Ci sono delle annate buone e delle annate meno buone per il raccolto delle multinazionali. Il 2022 per Oracle Italia non è stato un anno buono, ma fantastico. In occasione dell’apertura alla stampa della nuova sede a Milano, Oracle Italia ci ha parlato dei risultati per l’anno fiscale 2022 che si è chiuso da poco.
I successi dell’ultimo anno fiscale
L’incontro si apre con Alessandro Ippolito (Vice President, VP Tech e Country Manager di Oracle Italia) che descrive un quadro generale estremamente positivo per l’azienda.
Il 2022, spiega Ippolito, è stato un anno molto importante dal punto di vista della crescita e della presenza sul territorio. Non solo è stata aperta la nuova sede di Milano, che lui definisce “un fiore all’occhiello” per l’azienda, ma è stata anche inaugurata la Cloud Region di Milano a dicembre scorso. Cloud Region che rappresenta un grosso passo avanti dal punto di vista del servizio che la multinazionale può ora offrire sul territorio.
L’apertura è stata un momento importante per i clienti del nostro Paese, che in questa infrastruttura trovano risposta alle esigenze di sicurezza, affidabilità, prestazioni necessarie per dare una svolta al loro percorso di migrazione al cloud, con nuove possibilità di valore anche per il tessuto delle piccole e medie imprese, fondamentali per la ripresa italiana.
Questa presenza sul territorio è accompagnata anche da risultati economici in crescita. Il Country Manager parla di un incremento del 10% anno su anno con, in particolare, un aumento del 40% della componente cloud. I numeri hanno, ovviamente, lo stesso trend in salita anche a livello mondiale. Tuttavia, dal punto di vista della crescita del cloud la sede italiana si è collocata sopra la media della corporate.
L’immagine che ne salta fuori è quella di una multinazionale che ha fatto all-in sulle tecnologie cloud e adesso ne sta raccogliendo ottimi frutti.
Successi fatti anche di persone
I successi non si misurano, per Oracle, solo in termini economici ma anche in termini di persone. Infatti, nel 2022, Oracle Italia ha accolto tra le sue fila più di 150 giovani talenti.
In particolare, Ippolito menziona il programma GenO (Generation Oracle) per il recruitment dei migliori giovani appena usciti o in uscita dalle università più rinomate. Questo programma punta all’inserimento dei giovani in azienda in 24 mesi con un contratto a tempo indeterminato. Durante i 24 mesi di formazione sono previste per i candidati molte esperienze internazionali e un potenziamento non solo delle competenze tecniche, ma anche di tutte quelle abilità che oggi prendono il nome di soft skill.
Il cloud al centro della scena
I risultati di Oracle per il 2022 fanno perno su una affermazione delle tecnologie cloud offerte dall’azienda. Nella seconda parte della presentazione, Andrea Sinopoli (VP & Country Leader Cloud Tech) si è concentrato su quanto è avvenuto all’interno dell’ecosistema cloud di Oracle.
La Could Region di Milano è, ovviamente, presa ad esempio come innovazione. Infatti, le tecnologie adottate dalla sua architettura sono tutte all’avanguardia; quelle che internamente Oracle definisce “Generazione 2”. La Gen. 2 rappresenta un passo avanti significativo in termini di sicurezza, performance e automazione dell’infrastruttura.
In questo ambito Oracle ha creato in Italia nell’arco di appena due anni un percorso di grande successo
Questa innovazione, ci racconta Sinopoli, anche se purtroppo non può fare nomi, ha permesso la partenza di attività importanti nel settore bancario e medicale. Passando a parlare di numeri, il tutto si è tradotto in un incremento del 70% delle aree IaaS (Infrastructure as a Service) e PaaS (Platform as a Service).
Il mondo che gira attorno al cloud
Sono molti i punti toccati durante la discussione. Di particolare interesse è però la partnership con Microsoft. Tale partnership prevede un collegamento diretto tra Cloud Region delle due multinazionali. Il collegamento diretto non si limita alla cablatura ma include anche un unico sistema di autenticazione e un unico sistema di supporto per i clienti.
L’intervento di Sinopoli si conclude con lo sguardo rivolto verso il futuro. Quello che la multinazionale vede nei prossimi mesi è una forte scommessa sull’ecosistema dei partner. In particolare si parla del programma CSP (Cloud Service Provider), che vede il partner come gestore di una parte dell’infrastruttura. Altro tema caldo per i mesi a venire è quello del multicloud, ovverosia la capacità di offrire servizi combinando l’offerta di più cloud provider. Questo, per permettere a ogni cliente di prendere i servizi dove più conveniente e scongiurare l’eventualità di lock-in.
Lo scenario italiano
Infine, per commentare lo scenario italiano, interviene Giovanni Ravasio, (VP & Country Leader Cloud Applications).
Il punto importante qui è che stiamo vivendo un momento nel nostro paese come non ce ne sono mai stati. Lo scenario italiano è incredibilmente attivo anche grazie alle opportunità offerte dal PNRR. Questa situazione si traduce in investimenti per progetti con caratteristiche di sostenibilità nel tempo. Serve oggi fornire soluzioni tecnologiche con una vita lunga e sostenibili; e un approccio cloud nativo permette di raggiungere il risultato. Seguendo questa scia, Ravasio ci segnala una forte crescita delle applicazioni cloud HCM (Human Capital Management) e ERP (Enterprise Resource Planning).
Altro argomento correlato a quanto appena detto è l’attenzione molto forte di Oracle alla sostenibilità ambientale e alla diversity; entrambi obiettivi aziendali. Infatti, la multinazionale ha intenzione di alimentare tutte le sue sedi e i suoi datacenter con fonti energetiche rinnovabili entro il 2025, per poi arrivare a essere totalmente “net zero” entro il 2030. Inoltre, l’attenzione alla diversity è ormai parte integrante della cultura Oracle, che vede nelle differenze una importante risorsa di innovazione e di business.
Oracle proiettata verso il futuro
In chiusura di evento riprende la parola Alessandro Ippolito per dare una serie di spunti sulla visione del futuro da parte dell’azienda. Visione che si concretizza, tra le altre cose, con programmi di supporto alla ricerca universitaria e all’innovazione. Tra questi programmi vengono menzionati Oracle For Research, Oracle Open Data e Oracle Labs, che forniscono rispettivamente risorse di calcolo, data set scientifici e supporto a progetti universitari.
Viene toccato anche il punto della recente acquisizione di Cerner, leader nei sistemi informatici sanitari. Attraverso questa nuova acquisizione, ci viene detto, sarà possibile portare innovazione a 360 gradi nel mondo della sanità.
La nuova sede come testimonial della cultura aziendale
La nuova sede Oracle di Milano, che ha fatto da cornice a tutto l’incontro, non è solo un palazzo ma parla di un’azienda e della sua cultura. Innanzitutto, Oracle vuole essere presente sul territorio per cui la sede è stata riportata nel centro della città. Secondariamente, si vuole integrare con Milano e la sua cultura. Infatti, ogni piano è dedicato a un aspetto diverso della città come il cibo, il Teatro alla Scala e i quartieri storici. Inoltre, vuole aprirsi a tutti i dipendenti, offrendo spazi che possano essere accoglienti per tutte le generazioni.
Tradotto anche in numeri, la nuova sede Oracle di Milano vanta 6200 metri quadri che ospitano circa 350 postazioni di lavoro, una trentina di “huddle room” e “phone booth”, 50 sale riunioni e anche una sala fitness.
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