L’anno scorso è stato segnato da una crisi economica globale, che ha messo a dura prova le previsioni finanziarie di molti esperti. Sebbene alcuni rapporti indichino che il rischio di recessione sia più percepito che reale, la situazione dell’Europa non sembra incoraggiante. Di fronte a questo scenario, l’industria tecnologica mondiale si sta adattando per affrontare le sfide future. Una delle priorità delle aziende tecnologiche è quella di ridurre i costi in tutti i settori, compreso quello del cloud.Ma come? E qual è l’attuale scenario globale?
A queste domande risponde Veeam, leader nel settore della Data Protection e del Ransomware Recovery.
Cloud, costi e incertezza economica: lo scenario
Il cloud ha avuto una crescita esponenziale durante la pandemia, con il mercato dei servizi cloud che è passato da 63 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2020 a oltre 126 miliardi nel primo trimestre del 2023. Ma cosa succederà ora? Il cloud subirà una contrazione? Non necessariamente, ma sarà necessario ottimizzare i costi del cloud in modo più efficiente.
Una delle principali motivazioni che hanno spinto le aziende a migrare verso il cloud è stata la promessa di una riduzione dei costi operativi. Tuttavia, questa promessa non si è sempre tradotta in realtà: si stima che circa il 30% della spesa per il cloud sia inutilizzata o sprezzata. Molti CIO si sono trovati a dover affrontare bollette salate, senza vedere un ritorno sull’investimento iniziale. Come mai? La risposta è che i fornitori di cloud non hanno interesse a farvi risparmiare. Se ordinate una pizza e aggiungete sempre più ingredienti, il costo lieviterà.
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Il vantaggio del cloud è che si paga solo per ciò che si usa, ma il problema è che la sua flessibilità può essere anche una trappola. Questo ha portato molti CIO a sperimentare lo “shock da bolletta”, un termine che prima era associato solo ai servizi pubblici, ma che ora è diventato sinonimo di cloud computing. Le bollette possono lievitare non solo perché è facile creare nuovi ambienti, ma anche perché i team IT tendono a pianificare per il futuro e non a monitorare il passato, lasciando risorse inutilizzate o obsolete.
La soluzioni FinOps
Per i motivi sopra elencati, negli ultimi anni, si è sviluppata la disciplina delle operazioni finanziarie (FinOps). In passato i team operativi non dovevano preoccuparsi dei costi quotidiani, ma con l’avvento del cloud i bilanci sono diventati dominati dall’OpEX.
Adottare una visione finanziaria delle operazioni IT è essenziale per controllare questi costi, soprattutto su scala aziendale. Ci sono diverse strategie per iniziare a ottimizzare i costi del cloud, ma la scelta della migliore dipende dal proprio ambiente. Alcune opzioni sono la ri-piattaforma o il rimpatrio, cioè il passaggio a un altro cloud o il ritorno al server fisico tradizionale.
Queste opzioni, però, comportano un alto costo iniziale e non risolvono sempre il problema alla fonte, senza contare il rischio di rimanere legati a un solo fornitore. Invece di allontanarsi dal cloud, molti preferiscono approfondire il cloud e riarchitettare con modelli e servizi nativi del cloud per cercare di abbattere i costi. Questo potrebbe implicare una migliore gestione delle istanze VM, l’introduzione di un tiering intelligente per lo storage o l’uso di container e Kubernetes.
Quest’ultima tecnologia, però, deve essere configurata correttamente, altrimenti può essere altrettanto costosa per i bilanci. Se il cloud è un’arma a doppio taglio, Kubernetes è una spada ancora più affilata, che offre maggiori benefici ma anche maggiori pericoli finanziari se gestita male.
Il fattore umano può ridurre i costi del cloud?
La mancanza di competenze nel cloud è un problema persistente per il settore e una delle cause principali della situazione attuale. La pandemia ha portato molte aziende (e i loro team IT) a saltare nel cloud senza la preparazione adeguata e ora molte ne stanno pagando (letteralmente) le conseguenze.
Da allora, anche se il divario si sta colmando lentamente, molti team non hanno le competenze necessarie per realizzare la riarchitettura su larga scala che potrebbe essere richiesta per ottimizzare i costi. Le aziende devono ricorrere a competenze esterne, se necessario, o a soluzioni alternative come moduli dedicati al risparmio dei costi o soluzioni automatizzate per l’ottimizzazione dei costi del cloud.
Mai sottovalutare la questione sicurezza
Infine, è fondamentale che durante il processo decisionale di ottimizzazione del cloud non si trascurino la sicurezza e la protezione dei dati. Con minacce informatiche come il ransomware sempre più diffuse, le aziende devono assicurarsi di essere il più resistenti possibile a queste minacce, altrimenti i risparmi a breve termine potrebbero portare a sofferenze a lungo termine.
Secondo il Veeam Ransomware Trends Report 2023, l’85% delle organizzazioni ha subito almeno un attacco informatico in un periodo di dodici mesi; un aumento rispetto al 76% registrato nell’anno precedente, quindi non è il momento di ridurre la protezione nel cloud. È importante che questo aspetto rimanga in primo piano, ad esempio quando si esaminano i costi dello storage per i backup ospitati nel cloud o quando si cambiano i livelli di storage per i carichi di lavoro esistenti.
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