Per un nuovo mondo del lavoro serve una nuova leadership

Il mondo del lavoro sta subendo cambiamenti epocali: non si tratta solo di rispondere alla pandemia. E con un nuovo mondo del lavoro alle porte c’è bisogni di ridefinire il concetto di leadership. Cornerstone ha presentato un evento con il futurista ed ex-responsabile HR al World Economic Forum Paolo Gallo per capire quali sono gli elementi fondamentali del leader di oggi e domani.

Ridefinire un nuovo concetto di leadership nel mondo del lavoro

Cornerstone si occupa con successo e professionalità di “gestire il talento”: dal recruting alla formazione all’HR. Siamo quindi rimasti stupiti quando il webinar gestito da Paolo Gallo è iniziato con l’immagine degli Avengers. Supereroi che nella diapositiva successiva sono divenuti le divinità dell’Antica Grecia. Ma non avevamo sbagliato l’indirizzo del webinar: Gallo è partito da queste immagini della mitologia passata e contemporanea per parlare del concetto di leader.

Ma per farlo ha dovuto introdurre il contesto economico in cui viviamo. Un contesto in cui il business cambia con grande velocità, anche forzato dalla pandemia. Un mondo che forse è meno complicato ma è più complesso: per risolvere i problemi serve costante apprendimento, adattamento. E dove l’interdisciplinarità è la nuova norma: tutti sono in costante formazione.

E poi stiamo entrando in un mondo OMO: Online Merge Offline. Il digitale è parte delle vite di tutti, sempre. Un ulteriore livello di complessità che però porta grandi possibilità nuove e inedite.

Cosa è il “new normal”?

In particolare pensando al futuro post-pandemico, giornali e analisti parlano di “new normal“, la nuova normalità che ci aspetta. Ma sarà davvero nuovo? E sarà davvero normale?

Gallo parla di un nuovo contesto dove secondo lui domineranno cinque “C”: Caos, Crisi, Complessità, Confusione e Cambiamento Costante. Un nuovo contesto che bisogna affrontare e gestire, che non è né la “tempesta perfetta” né “l’andrà tutto bene”.

Un mercato di lavoro totalmente nuovo

Diciotto mesi fa, gli Stati Uniti avevano 6,7 milioni di posti di lavoro, più del numero di disoccupati. La pandemia ha ribaltato la situazione. Ma fa riflettere il fatto che quel numero è reso possibile dal fatto che nelle statistiche del governo USA dopo due anni di disoccupazione si passa a essere “inoccupabili“.

Uno dei motivi per cui, in tutto il mondo, le persone che non possono essere occupate stanno aumentando è perché il 50% di tutti i lavoratori entro il 2025 avrà bisogno di reskilling. Il vecchio paradigma della crescita non funziona più: si impara da giovani, si lavora, si va in pensione. Oggi la formazione dura per tutta la vita. Perché la ragione per cui ci sono (o c’erano prima della pandemia) più posti di lavoro che non potevano essere occupati è che le persone non sono preparate a ricoprire quei ruoli. Le aziende non trovano quello che cercano, i disoccupati non trovano lavoro.

Lavoro e leadership: il valore viene da quello che i computer non possono fare

Quando si pensa al futuro del mondo del lavoro, robot e intelligenza artificiale spesso fanno paura. Eppure ci sono cose che non possono fare: non possono essere empatici, non possono essere creativi. Non possono avere tutte quelle caratteristiche che ci rendono unici. E che possiamo coltivare.

Eppure, Gallo fa notare che se il 96% dei padroni di cani somministra le medicine consigliate dal veterinario, quando andiamo noi dal medico rispettiamo i consigli solo nel 39% dei casi. Ci prendiamo poco cura di noi. Ma è da cui che bisogna ripartire.

Le cinque C della nuova leadership

Il primo step per la nuova leadership è Care. Prendersi cura. Di se stessi in primis ma anche di quelli che lavorano con noi e per noi. Trattandoli con umanità perché sono le loro doti umane che li rendono unici, insostituibili da qualsiasi intelligenza artificiale.

La seconda C da tenere in testa è Cause: ragionare sulle missioni, su quello in cui si crede. Non solo gli obiettivi aziendali ma le vere ragioni che ci stanno dietro. Credere in quello che si fa: essere missionari e non mercenari.

Poi viene Connection (o Collaboration): la capacità di lavorare insieme. Che non significa solo delegare ma nemmeno controllare. È la capacità di condividere missioni e faticare insieme per ottenerle.

Infine, due doti davvero potenti: Creativity e Courage. La capacità di creare e rompere gli schemi, non da incuranti ma consapevoli delle difficoltà, per affrontarle con coraggio.

Un nuovo modello di leadership è possibile e necessario

Il modello del leader presentato da Paolo Gallo ha tratti che sembrano caratteriali più che delle vere skill. Eppure possono essere imparate e allenate, perché nascondono da un cambio di prospettiva. Che può sembrare complicato e astratto ma è necessario per affrontare un mondo in costante cambiamento.

Bisogna formarsi tutta la vita, anche e soprattutto in quelle “soft skill” che, come abbiamo visto, sono il vero plusvalore che avremo sempre nei confronti delle macchine. Per farlo, Cornerstone resta un punto di riferimento, quindi vi invitiamo a dare un’occhiare alle soluzioni che presenta sul sito ufficiale.

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