La pandemia, al netto delle difficoltà che ha calato trasversalmente su ogni settore, ha contribuito all’accelerazione di moltissime tecnologie, necessarie a garantire la business continuity anche nella nuova normalità. Una di queste è la VDI (Virtual Desktop Infrastructure), una soluzione sempre più gettonata per il lavoro da remoto. Per farcela spiegare abbiamo quindi intervistato Adam Strizzolo di beanTech, selezionato per il terzo anno consecutivo da NVIDIA come uno dei 25 esperti mondiali nello sviluppo della tecnologia di virtualizzazione delle schede grafico in ambito VDI.
L’importanza della VDI secondo da Adam Strizzolo
Partiamo innanzitutto dal chiarire di cosa stiamo parlando quando usiamo il termine VDI (Virtual Desktop Infrastructure). “Provo a semplificare” spiega Adam. “La VDI è una tecnologia che permette di creare postazioni di lavoro virtuali, ovvero macchine virtuali con sistema operativo desktop (Windows 10) all’interno di una sala server. Gli utilizzatori di qualsiasi tipo esso siano (office, CAD, CAM. AI, machine learning, designers, ecc) accedono da qualsiasi luogo essi si trovino (sia dall’ufficio che da casa) con un software client e vedono il proprio PC come se stessero lavorando normalmente. Questa operazione è garantita da una protocollo di streaming che fa l’encoding (compressione), l’invio, e il decoding (de-compressione) del flusso video. È per certi versi simile a quanto vediamo normalmente con Netflix o Amazon prime sulle tv di casa nostra.“
Una soluzione che permette di accedere, in maniera dinamica e senza praticamente limitazioni, alle risorse necessarie per svolgere il proprio lavoro, senza necessariamente dover avere in loco una macchina capace delle prestazioni richieste. “Tutto questo ha permesso l’esecuzione di carichi di lavoro fin prima inimmaginabili, dove quindi un tempo la VDI era un qualcosa riservato all’ambito office. Oggi qualsiasi carico di lavoro che richieda una accelerazione 3D viene portato in VDI, compresi tutti quelli che sono GPU intensive, come l’intelligenza artificiale, il machine learning, il rendering e prossimamente anche le VR.” È in questo aspetto che pesa la presenza di NVIDIA, le cui schede grafiche possono essere messe a disposizione delle varie macchine virtuali, con una condivisione dinamica della potenza di elaborazione.
Una manna per lo smart working e uno sguardo al futuro
L’accesso da remoto si è rivelato particolarmente rilevante per abilitare il lavoro in smart working, dove spesso non si hanno a disposizione le stesse macchine che si potrebbero invece avere in sede aziendale. “La VDI è stata applicata in modo massimo perché si è rivelata per i clienti un modo estremamente efficiente per far lavorare i dipendenti da casa rispettando le regole COVID. Oltre a questo, la semplicità dell’implementazione di una infrastruttura di questo genere ha giocato a favore delle imprese e degli stessi Amministratori delegati. Inoltre, garantisce la possibilità di lavorare in qualsiasi posto ci si trovi nello stesso modo in cui farei dall’ufficio, con qualsiasi tipo di device io abbia (i client di VMWare Horizon o Citrix sono presenti per la totalità dei dispositivi in commercio) senza obbligarmi a utilizzare VPN o configurazioni complesse, mantenendo anche uno standard di sicurezza elevatissimo.“
Non ci sono quindi dubbi sul fatto che la tecnologia, già in forte crescita, sia fortemente accelerata con l’aumento della domanda. Questo, in vista anche di un periodo post-pandemico, si tradurrà probabilmente in un suo utilizzo sempre più esteso e centrale. “Sicuramente il post COVID sarà segnato da un ambiente di lavoro “misto”, ovvero le persone ritorneranno in ufficio ma vorranno comunque mantenere una parte di smart working perché hanno apprezzato come si può avere un miglior bilanciamento lavoro-famiglia. Ogni anno la tecnologia ci sta stupendo con passi avanti incredibili. Noi quando siamo partiti nel 2015 con questo tipo di soluzioni fornivamo l’accelerazione 3D ai soli progettisti CAD. Poi abbiamo aggiunto gli utenti office, poi i CAM, e i designers. Poi è stata la volta di chi fa rendering con l’introduzione della famiglia RTX, infine siamo arrivati ad AI e ML. Il prossimo step che abbiamo iniziato a testare è la realtà virtuale con i caschetti VR.“
Maggiori informazioni sulle attività di beanTech disponibili sul sito ufficiale.
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