Un’azienda a prova di futuro deve mettere al centro l’innovazione, in particolare sfruttando l’intelligenza artificiale. SAP ha affiancato le aziende per cinquant’anni, quindi ha una base dati affidabile: un patrimonio di informazioni unico, che permette di sfruttare al massimo l’intelligenza artificiale. Senza dati, infatti, non solo l’AI non aiuta – rischia di creare problemi. Durante l’evento SAP NOW, l’azienda ha invitato i propri clienti per spiegare come l’AI generativa possa fare la differenza non solo per il futuro, ma già da oggi. Per settori diversissimi fra loro: da aziende di prodotto come il Gruppo De’ Longhi, dalle infrastrutture ecosostenibili del Gruppo CAP e persino aziende del terzo settore come il Banco Alimentare.
SAP NOW e l’AI generativa per aziende a prova di futuro, già oggi
Carla Masperi, l’amministratore delegato di SAP Italia, ci spiega che parlare di AI generativa in ambito business non è solo una moda: risponde a richieste espresse delle aziende come quelle presenti all’evento SAP NOW. Tramite SAP Insights, l’azienda ha condotto oltre 4200 interviste di cui 326 in Italia, divise fra aziende piccole, medie e grandi. Ha chiesto quali sono le due barriere principali all’innovazione: per il 37%, la difficoltà maggiore è abbandonare il vecchio modello di business. Ma un altro 37% ha problemi perché ci sono silos diversi fra le varie divisioni aziendali.
Il 57% delle aziende vede nella tecnologia la chiave per migliorare, il 48% nei cambiamenti di processo. Il 50% pensa di poter crescere nei prossimi 12 mesi con nuovi prodotti e servizi, il 46% punta su nuovi mercati. Ma il 45% riconosce nella tecnologia la chiave del successo nel prossimo anno.
Carla Masperi, Amministratore Delegato di SAP Italia, ha spiegato: “Investire nei dati è essenziale. Una delle caratteristiche delle aziende resilienti è il loro elevato grado di accesso ai dati. Si può essere cinture nere in ogni disciplina sportiva, ma tutta questa esperienza e tutti questi sforzi verranno ridotti nel migliore dei casi e sprecati nel peggiore dei casi se non si hanno i dati per sapere come funzionano i processi attuali. Senza questa conoscenza, è più difficile sapere quali processi necessitano di essere corretti per rendere la propria azienda più resiliente. Le aziende che si affidano alle tecnologie intelligenti come l’AI hanno inoltre maggiori opportunità di crescita, sono più attrezzate a rispondere ai rischi e a prosperare nei ricavi, perché in grado di adattarsi rapidamente alle avversità e ai cambiamenti sia attuali sia futuri. E non si limitano a superare le sfide, ma emergono più forti di prima”.
SAP NOW 2023 e l’intelligenza artificiale (AI) generativa: soluzioni per il business
Masperi ci spiega che Joule è l’assistente virtuale di intelligenza artificiale generativa di SAP, integrato direttamente nei processi aziendali. Quindi “sa quello di cui parla”. Non risponde in maniera generica, se per esempio chiediamo come vendere più quote di un particolare prodotto. Accede ai dati, da risposti partendo dai cataloghi, dai dati di vendita. E dà risposte in linguaggio naturale, chiare e facili da capire. Ma Masperi spiega che le possibilità sono molte di più: “Può servire anche per creare profili per le assunzioni, piuttosto che per aiutare la gestione di magazzino”.
L’AD di SAP spiega: “Abbiamo migliaia di clienti che utilizzano machine learning e deep learning. Oggi applichiamo la nuova generazioni di AI, quella generativa. Ma non è una tecnologia su cui fare prototipi e test, ma per operare direttamente nei processi aziendali dei nostri clienti”.
Le novità nell’assistente Joule
SAP ha introdotto le nuove funzionalità di intelligenza artificiale generativa in tutto il suo portafoglio SAP CX. Queste funzionalità, incluse nell’assistente AI denominato Joule, rivoluzioneranno la capacità delle aziende di automatizzare processi e analizzare dati.
