Casavo è una startup PropTech che opera nel settore immobiliare attraverso un modello di business innovativo e unico. È una piattaforma tecnologica, definita Instant Buyer, che presenta offerte dirette per l’acquisto di immobili. Non solo: dopo la ristrutturazione, trova gli acquirenti finali.
Fondatore della startup è il CEO Giorgio Tinacci, il quale nel 2017, ad appena 27 anni, ha deciso di mettersi in proprio. Casavo è passata da 3 membri dello staff nel 2017 ad avere un team composto da più di 200 persone, una crescita delle vendite a tripla cifra e investitori di prestigio come Exor e Goldman Sachs. Inoltre, Casavo ha vinto per 3 anni consecutivi il premio come Great Place To Work.
Casavo, startup di Instant Buying immobiliare
Ad oggi, Casavo rappresenta un modello per il settore immobiliare. Fondata nel 2017 a Milano dal CEO Giorgio Tinacci, Casavo ha un obiettivo molto preciso: cambiare il modo in cui le persone vendono, comprano e vivono le case in Europa.
Ebbene sì, Casavo sta pian piano allargando i suoi orizzonti anche in Europa. Al momento l’azienda ha effettuato più di 1100 transazioni immobiliari ad oggi per un valore di oltre €300 milioni. Con un team di 200 persone, Casavo opera attualmente a Milano, Roma, Torino, Firenze, Bologna, Verona e Madrid. L’obiettivo a lungo termine è raggiungere altri mercati europei e presidiare altre città italiane.
Il servizio di Instant Buying rappresenta il core business e oltre a questo Casavo sta espandendo la sua offerta di prodotto tecnologico per soddisfare tutte le esigenze di venditori, acquirenti e agenti immobiliari.
Chi è Giorgio Tinacci, CEO di Casavo
Poco più che trentenne, Giorgio Tinacci è il CEO nonché fondatore di Casavo. «Ho sempre avuto la passione per l’immobiliare e il sogno di creare qualcosa di mio. Casavo nasce con l’obiettivo di costruire un modello di business con un forte impatto economico e sociale, in grado di innovare un settore fortemente tradizionale, come quello del real estate, ridisegnandone i confini», afferma Tinacci. Ed è proprio quello che ha fatto. Da passione, il progetto è diventato un vero e proprio lavoro. Casavo è passata dall’avere 3 dipendenti nel 2017, a contarne oggi più di 200.
La prima fase di lancio
Durante la prima fase di lancio, Tinacci e il suo team si sono concentrati sulla validazione del modello di business, con un focus sul testare il servizio concludendo le prime operazioni immobiliari. In questo modo hanno cominciato a costruire le fondamenta tecnologiche dell’azienda, per potersi posizionare da subito in modo distintivo attraverso i nostri strumenti e servizi digitali.
Per realizzare tutto ciò, sono stati fondamentali gli investitori che hanno creduto nel progetto, come per esempio Exor Seeds, il ramo early-investment di Exor, che proprio durante l’ultimo round di finanziamento ha scelto di investire per la prima volta in una startup italiana.
Esperienze pregresse di Giorgio Tinacci
Una volta laureatosi in Bocconi in International Management nel 2015, Giorgio Tinacci entra in BCG (Boston Consulting Group) dove lavora per due anni. Qui segue dei progetti di trasformazione tecnologica nel settore bancario e industriale.
In seguito, decide di uscire da BCG e fonda Casavo, con il supporto di Picus Capital. L’obiettivo è quello di di sviluppare una piattaforma tech enabled in grado di agire da market maker nel mercato immobiliare residenziale, acquistando immobili in 30 giorni e assumendosi il rischio di trovare un acquirente finale.
Il modello di business rappresentato da Casavo
Casavo sta rapidamente evolvendosi verso un modello di marketplace completo. Opera come un centro di servizi unico, utile sia per i consumatori che per i professionisti del settore immobiliare.
Il primo passo in questa direzione è stato il lancio della piattaforma di annunci proprietaria. Qui chi cerca casa accede a una vasta gamma di proposte, sia di Casavo che di agenzie partner selezionate. Tutte caratterizzate da immagini in alta qualità e funzionalità innovative come, ad esempio, i virtual tour.
Un altro elemento fondamentale del modello di business inclusivo dell’azienda è la collaborazione con le agenzie immobiliari. Grazie a un’offerta tecnologica unica e a un programma partner basato su incentivi, in meno di tre anni sono oltre 2500 le agenzie immobiliari che hanno ricevuto almeno un’offerta da Casavo.
