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Aruba: il multicloud nel 2023 è più vivo che mai

Nel corso dell'ultimo anno, molte aziende si sono poste l'obbiettivo di velocizzare ulteriormente la trasformazione digitale

Massimo Bandinelli, Marketing Manager di Aruba Enterprise, ha illustrato il suo punto di vista riguardo al multicloud e alla sua diffusione nel 2023. Nel 2022 il mercato del cloud in Italia ha sfiorato i 4,6 miliardi. Rispetto al 2021si è registrato un aumento del 18%. Questo incremento non stupisce se si pensa che, negli ultimi anni, anche a causa della pandemia, c’è stata una forte accelerazione della domanda di flessibilità, tanto nei data center quanto nei servizi cloud.

Nel corso dell’ultimo anno, molte aziende si sono poste l’obbiettivo di velocizzare ulteriormente la trasformazione digitale. Questo perché il protrarsi del lavoro da remoto ha richiesto di dover accedere in modo più agile e scalabile alle proprie risorse. Per rispondere a queste necessità, alcune realtà hanno optato per un approccio hybrid cloud, affidandosi a servizi sia di tipo privato che pubblico per le proprie applicazioni e i carichi di lavoro. Altre, invece, hanno iniziato ad affidarsi al multicloud, optando per multi-strategie più funzionali alla rapida trasformazione del proprio business.

2023: i benefici di un approccio multicloud

A differenza delle soluzioni ibride, in cui diverse soluzioni cloud lavorano assieme nello stesso ambiente ognuna con un compito ben specifico, condividendo e intersecando insiemi di dati, il multicloud consente di distribuire la stessa tipologia di workload, tipicamente IaaS o PaaS, su provider diversi, aggiungendo un ulteriore livello di protezione per i dati e di continuità di servizio. Le ragioni che portano alla scelta di mantenere un’infrastruttura o parte di essa su diversi provider sono molteplici, per citare solo le principali: la riduzione del rischio di lock-in, l’agilità e scalabilità del servizio, la facilità di migrazione, il livello di servizio e di assistenza offerto (SLA), la ridondanza geografica e l’ottimizzazione dei costi.

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Con un approccio multicloud, ad esempio, le aziende possono proteggere i dati in un cloud privato e gestire altre aree in un ambiente multi-hybrid, godendo di tutti i vantaggi derivanti da una piattaforma distribuita geograficamente, come ad esempio la resilienza rispetto ad un outage locale oppure ad un attacco DDoS mirato. Basti pensare che, in media, quando si verifica un problema con un servizio ospitato sul multicloud, le organizzazioni possono risolverlo e ripristinare il servizio in 29 minuti o meno, contro i 1672 minuti di chi opera solo on premise.

Mitigare il rischio di lock-in

Lock-in. In aggiunta, il multicloud aiuta a mitigare il rischio di lock-in con un singolo fornitore: esistono di fatto cloud provider con architetture fortemente vincolanti, ma l’utilizzo del multicloud consente alle aziende di mettere in comunicazione piattaforme su provider diversi e quindi di decidere dove localizzare un determinato dato o una specifica applicazione. Ogni azienda dovrebbe crearsi le condizioni per poter spostare facilmente i propri workload con il minimo effort. La quantità di dati gestita in cloud è elevatissima per cui è fondamentale facilitare, anche a livello economico, la possibilità di trasferimento dei dati. Questo renderebbe il mercato più veloce, flessibile, conveniente, competitivo e sano, ed un’azienda si troverebbe a scegliere esclusivamente sul piano della qualità dei servizi offerti.

Sovranità dei dati e performance

Il multicloud rappresenta una risorsa essenziale anche in termini di sovranità dei dati e quindi di attenzione alla loro localizzazione geografica. Può rappresentare di fatto la risposta per le aziende che hanno precise esigenze normative e di compliance, nei casi in cui sia necessario sapere dove i dati risiedono. In termini di performance, infine, consente di allocare determinate risorse il più vicino possibile agli end user, minimizzando così le latenze. Ovviamente, è fondamentale scegliere accuratamente i servizi che possono beneficiare di questo approccio in base alle proprie specifiche esigenze: il multicloud, infatti, è sempre parte di una più ampia strategia cloud.

Per esempio, benché sia essenziale nella riduzione degli outage, il multicloud non è una soluzione di Disaster Recovery o di Business Continuity; motivo per cui sarà essenziale implementare a corredo soluzioni più specifiche per indirizzare questa esigenza. L’approccio multicloud non rappresenta di per sé una novità del 2023, ma ciò che si è modificata nel corso degli ultimi anni è la consapevolezza sui benefici della sua adozione: costi ottimizzati, maggiore agilità nell’adattarsi a nuovi carichi di lavoro, integrando quelli esistenti, maggiore libertà di scegliere la tecnologia e il provider più adatti. Non stupisce quindi, che, secondo IDC, oltre il 70% delle aziende sfrutterà entro quest’anno le potenzialità di questa soluzione per garantire servizi e prodotti di qualità ed affidabilità sempre maggiori.

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Autore

  • Marzia Ramella

    Scrivo di libri, film, tecnologia e cultura. Ho diversi interessi, sono molto curiosa. La mia più grande passione però sono i libri: ho lavorato in biblioteca, poi in diverse case editrici e ora ne scrivo su Orgoglionerd.

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