Le funzionalità sono state progettate per team specifici, inclusi quelli di e-commerce, vendite, assistenza clienti e marketing. Questo rappresenta un passo significativo verso la creazione di una customer experience più intelligente, permettendo alle aziende di differenziarsi, fidelizzare i clienti e migliorare la redditività.
Alcune delle nuove funzionalità includono il potenziamento della gestione dei cataloghi, l’attivazione di risposte rapide e accurate con AI proattiva e contestuale, l’automatizzazione delle attività ad alta intensità di lavoro attraverso strumenti AI basati su ruoli, e l’utilizzo dell’AI per generare profili completi dei clienti.
SAP sta integrando queste funzionalità in diverse soluzioni del portafoglio SAP CX, tra cui la creazione di contenuti personalizzati basati su AI generativa e l’autenticazione basata sull’AI per migliorare la sicurezza e la fiducia del cliente.
SAP NOW 2023: l’importanza del cloud per abilitare l’AI generativa
Masperi spiega tuttavia che questi strumenti vanno di pari passo con l’adozione del cloud. “Questi strumenti arrivano nelle nostre soluzioni cloud, chi continua a operare on-premise non potrà sfruttarle. Ma non basta il cloud infrastrutturale, serve portare nella nuvola anche la parte applicativa. Cloud e intelligenza artificiale generativa sono le due tecnologie chiave del futuro per SAP” che le farà lavorare in simbiosi.
Un esempio di AI generativa già utilizzabile presentata a SAP NOW 2023 è Signavio, che cerca di aiutare le aziende a fare trasformazioni. Se è vero che l’abilità manageriale continua a fare la differenza, in un “era dell’incertezza” come quella di oggi, Signavio permette di valutare l’agilità dei processi. Potete direttamente chiedere in linguaggio naturale “come possono migliorare il mio processo di acquisizione” oppure “quale dei miei impianti è più efficace”. Tuttavia, servono dati accurati per avere risposte precise.
La qualità del dato fa la differenza
Durante la conferenza stampa a margine dell’evento SAP NOW, Nicola Serafin, Direttore Generale di De’ Longhi, spiega che l’AI generativa sta aprendo nuovi scenari. Ma è uno strumento abilitante solo se i dati su cui si basa hanno valore. Spiega: “Oggi si lavora per processo ma si è organizzati per funzione. Quindi la qualità del dato, la sua affidabilità e l’unicità, fanno la differenza per indirizzare il lavoro aziendale. Bene sfruttare la tecnologia per farlo, ma serve che i manager del futuro sappiamo interpretare il dato che SAP ci aiuta a mettere a disposizione, per far convergere l’azienda sugli obiettivi”.
Se il dato è affidabile, diventa possibile semplificare la gestione aziendale. Non è solo uno slogan. Serafin spiega: “Una volta vedevamo dati vecchi di un paio di mesi, oggi li vediamo tutti i giorni. Io lavoro usando solo lo smartphone, nonostante l’impronta globale e i tre miliardi di fatturato di De Longhi. Poter accedere alle informazioni e gestire un’azienda in maniera fluida serve l’accesso semplice al dato”.
Ma serve cambiare il modo di pensare e gestire tecnologie e persone. Serafin ci dice: “La creatività italiana ci dà un vantaggio strategico, per la nostra abilità di pensare fuori dagli schemi. Ma dobbiamo sfruttarla per creare nuova conoscenza, lavorando sulle persone. Il dato serve per analizzarlo e creare un vantaggio competitivo”.
SAP NOW: se i bravi manager fanno le giuste domande, l’AI generativa può rispondere
Alessandro Russo di Gruppo CAP (AD e Direttore Generale) riprende i dati della ricerca di SAP Insights, spiegando che la divisione in silos non nasce solo da questioni tecnologiche, ma organizzative.
“Dire che i silos sono separati è pleonastico: le chiamiamo divisioni aziendali, altrimenti sarebbero sommatorie. Ma vediamo sempre più approcci multidisciplinari. Io faccio spesso la metafora del Cubo di Rubik: non si tratta di seguire una To-Do List, devi affrontare i problemi in approccio sistemico, non un ‘colore’ alla volta. Gli strumenti tecnologici per questo sono fondamentali, perché cambiano il paradigma: se prima i manager bravi davano buone risposte, oggi sono quelli che fanno bene domande – le risposte sempre più le daranno i dati e l’AI”.
