondo il Digital Maturity Index di F5

Nonostante gli investimenti nella trasformazione digitale, solo una minoranza di organizzazioni può vantare un livello avanzato di maturità digitale. Questo è quanto emerso dalla prima edizione del Digital Maturity Index, uno studio condotto da F5 che ha analizzato le risposte di 300 aziende nel rapporto State of Application Strategy 2023. L’indice valuta sei capacità tecniche fondamentali: infrastruttura, app delivery, dati, operazioni di Site Reliability Engineering (SRE), osservabilità e automazione, sicurezza.

Digital Maturity Index di F5: quasi ogni azienda è in ritardo

Secondo le analisi di F5, solo il 4% delle organizzazioni può essere considerato un “doer” digitale. Queste aziende si distinguono per la capacità di adottare e integrare la tecnologia in modo strategico, rendendola fondamentale per il proprio core business. Utilizzano dati e analisi per prendere decisioni, offrono servizi digitali e sfruttano le tecnologie emergenti per entrare in nuovi mercati e ottenere un vantaggio competitivo. Tuttavia, in settori chiave come i servizi finanziari, la sanità, l’istruzione e l’energy/utilities, nessuna organizzazione intervistata ha raggiunto questo livello di maturità.

Il 65% delle organizzazioni analizzate si colloca nella fascia intermedia, definita “dilettanti” del digitale. Queste aziende hanno ottenuto punteggi elevati in alcune delle sei capacità valutate, ma non in modo costante in tutte le aree chiave. Mentre dimostrano una certa competenza digitale, hanno ancora spazio per migliorare e consolidare le proprie capacità.

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Il restante 31% delle organizzazioni viene classificato come “temporeggiatori”. Queste aziende mostrano una mancanza di progresso in tutte le metriche utilizzate nell’indice. Le loro debolezze riguardano la distribuzione dell’infrastruttura, l’app delivery e la sicurezza, la strategia di osservabilità, l’implementazione dell’automazione nelle aree chiave e l’uso della telemetria per sfruttare insight sui dati.

Lori MacVittie, Distinguished Engineer di F5, spiega: “In un momento in cui ci si concentra più che mai sulle potenzialità delle tecnologie dirompenti, la nostra analisi misura quanto le organizzazioni sono pronte a trarne concretamente vantaggio. Il fatto che così poche organizzazioni siano digitalmente mature può sorprendere, ma in realtà sottolinea la complessità di questa transizione e l’estensione e la profondità delle capacità tecniche necessarie per avere successo. Anche dopo un lungo percorso di digital transformation, la maggior parte delle organizzazioni ha ancora molto da fare”.

Automazione e cloud pubblico

I risultati hanno mostrato che la totalità dei “doer” ha descritto le proprie organizzazioni come automatizzate, mentre solo il 30% dei “dilettanti” e il 6% dei “temporeggiatori” ha riportato lo stesso. Più della metà dei “temporeggiatori” ha dichiarato di non aver compiuto alcun progresso nell’implementazione dell’automazione.

Nell’utilizzo di AI e ML, sia i “doer” che i “dilettanti” hanno mostrato una forte convergenza. Il 35% in entrambi i gruppi ha dichiarato di utilizzare o pianificare l’utilizzo di queste tecnologie in ambito di sicurezza, mentre il 29% in ciascuna linea di business (LOB). I “temporeggiatori” si distinguono, con il 24% che non fa uso di queste tecnologie, sebbene il 27% di loro le utilizzi per le operazioni e la sicurezza.

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Inoltre, emerge come l’adozione del cloud pubblico è un altro indicatore chiave della maturità digitale. Mentre almeno un quinto delle organizzazioni lo utilizza per la continuità operativa e lo sviluppo, il 39% dei “temporeggiatori” non fa uso del cloud pubblico, rispetto al 7% dei “dilettanti” e nessuno dei “doer”.

L’approccio alla sicurezza rappresenta un altro elemento distintivo tra i gruppi. Mentre la maggioranza dei “doer” utilizza un approccio di piattaforma per proteggere l’azienda (91%), l’infrastruttura (82%) e le applicazioni/API (74%), questi numeri diminuiscono progressivamente tra i “dilettanti” e i “temporeggiatori”. In particolare, il 13% di quest’ultimi non adotta affatto questo tipo di approccio.

Le sfide per le aziende (anche i “doer”)

Anche se le organizzazioni più mature digitalmente si distinguono dalle altre per l’uso della tecnologia, ciò non significa che il loro percorso di trasformazione digitale sia privo di sfide.

Secondo la ricerca di F5, anche le aziende più mature dal punto di vista digitale affrontano ancora difficoltà in alcune aree, soprattutto quando si tratta di generare insight basati sui dati. I “doer” hanno evidenziato la mancanza di visibilità nell’ottenere insight (75% rispetto al 54% dei “dilettanti” e al 50% dei “temporeggiatori”. Ma anche la frammentazione dei dati (66% contro 55% e 43%). Per la maggioranza dei “dilettanti”, il problema principale riguarda la mancanza di osservabilità, segnalata dal 53%.

La trasformazione digitale è una maratona, non uno sprint. La nostra ricerca racconta molto di più sull’entità della sfida che sul successo o il fallimento delle aziende”, ha dichiarato MacVittie. “Anche quelle indecise, che temporeggiano, mostrano segni di maturità in uno o due settori: ciò che manca è la coerenza nell’adozione e nell’integrazione degli approcci digitali in tutto il business, l’infrastruttura e le applicazioni”.

Potete leggere nel dettaglio il rapporto a questo indirizzo.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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