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Microsoft mette commercialmente a disposizione OpenAI GPT-3

Il servizio arriva come parte degli strumenti cloud di Azure

All’evento Ignite 2021 Microsoft ha annunciato che metterà a disposizione delle aziende che lavorano con Azure il software GPT-3 di OpenAI. Il sistema di intelligenza artificiale funziona permette di analizzare testi per funzioni di autocompletamento. Ma può anche servire per riassunti, analisi e anche per generare contenuti originali. Anche se molti esperti non pensano sia pronto a rivolgersi direttamente al pubblico.

Microsoft mette a disposizione OpenAI GPT-3

Il nuovo servizio offerto da Microsoft ha un potenziale enorme, grazie alla capacità di analizzare testi. L’esempio portato da Microsoft è quello di una squadra sportiva che vuole creare un’app che commenti o sintetizzi un evento sportivo. Il team marketing della squadra potrebbe utilizzare le capacità di GPT-3 per produrre contenuti originali e aiutare a creare post per i social o contenuti per i fan. Più velocemente di qualsiasi redattore (per quanto siamo allenati a battere velocemente sulla tastiera).

Il software GPT-3 è già venduto sotto forma di API direttamente da OpenAI. Ci sono aziende come Copy.ai che promettono di creare con GPT-3 delle email lavorative contestuali e precise. Ma ci sono anche delle possibilità creative come i libri-gioco online oppure i chatbot su alcuni social.

Ma la commercializzazione attraverso Microsoft assicura che GPT-3 arrivi alle grandi aziende con un supporto logistico e tecnico migliore. L’azienda di Redmond ha già investito ben un miliardo di dollari in OpenAI e l’anno scorso ha ottenuto una licenza esclusiva per usare i prodotti in Azure. Microsoft ha anche inserito il tool nelle applicazioni PowerApps e in Visual Studio Code come funzioni per l’autocompletamento.

Per il momento l’accesso sarà consentito solo su invito e Microsoft fornirà dei “filtri e monitor” per controllare l’utilizzo inappropriato del servizio. Infatti negli anni molti studi hanno riportato che questo tipo di algoritmi può amplificare i bias che incontra nel processo di machine learning. Negli ultimi anni abbiamo incontrato esempi di chatbot razzisti e contenuti completamente fuori luogo. Tanto che gli esperti suggeriscono, almeno per il momento, di non utilizzare GPT-3 nella relazione diretta con il pubblico.

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Source
The Verge

Autore

  • Stefano Regazzi

    Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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