Il Digital Services Act nell’UE fa un ulteriore passo avanti

L’Unione Europea ha compiuto un notevole passo avanti verso l’approvazione del DSA (Digital Services Act) una serie di disposizioni che potrebbero cambiare in modo abbastanza significativo il modo in cui le aziende tecnologiche nell’UE lavorano quando si tratta di raccogliere dati dai loro utenti. La legge ha superato il primo voto di approvazione al Parlamento europeo, ma è anche vero che ci vorrà ancora del tempo prima che diventi una legge definitiva.

D’ora in poi, sia il Parlamento europeo sia il Consiglio dell’Unione europea, inizieranno a discutere i contenuti dei loro regolamenti. Questo processo, che culminerà nella votazione sul testo definitivo della Legge, durerà diversi mesi.

La versione per ora approvata obbligherebbe le aziende a rimuovere i contenuti considerati illegali nel Paese in cui vengono visualizzati. Ad esempio, quelli relativi al negazionismo dell’olocausto in Germania. Inoltre, cambierebbe anche, e in particolare, il modo in cui le aziende interagiscono con i propri utenti e clienti. Consentirebbe inoltre agli europei di rinunciare alla pubblicità mirata più facilmente di adesso, oltre a vietare la pubblicità mirata rivolta ai minori.

Il Digital Services Act in favore degli utenti online dell’UE

Prima del voto, il DSA è stato oggetto di dibattito tra i quasi 700 membri del Parlamento europeo. In tale discussione è stata presa in considerazione una disposizione che avrebbe vietato completamente la pubblicità segmentata, ma alla fine la sua integrazione nel testo non ha avuto successo. Al contrario, agli utenti è stata data la possibilità di rinunciare a determinati tipi di tracciamento semplicemente regolando le impostazioni del browser che utilizzano.

Inoltre, una volta approvata, la legge vieterà alle aziende di utilizzare tattiche dannose, come i dark patterns, per indurre gli utenti a lasciare i dati per iscriversi a servizi o pagare determinati prodotti. Permetterebbe inoltre agli utenti di chiedere alle aziende quali caratteristiche, come l’età o le informazioni demografiche, le hanno rese il bersaglio di un determinato annuncio.

“Finalmente con il Digital Service Act l’Europa si dota di regole per combattere lo strapotere delle piattaforme digitali per dare un senso democratico e di certezza del diritto all’interno del mondo digitale” ha dichiarato l’eurodeputato del Pd, Brando Benifei, nel commentare il Digital Service Act.

Finora, i legislatori europei sono stati molto più aggressivi delle loro controparti statunitensi nel ridurre il potere delle società tecnologiche e rafforzare le loro pratiche sulla privacy. Pertanto, il RGPD, entrato in vigore nel 2018 , è una delle leggi più potenti al mondo in termini di privacy. Inoltre, ha ispirato (per non dire obbligato) le aziende di tutto il mondo ad adeguare le proprie tecniche di raccolta dei dati.

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