L’integrazione dell’Intelligenza Artificiale (AI) nelle funzioni delle Risorse Umane (HR) non è ancora considerata una priorità assoluta dalle aziende, tuttavia, l’interesse verso questa tecnologia è in crescita.
Un’indagine approfondita condotta da SD Worx, un fornitore di servizi HR, ha coinvolto più di 5.000 aziende e 18.000 lavoratori in 18 nazioni europee, rivelando che, al febbraio del 2024, il 33% delle aziende europee aveva già iniziato a implementare l’AI nei propri ambienti lavorativi.
Nonostante ciò, l’Intelligenza Artificiale non figura tra le prime cinque sfide HR dell’anno. In parallelo, il 20% dei lavoratori esprime preoccupazione riguardo alla possibilità che l’AI possa sostituirli in numerosi compiti.
HR e Intelligenza Artificiale: i numeri del fenomeno
L’IA continua a farsi strada nella vita quotidiana e nel mondo del lavoro, ma solo l’8% delle aziende europee la considera tra le principali sfide HR del 2024. Le priorità per la maggior parte delle imprese rimangono il benessere dei dipendenti (37%), il reclutamento (34%), la loro fidelizzazione (33%), il lavoro flessibile (27%) e l’esperienza lavorativa complessiva (27%).
Tuttavia, paesi come Francia, Germania, Romania e Svezia attribuiscono all’Intelligenza Artificiale un’importanza maggiore. Le aziende di grandi dimensioni, con oltre 2.500 dipendenti, percepiscono l’AI come una sfida più rilevante, probabilmente a causa delle maggiori complessità legate alla digitalizzazione e all’AI stessa.
Nonostante l’attuale bassa esigenza, il potenziale dell’AI è ampiamente riconosciuto. Quando si tratta di identificare le funzionalità cruciali per un software di gestione paghe, l’Intelligenza Artificiale si posiziona agli ultimi posti, ma il 22% delle organizzazioni afferma di utilizzarla già nei propri processi di payroll.
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“L’intelligenza artificiale può creare un valore significativo, una maggiore efficienza, un servizio clienti più rapido o insight interessanti che possono essere utilizzati dai responsabili delle risorse umane“, afferma Tom Saeys, COO di SD Worx. “Trovare il giusto equilibrio tra una tecnologia come l’IA e supporto umano è essenziale. In SD Worx incoraggiamo e implementiamo le innovazioni a beneficio dei nostri clienti e collaboratori. Siamo certi che questo non andrà a scapito dei posti di lavoro, ma anzi che ne verranno creati di nuovi. Tuttavia, per sfruttare appieno il potenziale dell’IA è necessario un approccio diverso, una continua riqualificazione professionale e un processo di apprendimento permanente, sia per le aziende che per i dipendenti”.
L’Italia vede di buon occhio l’uso dell’AI per il payroll
L’AI è impiegata principalmente per monitorare la legislazione e aggiornare i sistemi in caso di modifiche normative (39%), per la validazione continua dei dati (34%), la categorizzazione dei dipendenti e altri dati (34%), e per identificare e correggere anomalie (33%).
L’Italia mostra un forte interesse verso le opportunità offerte dall’Intelligenza Artificiale nel settore HR. Circa il 34% delle aziende italiane intervistate accoglie favorevolmente l’idea di un sistema di payroll completamente digitalizzato e automatizzato.
Attualmente, il 28% utilizza già l’IA generativa nei propri processi, posizionando l’Italia al secondo posto in Europa, subito dopo la Polonia (33%). Il 36% sta investendo per espandere l’uso dell’IA generativa, mentre il 45% – la percentuale più alta in Europa – sta attivamente esplorando il suo potenziale all’interno dell’ambiente lavorativo.
Come viene percepita l’Intelligenza Artificiale per l’HR
L’uso dell’Intelligenza Artificiale nei processi di payroll e HR è in fase di espansione, con particolare attenzione alla classificazione degli impiegati (35%), data analytics e previsioni (30%), e al rilievo e correzione delle anomalie (32%) come principali applicazioni in Italia. Mentre il supporto legislativo rimane l’applicazione predominante in Europa, il 28% delle aziende italiane pianifica di adottarlo.
Nonostante la minoranza delle aziende veda l’AI come una sfida imminente, i dipendenti mostrano una visione differente. Il 20% teme che l’IA possa sostituirli in molte delle loro mansioni, e questa preoccupazione cresce fino al 35% tra coloro che già interagiscono con l’AI. Tuttavia, l’indagine evidenzia che un dipendente su sei fa già uso regolare dell’IA nel proprio lavoro.
Tra i responsabili HR, il 29% ritiene che l’AI possa rendere alcune posizioni lavorative obsolete. D’altra parte, il 73% dei dipendenti che utilizzano l’AI la considera un valore aggiunto significativo, sottolineando come questa tecnologia incrementi la loro produttività.
“Stiamo entrando nell’era di un HR management algoritmico, dove l’IA consentirà di automatizzare diverse attività HR e migliorare i processi decisionali”, dichiara Jan Laurijssen, HR Evangelist di SD Worx. “A questo fine, sarà importante di adottare un approccio equilibrato nell’utilizzo dell’IA, con un’attenzione adeguata al monitoraggio, alla supervisione e all’apprendimento continuo. I professionisti delle risorse umane dovranno ripensare radicalmente il proprio ruolo, accogliendo l’IA, comprendendone le implicazioni e preparandosi alle sue sfide, in modo da poterla sfruttare appieno per costruire una forza lavoro resiliente e dinamica”.
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