Oltre a cambiare la mentalità dei dipendenti, anche i manager devono abituarsi a una maggiore flessibilità dettata da questi strumenti. “Noi ci occupiamo, fondamentalmente, di tubi. Se una volta dovevamo capire dove avevamo fatto bene e male negli ultimi mesi, oggi con l’AI ci chiediamo quali tubi dovremo cambiare nei prossimi mesi. Serve però grande flessibilità: i piani quinquennali rigidi non esistono più”.
Secondo Russo, l’azienda fa da abilitatore. Ma bisogna ricordarsi che: “La tecnologia non può essere un obiettivo aziendale: è uno strumento per raggiungere obiettivi economici. Investire nell’innovazione può diventare un vantaggio competitivo, ma serve anche un approccio più evoluto per gestirla”.
Questa flessibilità non solo permette di ottimizzare il business, ma abilita anche nuove possibili attività. Per esempio, Russo racconta: “Un’azienda di yogurt lavora con noi per smaltire i prodotti in scadenza, perché i nostri depuratori possono differenziarlo per creare acqua pulita e materia organica che poi diventa bio-metano. L’energia che vendiamo in questo progetto pilota lo doniamo al Banco Alimentare”.
L’importanza dei dati anche nel terzo settore
Russo offre un assist perfetto per introdurre Salvatore Maggiori, Direttore Generale del Banco Alimentare, che spiega l’importanza di dati e AI anche nel terzo settore – se l’obiettivo è ambizioso. Racconta: “La nostra associazione non distribuisce gli utili a fine anno, ma pasti durante tutti i dodici mesi. Abbiamo tre modi di raccogliere cibo e aiuto: le donazioni dalle aziende del settore Food, chi dona fondi monetari, chi dona servizi. Tutte queste attività dobbiamo rendicontarle, anche per garantire serietà a chi dona. La tecnologia che permette di dimostrare che quello che raccogliamo arrivi a chi serve per noi, quindi, è fondamentale: le aziende con noi sanno che possono fidarsi”.
Lavorare con il Banco Alimentare per le aziende diventare una risorsa importante: “Non si tratta di scarti alimentari: prodotti con il packaging danneggiato, fuori stagione. Le aziende risparmiano il costo di smaltirli, guadagnandoci a livello d’immagine e facendo un’operazione utile per il sociale. Sempre più stiamo cambiando prospettiva, agendo per processo. E lavoriamo con dipendenti ma anche con volontari, dai giovani ai pensionati: il cambio culturale per noi è delicato ma fondamentale”.
Fare bene il bene
Per gestire questo grande patrimonio di risorse, aziende donatrici, ma anche dipendenti e volontari, c’è biosgno di grande organizzazione. Maggiori afferma: “Bisogna fare bene il bene. Noi dobbiamo lavorare in maniera più integrata, per tenere insieme tutte le strutture, le associazioni e le persone che lavorano con noi. Noi stiamo utilizzando SAP dal 2011, ma quest’anno stiamo passando a SAP Hana: stiamo sfruttando l’occasione per cambiare i processi e lavorare in maniera più integrata”.
Ma oltre alla tecnologia, servono le persone. “Teniamo conto di questo anche nell’assumere le persone: oltre a guardare i curricula, ci chiediamo che tipo di persone lavoreranno con noi. Una delle prime cose che ho fatto è stato un assesment dell’IT, per poi assumere un IT manager che gestisse sia i processi che le persone – che fanno la differenza. Lavorare in team fa la differenza. Significa dimenticarsi del titolo sulla scrivania e mettersi a servizio del processo. Compito dei manager è dare gli strumenti per lavorare in maniera integrata”.
SAP NOW 2023 ha dato la possibilità non solo di immergersi nelle novità AI generative di SAP, ma anche conoscere le aziende che sfruttano queste tecnologie per fare la differenza. Trovate maggiori informazioni qui.
- White, Matthew D. (Autore)
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