Realisti.co per i tour virtuali dell’immobile
Nell’ottobre 2020 Casavo ha acquisito Realisti.co, il più importante servizio in Italia per la creazione di tour virtuali di alta qualità dedicati al solo mercato immobiliare.
Essere una realtà tecnologica e innovativa ha permesso a Casavo di adattarsi rapidamente ai cambiamenti causati dalla pandemia. E non solo: anche di reagire bene anche durante la fase più critica del Covid.
Dunque, cosa permette Realisti.co? La visita virtuale consente agli acquirenti di farsi un’idea del prodotto finale partendo da una visualizzazione digitale dell’immobile, anche qualora questi siano ancora in fase di ristrutturazione. Grazie ad esso riusciamo a digitalizzare ed agevolare l’esperienza dell’utente.
Afferma il CEO di Casavo: «Se durante il lockdown il virtuale era un’esigenza stringente, successivamente la comodità di questi strumenti ha fatto sì che permanessero in uso. Per cui siamo molto convinti e soddisfatti delle nostre scelte di business».
La questione della lentezza del mercato italiano
Il mercato immobiliare italiano è tra i più complessi d’Europa: basti pensare che il tempo medio per concludere una vendita è di oltre 6 mesi. Infatti, è uno dei mercati meno liquidi d’Europa ed è legato fortemente ai processi tradizionali. Recentemente sta iniziando ad aprirsi alla digitalizzazione e a snellire le pratiche per la vendita e l’acquisto di un immobile.
Con l’avvento del PropTech e una concorrenza sempre maggiore proveniente dal mondo digitale per le agenzie tradizionali, è ormai diventato necessario conoscere ed utilizzare anche le tecnologie che semplificano il processo e agevolano l’utente finale per poter essere competitivi sul mercato.
«Negli ultimi tempi abbiamo osservato molti investimenti tecnologici in tal senso: la digitalizzazione delle compravendite residenziali, forme di finanziamento alternativo per acquirenti, piattaforme orientate alla comunità (co-working, co-living), l’apertura degli investimenti immobiliari rivolta ai risparmiatori, software di gestione immobiliare e di produttività, data-analytics rivolti agli operatori del settore», continua Giorgio Tinacci
E non ha alcun dubbio: l’opportunità al momento è enorme. I trend in atto rappresentano soltanto un primo passo rispetto ad un cambiamento più ampio che interesserà tutte le dimensioni del mercato immobiliare.
L’app Casavo Visite per la visita virtuale dell’immobile
Se il venditore preferisce non ricevere una visita fisica, Casavo procede con una proposta di acquisto basata su una visita virtuale realizzata tramite l’app Casavo Visite e questo pare sia un aspetto molto innovativo nel campo immobiliare. Ma come reagiscono i clienti? C’è ostilità nei confronti di questo metodo?
La risposta di Tinacci è semplice: nell’ultimo anno è avvenuta una progressiva apertura nei confronti di questo tipo di servizi. A causa delle misure restrittive, i consumatori hanno esplorato nuovi servizi digitali. A esempio, a Milano, il 90% delle visite agli immobili viene effettuato da remoto, tramite applicazione. Nonostante ciò, però, le relazioni in prima persona sono comunque una parte fondamentale della vita di tutti e Casavo cerca di andare incontro alle esigenze di ognuno.
Prospettive future di Casavo
Oggi, rispetto a qualche anno fa la domanda è più attenta alla qualità, alla natura degli spazi. E questo per Casavo è un vantaggio, perché vendono un prodotto riqualificato e di qualità. Il trend va verso un immobile di tipo polifunzionale, abitazioni con dimensioni più ampie e spazi modulabili.
È la diretta conseguenza delle necessità nate dal nuovo stile di vita durante il lockdown che ha fuso insieme lavoro, studio, casa e tempo libero. Inoltre, un balcone, ad esempio, è vissuto come vitale, così come giardini e terrazzi. Allo stesso tempo però, bisogna fare i conti con la realtà data dal potere di acquisto delle persone che in questo periodo ha subito quantomeno un fermo.
Per il futuro post-crisi, Tinaccia ha le idee chiare: «si può definire in due parole: Digitale e Diversificato. Digitale perché anche le aziende più tradizionali riconosceranno ancor di più il potenziale della tecnologia. Diversificato perché gli operatori, soprattutto quelli dei settori più colpiti, avranno bisogno di lanciare nuovi servizi o prodotti per cogliere le opportunità di mercato che nasceranno e far fronte ad una riduzione della “domanda core”».
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