MILANO – Fino a qualche anno fa gli uffici erano estremamente standard: ognuno aveva la sua scrivania, il suo PC, la sua sedia. La propria postazione non era solo un luogo dedicato all’attività lavorativa, ma una zona sicura, uno spazio personale che poteva essere arricchito da fotografie, piante e piccoli oggetti. Oggi è tutto diverso. Nel 2019 gli uffici tradizionali hanno lasciato spazio ad open space innovativi, estremamente contemporanei e spesso capaci di mixare sapientemente tecnologia, design ed ecosostenibilità. Tutto questo l’ho ritrovato all’interno di Elle Decor at Work. The Evolution of Workspace, la mostra organizzata da Elle Decor ed ospitata da Palazzo Bovara.
Non immaginatela però come uno spazio asettico, pensato solo per essere ammirato o, addirittura, invidiato. L’esposizione in realtà si configura come un vero e proprio ufficio 2.0, con tanto di caffetteria, piccolo ristorante, sale riunioni futuristiche e tantissimo verde. Non manca naturalmente la tecnologia, tecnologia fornita in questo caso da HP.
HP ed Elle Decor: tecnologia, arredamento ed ecologia
Ma cosa ci fa un brand hitech in un luogo che sembra votato al design? Me lo spiega Santino Canegrati, Managing Director di HP Italy: “La collaborazione con Elle Decor nasce dal cambiamento che c’è nel mondo dell’ufficio che riguarda il comportamento delle persone e tutto quello che c’è in torno. Quello che puoi vedere all’interno della mostra è molto in linea con quello che vediamo oggi negli uffici: una combinazione di arredamento e di tecnologia per lavorare in maniera diversa. Fino a poco tempo fa il posto di lavoro era la scrivania. Le scrivanie erano raggruppate in gruppi e i gruppi in ambienti che potevano essere aperti o chiusi. Questo è il modo in cui vivevamo il lavoro. Oggi le cose sono cambiate e questo cambiamento ci ha portato a collaborare con Elle Decor, anche perché penso che la tecnologia abbia un senso se collegata ad un certo tipo di arredamento e viceversa”.
Tutto questo però non è legato solo ad una mera questione di design. L’ambiente proposto da The Evolution of Workspace è in realtà progettato tenendo in mente i principi dell’ecosostenibilità. Una grande attenzione quindi all’Ambiente – quello con la A maiuscola – che si riflette anche nella scelta dei prodotti HP presenti: “Tutte le stampanti che vedi non sono laser e quindi, per definizione, non emettono polveri. – mi spiega Canegrati – In secondo luogo sono tutte stampanti, compresa la PageWide, che hanno un assorbimento elettrico bassissimo. Quindi non si tratta solo di avere delle piante che liberano dell’ossigeno e tolgono anidride carbonica, ma di introdurre della tecnologia che sia in linea con l’ambiente in cui mi trovo e lavoro.”
La visione di Santino – o Tino, come preferisce essere chiamato – è sicuramente affascinante, ma non posso fare a meno di chiedermi quale sia il plus per HP. Insomma, sulla carta è tutto estremamente interessante, ma la collaborazione con Elle Decor è un investimento e per tanto ci si aspetterebbe un ritorno di qualche genere. L’ AD di HP Italia la vede diversamente: “Lo dico spesso anche ai miei, perché noi spesso ci vantiamo di essere leader di mercato perché qualcuno in un grafico fa vedere che la nostra quota di mercato è più alta di quella degli altri. Secondo me un vero leader è quello che sposta l’asticella sempre più avanti, nel senso che, come si usa dire nella moda, osa, quello che definisce le tendenze. Siamo qua perché venderemo di più? Io non credo. Sinceramente non venderemo uno spillo di più. Siamo qui perché è bello? Per far vedere che è un’azienda green? Direi di no. Per me si tratta di offrire uno spunto alle persone, per far vedere che le cose cambiano, per mostrare che accogliamo i feedback dei consumatori ma poi rilanciamo.”
Insomma, una scelta – quella di partecipare alla mostra di Elle Decor – dettata dalla responsabilità. Essere primi quindi non è solo una questione di numeri, un onore riservato a poco, ma anche un onere verso la società e i consumatori.
