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Scontro tra titani: quando la carta e il networking personale non vanno d’accordo

La visione di Massimiliano Grippaldi, Regional Sales Manager di PFU Italia

Fare networking significa incontrare persone e interagirvi, per motivi di business o di socializzazione, con lo scopo di scambiare informazioni sul nostro lavoro, sui settori in cui operiamo e di sviluppare contatti professionali nella speranza che possano condurre alla finalizzazione di un nuovo contratto o supportarci in un’esigenza aziendale.

Quanto conta il rapporto di persona

Nel mondo digitale di oggi, gli incontri di persona potrebbero risultare fuori moda, ma le relazioni di business più consolidate si basano sulla fiducia, la quale si basa in gran parte sul contatto visivo. È così dalla nascita – se osservate un neonato in braccio alla propria madre, sarete strabiliati dall’intensità dei loro sguardi. Da adulti, il rapporto visivo resta forte e uno scambio di sguardi quando incontriamo qualcuno per la prima volta – o la sua mancanza – ha un impatto sulla considerazione che potremo avere di quella persona. Nella cultura occidentale, la stretta di mano ha un ruolo simile, a testimonianza del desiderio di avviare un rapporto di fiducia, mostrando la mano libera e aperta, disponibile alla stretta.

Scambi di sguardi e strette di mano autentici non possono avvenire in modo digitale, ma chi opera online o su piattaforme di social media sta cercando delle alternative valide.
Questo contatto deve restare fisico e, fino a quando gli umani non supereranno queste barriere psicologiche, se si desidera un rapporto forte sarà necessario trovare un modo per incontrarsi fisicamente e compiere tutti i gesti del caso.

Anche la carta ha un ruolo personale

Un primo incontro face-to-face, anche tra professionisti, ha sempre bisogno di suscitare delle emozioni affinché sia memorabile e getti le basi per la definizione di un rapporto di fiducia. Quando si tratta di esperienze emotive, la carta batte il digitale a mani basse.

Il settore del packaging è già consapevole di questa cosa, ed è per questo che Apple ha un designer dedicato responsabile di creare un’esperienza sensoriale eccellente nel momento dell’apertura di un nuovo dispositivo. Se avete mai aperto un nuovo iPhone, ricordate la lentezza di apertura della scatola? Le due metà, superiore e inferiore, sono volutamente molto adese ma con superfici altrettanto lisce, quindi si staccano lentamente, prolungando il momento dell’apertura. Dal colore alla consistenza, dagli effetti olografici agli smalti, la carta porta quasi a costringere il tocco, innescando un sottile effetto emotivo sulla persona che sta vivendo il momento.

Biglietto Visita GiapponeNel mondo del business, lo scambio di un oggetto fisico – ad esempio un biglietto da visita – che richiede uno scambio tattile e visivo, è un momento di comunicazione significativo per molte ragioni. È molto noto in Giappone, in cui l’etichetta dello scambio di biglietti da visita deve essere eseguita con attenzione per non correre il rischio di offendere per sbaglio la persona con la quale invece si vorrebbe costruire una relazione. Il biglietto da visita deve essere offerto con entrambe le mani e un leggero inchino, posizionandosi frontalmente e presentandosi con il proprio nome. Non si mette mai in tasca, e prima di riporlo nel portabiglietti da visita o di appoggiarlo sul tavolo, bisogna leggerlo. Questa procedura dimostra il rispetto nei confronti della persona che si ha davanti ed è una parte fondamentale dell’interazione. Le tradizioni non sarebbero possibili senza la carta e potrebbero ostacolare opportunità di networking in determinate culture. Con la costante crescita del digital attuale le aziende come possono sfruttare in modo efficace questi dati derivanti dalle interazioni fisiche?

Documenti, ma anche dati

I biglietti da visita non sono solo documenti fisici, bensì contengono dati e riferimenti importanti ottenuti nelle varie occasioni di networking. Storicamente venivano archiviati in un luogo o raccoglitore specifico, ma oggi la natura mobile delle aziende conduce alla necessità di accedere a queste informazioni da qualsiasi luogo. Dotarsi di una soluzione per l’acquisizione di documenti che utilizzi il software di riconoscimento ottico dei caratteri, che preveda la loro digitalizzazione e l’inserimento automatico in specifici database, può ottimizzare le opportunità di networking. In questo modo si riduce anche il rischio di perdere contatti importanti e per coloro che operano in modalità mobile sono a disposizione scanner portatili che permettono acquisizioni in movimento e memorizzazione su differenti archivi.

Massimiliano Grippaldi, Regional Sales Manager di PFU Italia

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