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I pregiudizi sui licenziamenti sono cambiati durante la pandemia

Un'indagine LinkedIn mostra come sia cambiata la percezione degli esuberi, sebbene 6 italiani su 10 abbiano nascosto il licenziamento

Una ricerca LinkedIn mostra come i molti esuberi durante la pandemia di Covid-19 abbiano cambiato la percezione degli italiani riguardo ai licenziamenti. Sebbene la stigma rimanga, l’empatia sembra in aumento mentre l’attribuzione di colpa sia in calo. Questo periodo complicato ha rimosso alcuni dei pregiudizi sui motivi del licenziamento.

Gli esuberi durante la pandemia di Covid-19: la ricerca di LinkedIn

Sebbene gli ultimi dati del LinkedIn Hiring Rate mostrano che le assunzioni si stabilizzano (nuovo massimo dell’8%), è innegabile che quest’anno in molti hanno perso il lavoro. Quasi mezzo milione (470.000) sono stati licenziati nel periodo che va da luglio a settembre 2020. La situazione del mondo del lavoro, in Italia e nel resto d’Europa, è preoccupante.

Secondo la ricerca di LinkedIn sugli esuberi legati al Covid-19, c’è ancora del pregiudizio nei confronti del licenziamento: lo pensa l’81% degli intervistati. Il 50% ritiene però sia stato mitigato dalla pandemia di Covid-19. La ricerca mostra anche come siano spesso associate emozioni negative: il 28% prova imbarazzo e addirittura il 25% arriva alla depressione. Tanto che il 61% degli italiani ha nascosto la notizia del licenziamento alla famiglia e agli amici. Il 40% lo ha fatto per imbarazzo, il 34% per vergogna e il 28% perché non si sentiva a suo agio. Un altro 25% dice di aver nascosto l’informazione perché parlarne avrebbe compromesso le prospettive lavorative future.

Tuttavia, il 58% dichiara di non giudicare male chi è senza lavoro. Le persone tendono a essere più empatiche se hanno loro stesse subito un licenziamento: il 57% dice che rende più facile “vestire i panni” di un disoccupato.linkedin

La pandemia toglie la fiducia

La ricerca mostra anche come il grande numero di esuberi legato alla pandemia di Covid-19 abbia tolto fiducia agli italiani. Il 62% dei disoccupati si sente svantaggiato nella ricerca di lavoro. Questa mancanza di fiducia porta il 38% degli italiani a essere stressato e preoccupato di non trovare il lavoro. Il 28% si sente sconfitto dopo essere stato rifiutato per un ruolo per cui si era candidato. Più di un quarto (27%) perde la speranza, temendo di non trovare lavoro nel proprio campo e non sapendo cos’altro fare.

Questo porta il 41% ha rinunciato da 1 a 5 volte a una candidatura, temendo di non avere le competenze necessarie. Tuttavia, il 50% pensa di potersi preparare adeguatamente al mondo del lavoro post Covid-19.

Marcello Albergoni, Country Manager di LinkedIn, commenta: “Nella situazione tragica degli ultimi mesi, con centinaia di migliaia di lavoratori in esubero a causa della crisi da Covid-19, abbiamo osservato che molti membri si sono rivolti alla nostra piattaforma per condividere le loro esperienze e chiedere supporto. Quello che colpisce è il livello di onestà e di apertura mentale che abbiamo riscontrato nelle discussioni sui licenziamenti, rispetto a quelle precedenti la pandemia. La nostra ricerca dimostra che i licenziamenti causati da Covid-19 hanno contribuito a una significativa de-stigmatizzazione della disoccupazione.”

Come trovare un nuovo ruolo?

LinkedIn non si limita a presentare lo scenario ma prova a fornire una soluzione. #OpentoWork  è una cornice che segnala ai datori di lavoro che gli utenti sono alla ricerca di opportunità. Chi lo utilizza, in media riceve il 40% di messaggi in più e ha il 20% di possibilità in più di essere contattato.

Le aziende e i responsabili delle assunzioni possono usare la cornice #Hiring nella foto profilo per segnalare che si sta assumendo. In pratica è un annuncio di lavoro gratuito, che potrebbe portare a qualche nuova assunzione.

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Autore

  • Stefano Regazzi

    Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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