Gli anni della pandemia hanno messo a dura prova il settore sanitario in tutto il mondo, evidenziando diverse sfide da affrontare. La carenza di personale, lunghe liste d’attesa e risorse limitate hanno aggiunto ulteriori ostacoli a un sistema già gravato dall’invecchiamento della popolazione. Tuttavia, l’industria sanitaria sta cercando di trovare nuovi modelli di erogazione delle cure, più attenti alle mutate aspettative dei pazienti. Secondo il Future Health Index 2023 di Philips, alcuni trend emergono in maniera chiara: più fiducia nell’intelligenza artificiale, un sistema più connesso, più attenzione alle partnerhip e alla sostenibilità.
Philips Future Health Index 2023, come cambia la sanità
Gli operatori sanitari e i professionisti stanno puntando sulla tecnologia digitale e sull’intelligenza artificiale. L’obiettivo resta lo stesso: portare un vantaggio sul piano clinico ma anche operativo.
Inoltre, c’è una crescente volontà di ampliare ulteriormente l’assistenza al di fuori delle mura dell’ospedale. Più della metà dei partecipanti all’indagine sostiene che le proprie strutture stiano già fornendo cure a lungo termine (66%), d’emergenza (51%) e per la riabilitazione fisica (59%) in ambienti al di fuori della sede ospedaliera principale.
Un altro punto toccato dal report è che si stanno sviluppando partnership e collaborazioni sempre più estese e diverse tra i vari attori coinvolti nell’ecosistema della salute. Per superare le barriere tecnologiche e garantire un’assistenza più integrata e sostenibile anche dal punto di vista ambientale.
La sanità che cambia
Tali tendenze emergono chiaramente nello studio che ha coinvolto diversi leader globali nell’Health Technology, in 14 Paesi, tra cui l’Italia. Andrea Celli, General Manager Philips Italia, Israele e Grecia, spiega: “Il Future Health Index 2023 offre indicazioni interessanti su come sarà il futuro dell’assistenza sanitaria, sempre più integrata e connessa, con punti di accesso distribuiti sul territorio, al di fuori dell’ospedale. Ed evidenzia il ruolo centrale dell’innovazione digitale e dell’intelligenza artificiale per creare un’assistenza più efficiente dal punto di vista dei costi e dei risultati clinici“.
Celli continua: “Il PNRR rappresenta un’occasione straordinaria per realizzare i nuovi modelli di erogazione delle cure che si stanno delineando, ma gli investimenti previsti da soli non bastano. È necessario uno sforzo a livello di sistema, per mettere a fattor comune competenze e know-how diversi e complementari, progettualità e visione strategica. Solo così si può attuare quel processo di digitalizzazione indispensabile affinché il sistema sanitario possa diventare più efficiente e in linea con le nuove aspettative di pazienti e operatori sanitari”.
Il digitale per cure migliori
La stragrande maggioranza dei leader italiani nel campo della sanità, pari all‘86%, dichiara attualmente di affrontare pressioni finanziarie. E il 64% sta attivamente adottando misure per far fronte a queste sfide, con particolare attenzione all’ottimizzazione dell’efficienza.
In questo scenario, c’è una notevole fiducia da parte dei dirigenti sanitari italiani nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Tre su quattro (74%) stanno investendo nella tecnologia IA, in linea con la media europea (77%) e sopra quella globale (59%). Nei prossimi tre anni, l’investimento in IA nel nostro Paese supererà addirittura (95%) quello dei paesi europei (90%) e globali (83%).
Nei prossimi tre anni, i leader della sanità italiani hanno l’intenzione di investire nell’intelligenza artificiale per migliorare l’efficienza operativa (45%). Ciò implica l’automatizzazione della documentazione, la programmazione degli appuntamenti e delle attività e un generale miglioramento del flusso di lavoro. Oltre a ciò, riconoscono il grande potenziale dell’IA nell’ambito clinico: per il 42% avrà un impatto importante sulla diagnostica.
Ma restano problemi. In particolare, si riscontrano sfide riguardanti l’interoperabilità dei dati, segnalata dal 25% dei leader italiani della sanità (rispetto al 19% dei colleghi europei e al 17% a livello globale). Inoltre, riconoscono l’importanza di facilitare uno scambio più fluido di informazioni tra le strutture sanitarie, evidenziato dal 23% dei leader della sanità e dal 20% dei giovani professionisti sanitari.
Future Health Index 2023 di Philips, l’importanza delle partnership
L’intero campione considera essenziali le collaborazioni con varie organizzazioni esterne per fornire ai pazienti un’assistenza integrata, basata sull’interoperabilità dei dati e l’utilizzo delle tecnologie di IA. Nello specifico, quasi un terzo (30%) dei partecipanti e un quarto (24%) dei giovani professionisti afferma attualmente di collaborare con aziende nel campo della Health Technology. E prevede di continuare questa collaborazione anche nei prossimi 3 anni, dimostrando il valore delle partnership a lungo termine. Inoltre, il 33% dei dirigenti sanitari e il 28% dei giovani professionisti hanno l’intenzione di collaborare con aziende IT o fornitori di dati nei prossimi tre anni.
Nei prossimi tre anni, un terzo dei dirigenti sanitari (34%) desidera che il proprio ospedale o struttura sanitaria collabori con centri di medicina d’urgenza, un dato notevolmente superiore alla media globale (20%) e in linea con la media europea (29%).
Sanità e sostenibilità
Oltre a ottenere un aumento dell’efficienza, dei risultati clinici e delle esperienze positive per i pazienti, più della metà dei dirigenti nel settore sanitario (51%) e dei giovani professionisti (57%) è convinta che i nuovi modelli di assistenza avranno un effetto positivo anche sull’ambiente.
Anche in questa circostanza, si evidenzia l’importanza assegnata alle partnership e al ruolo degli standard (per il 50% dei dirigenti sanitari) che, secondo l’opinione prevalente, dovrebbero essere promossi dal governo per definire parametri di sostenibilità ambientale condivisi per il settore sanitario. Un dato molto significativo, specialmente se confrontato con quello a livello globale (28%) e tra gli intervistati europei (23%).
Per implementare con successo una strategia sostenibile, i dirigenti sanitari ritengono fondamentale collaborare o consultarsi con terze parti (29%) e assumere più personale con competenze specializzate (29%). La stessa percentuale è convinta che sia essenziale creare business case, stabilire obiettivi chiari e ambiziosi e monitorare con attenzione i progressi ottenuti.
Celli conclude: “Il piano italiano di ripresa e resilienza prevede un focus centrale sulla transizione verde, con la riduzione degli sprechi e il miglioramento dell’efficienza energetica. Promuovere un approccio all’economia circolare, privilegiare l’aggiornamento e la manutenzione predittiva delle grandi apparecchiature, in modo da ridurre i consumi e ad aumentare le performance, è un passo importante in questa direzione. E le aziende health tech, con le loro innovazioni, hanno un ruolo chiave nell’aiutare il settore a migliorare su più fronti la sua impronta ecologica, come emerge dal Future Health Index”.
Potete trovare il report sul sito ufficiale.
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