Un mercato che si adatta
Canegrati ha menzionato le stampanti ma in realtà l’esposizione di Elle Decor includeva anche monitor, mini PC e laptop. Ne ho quindi approfittato per chiedere a Tino come stia cambiando il mondo dei computer: “Sul mercato c’è molta brillantezza nel rivalutare il PC non come una macchina con un processore XY e una memoria XZ ma come uno strumento che mi permetta di svolgere un’attività in certi luoghi e di fare cose estremamente specifiche. Ti sarai sicuramente accorta – mi racconta il Managing Director di HP italy – che fino a 5-6 anni fa dei notebook si parlava poco. Oggi sono macchine molto diverse, ce ne sono addirittura alcuni pensati solo per il gaming, altri che puntano solo sul design e altri ancora che vengono costruiti per fare videoconferenze. Non è un caso che a bordo dei nostri PC ci sia l’audio Bang & Olufsen: c’è perché permette di fare videoconference serie anche in ambienti informali o rumorosi. Per ritornare alla tua domanda: la tendenza è che, poiché si riesce a portare un valore diverso a seconda delle caratterizzazioni che hai, allora c’è un grande interesse a sostituire le macchine. Cosa significa? Che non le restituisco più perché è terminato il supporto al sistema operativo, non le sostituiscono più perché non performano a sufficienza, ma perché le uso in modo differente.“
Tutto questo, mi spiega Canegrati, si traduce in un mercato estremamente vivo e dinamico. Le aziende quindi investono in ricerca e sviluppo e cercano di proporre nuovi prodotti, nuove soluzioni, nuove idee. Un trend che non è dettato solo dalla volontà di innovare ma anche dalle continue sollecitazioni ricevute dai clienti: oggi più che mai i consumatori sanno ciò che vogliono e di cui hanno bisogno.
A fare un esempio pratico di questo atteggiamento è di nuovo Canegrati: “Il mese prossimo lanceremo un monitor curvo che è anche docking station. Ma perché nasce questo? Nasce questo perché le scrivanie sono sempre più condivise e quindi lo spazio di lavoro deve essere pulito. Un altro esempio: ultimamente è più naturale fare un bonifico anche mentre siamo al lavoro. Per farlo però non devo nascondermi. Ecco perché abbiamo sviluppato la tecnologia Sure View così io che sono di fronte al PC posso leggere quello che c’è a schermo, mentre chiunque si trovi accanto a me non vede nulla.“
Insomma, oggi il mondo ICT si adatta all’evoluzione dell’ambiente di lavoro e cerca addirittura di anticipare le esigenze dei clienti. Ma qual’è il futuro? E, soprattutto, continueremo ad avere dispositivi dedicati al B2B e macchine invece ideate per il mondo consumer? “Penso che questa divisione andrà via via scomparendo. Qualche anno fa avevo le mie 8 ore in ufficio, 8 ore di sonno e 8 ore a casa. Oggi no. Prima ti facevo l’esempio del bonifico al lavoro, ma adesso succede anche l’opposto: a casa quindi posso lavorare, controllare la posta o rivedere una presentazione. Cambiando il mio comportamento mi aspetto che l’oggetto che uso diventi uno e mi dia delle garanzie.“
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Mentre l’amore per i computer – notebook in primis – sembra aver raggiunto nuove vette, sembra invece calare quello per le stampanti. La diffusione del digitale ha portato ad un netto ridimensionato del mercato, non solo in ambito consumer ma anche in quello B2B. Non stampiamo più i biglietti aerei, non ci serve più la copia cartacea di una prenotazione, non dobbiamo necessariamente presentarci alle riunioni con un plico di fogli.
Eppure, nonostante l’innegabile calo subito dal settore, Santino Canegrati affronta l’argomento con grande ottimismo: “Si stampa di meno ma ci sono esigenze diverse e si cercano quindi macchine specializzate. Penso ad esempio ad HP Tango, una stampante che può stare in qualunque ambiente, anche molto piccolo. Se poi la tengo in un luogo dove ricevo anche altre persone, ho bisogno di un oggetto che sia invisibile e che, quando invece visibile, sia gradevole.“
Le sfide di HP tra presente e futuro
L’attuale Managing Director di HP Italy lavora per la multinazionale americana da oltre tre decenni. Prima di salutarlo quindi non posso fare a meno di chiedergli se e come sia cambiata HP in questi anni: “È rimasta un’azienda di ingegneri, di inventori, però si è focalizzata sulla vita reale. Tradizionalmente da noi si inventano delle cose bellissime e poi si cercava di vedere se servivano. Ho in mente dei prodotti fantastici che però sono stati inventati o 10 anni prima o nel mondo sbagliato. Ti faccio un esempio: quando sono arrivato in azienda, HP aveva il touchscreen e non erano ancora gli anni ’90. Il fatto è che non c’era nessun software compatibile. Tutto questo per dirti che oggi è molto più vicina alle reali esigenze delle persone, c’è molta più attenzione a capire quali sono i trend e le tendenze.“
Ovviamente le cose non sono sempre state facili per il colosso statunitense: “Abbiamo affrontato diverse sfide, soprattutto organizzative. Il fatto di aver spesso integrato altre aziende, o al contrario di esserci divisi, ha portato sfide importanti. Penso alla Compaq o alla business unit Printing di Samsung. Queste operazioni implicano l’integrazione non solo di brevetti e tecnologie, ma anche di persone, modi di pensare e processi che possono essere sostanzialmente diversi. Questa secondo me è stata la sfida più grossa insieme al fatto di dover generare così tanto interesse e così tanto valore verso i clienti che ci sia profitto sufficiente per poter continuamente reinvestire in ricerca e sviluppo e avere quindi la nuova generazione di prodotti. Ecco questa è l’altra sfida importante, per tutte le aziende tecnologiche.”
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