Secondo una ricerca Dynabook, il settore dei servizi finanziari, tradizionalmente conservatore in particolare nei confronti delle iniziative di lavoro flessibile o remoto, con la pandemia che ha cambiato questo modo radicato di lavorare si troverà di fronte a nuove aspettative sia dei dipendenti sia dei clienti. Il lavoro a distanza è ormai inserito anche in questo settore, ma questo significa che le aziende dovranno soddisfare nuovi requisiti tecnologici per poter lavorare a distanza e sfide associate alla loro implementazione.
A conferma di questo è l’ultimo rapporto Global Financial Centres Index, che specifica che i professionisti dei servizi finanziari che lavorano in Europa si aspettano di passare il 55% del loro tempo lavorando da casa dopo la pandemia.
Ricerca Dynabook, ecco come sono cambiate le abitudini lavorative dei servizi finanziari
Con l’arrivo della pandemia e le restrizioni conseguenti, bancari e consulenti, abituati alle riunioni faccia a faccia, hanno dovuto usare strumenti come Google Meet, Microsoft Teams e Zoom per mantenere le relazioni con i clienti. Allo stesso tempo è diventato fondamentale poter disporre di una tecnologia affidabile sul posto di lavoro, specialmente i dispositivi end-user che sono stati ampiamente utilizzati dai dipendenti in smart working.
“Notebook e PC sono stati fondamentali durante questa pandemia e continueranno ad esserlo nel nuovo mondo della finanza. Queste aziende devono assicurarsi di investire in dispositivi leggeri e portatili, ma potenti e progettati per adattarsi sia al lavoro da casa sia al tempo trascorso in ufficio”, ha dichiarato Massimo Arioli, Business Unit Director Italy di Dynabook Europe GmbH. “Questi device devono essere abbastanza resistenti da sopportare gli spostamenti, pur avendo la stessa connettività di livello superiore di uno smartphone per consentire una collaborazione fluida, evitando costosi tempi morti”.
Le aziende finanziarie che per forza di cose dovranno investire in nuovi computer portatili si troveranno ad affrontare le potenziali sfide che questi nuovi dispositivi creeranno. L’aggiunta di device e soluzioni connesse alla rete creerà una grande quantità di dati che dovranno essere gestiti ed elaborati in modo efficace e sicuro. Per questo motivo l’investimento si deve concentrare in tecnologia di prossima generazione.
Per contenere i costi, l’edge computing offre una soluzione efficace per risolvere questo problema: l’elaborazione dei dati ai margini riduce lo sforzo sul cloud, e gli utenti possono anche selezionare quali dati inviare in rete. Inoltre, sfruttando l’edge computing-powered data analytics, le banche possono fornire un’esperienza cliente più coinvolgente e personalizzata.
“Le aziende del settore finance devono assicurarsi che i dispositivi end-user integrino funzionalità di sicurezza come il riconoscimento facciale o delle impronte digitali così come l’archiviazione delle credenziali basate sull’hardware per fornire un primo livello di protezione contro i criminali informatici, e anche soluzioni come zero client per garantire che i device stessi non conservino le informazioni sensibili”, ha aggiunto Arioli.
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