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Cloudera, una soluzione end-to-end per i dati | Intervista a Fabio Pascali

Spesso si discute del fatto che i dati siano una specie di “oro digitale”, per parlare del loro valore. Ma nella metafora mineraria c’è anche un riferimento alla difficoltà nell’estrarli, arricchirli, muoverli e usarli per creare valore. Fabio Pascali, Regional Vice President, Italy di Cloudera, in questa intervista ci racconta come Cloudera permetta di gestire il dato dalla genesi fino all’estrazione di valore – anche tramite AI generativa e machine learning.

Cloudera, intervista a Fabio Pascali: una soluzione end-to-end per i dati

A margine di AWS Summit Milano, abbiamo avuto modo di fare quattro chiacchere con Fabio Pascali, che ci spiega di conoscere il mondo dei dati come pochi altri. “Da sempre lavoro nel mondo dell’IT, sempre immerso nel mondo dei dati. Ho iniziato la mia carriera in EMC e poi Dell, ho lavorato nell’ambito sicurezza dati. E infine sono arrivato in Cloudera: dall’infrastruttura alla sicurezza, e oggi nella piattaforma. Per me il dato è sempre stato al centro della scelta professionale: ha un valore intrinseco da valorizzare. In Cloudera ho trovato il compimento di questo percorso” ci spiega.

Con la sua posizione come Regional Vice President di Cloudera, Fabio Pascali permette alle aziende di sfruttare i dati dalla loro genesi fino alla creazione del valore. Ci spiega: “Di fatto Cloudera mette a disposizione una piattaforma dati di tipo ibrido, in grado di gestire tutte le tipologie di dato dall’ingestion fino alla sua trasformazione, consumo e utilizzo. L’obiettivo è generare valore per il cliente: creare insight utili per il business.

Il viaggio completo del dato

Quando chiediamo a Pascali di spiegarci questo viaggio end-to-end del dato e di perché è un valore aggiunto per Cloudera, ci spiega “Perché end-to-end? Il dato è in continua trasformazione. Viene estratto dall’IoT, dalla rete, da un macchinario intelligente, da un log di un applicativo. Cloudera ha una parte della piattaforma dedicata all’edge e all’acquisizione del dato, per poi trasportarlo dove sarà arricchito e gestito. Gestisce quindi la parte di pipeline data management.

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Fabio Pascali, Regional Vice President, Italy di Cloudera

A questo punto, – continua – il dato deve essere trasformato per poi usarlo. Sia in real time, restituendo valore con il machine learning vicino a dove raccolgo il dato, fondamentale per Industria 4.0 che per esempio per l’analisi delle frodi. Ma anche gestendoli in data lake o in open lake house – che mette insieme il data lake e il data warehouse storico. Le aziende possono quindi ottenere visibilità sull’intero ciclo di vita del dato ed evitare silos operativi. A questo punto, arriviamo all’ultima fase: la generazione del valore. Con machine learning e AI – anche generativa”.

Intervista a Fabio Pascali: l’AI generativa di Cloudera

Dopo aver sentito le due parole “AI generativa”, che sembrano costantemente sulla bocca di ogni esperto del settore tech in questo periodo, non abbiamo potuto fare a meno di chiedere a Fabio Pascali perché Cloudera ha puntato su questa soluzione. E cosa la differenza dalla concorrenza.

Ci spiega: “Molte aziende sono interessate all’AI generativa, hanno potuto vedere il potenziale. Il problema però è che per usare i modelli più noti devono esportare i dati e questo comporta rischi per la sicurezza e per la privacy. Noi abbiamo quindi sviluppato la nostra intelligenza artificiale generativa open source, basata su un modello LLM (Large Language Model) all’interno della piattaforma Cloudera. Quindi i clienti non devono esportare i propri dati, quindi hanno maggior sicurezza. Ma hanno anche il vantaggio del contesto: i dati su cui si addestra il modello sono quelli dell’azienda”.

Pascali ci spiega che questo comporta la possibilità di interrogare i dati in maniera naturale, ottenendo insight facilmente considivisibili con i decisori in azienda. Ma le possibili applicazioni (e quelle già messe in atto dai clienti) sono moltissime.

End-to-end, multicloud, ibrida

La piattaforma Cloudera, come spiega Fabio Pascali, ha diversi vantaggi per la sua stessa natura. “Un vantaggio di avere una piattaforma end-to-end sta nel fatto che sia ready-to-use: gli utenti non vogliono costruire la piattaforma, ma usarla. L’altro vantaggio è che tutta la piattaforma si basa sull’open source: un vantaggio in termini di costi e di supporto della comunità. Ma soprattutto, diventa facilmente integrabile: non pensiamo di poter fare tutto”.

Il manager continua: “Visto il contesto in cui ci troviamo è essenziale sottolineare che la nostra piattaforma può funzionare su ogni provider cloud, in multi-cloud e su sistemi ibridi, un po’ cloud e un po’ on-premise. Ovunque siano i dati dei nostri clienti. Spesso i clienti hanno eterogeneità di workload e diversi requisiti di sicurezza e compliance. Quindi, con Cloudera possono tenere alcuni dati on-premise, avere workload sul cloud di AWS”.

Per le esigenze di aziende diverse fra loro

Cloudera Data Platform: un approccio open agli hybrid data per una piena portabilità sul cloud

Quando chiediamo quali siano i clienti che si rivolgono a Cloudera per la gestione dei propri dati, ci spiega che: “Il nostro cliente medio usa la nostra piattaforma per gestire la complessità: quindi spesso sono aziende di grandi dimensioni. Ma sempre di più abbiamo clienti che vogliono poter sfruttare la nostra piattaforma, spesso per abilitare funzionalità cloud-native innovative. Sicurezza, gestione, utilizzo di strumenti AI e di Machine Learning.

“Inoltre, il fatto che noi siamo indipendenti dai provider cloud gioca un ruolo importante. Uno studio che abbiamo pubblicato di recente sottolinea come i primi due freni all’adozione del cloud siano la sicurezza (che noi affrontiamo insieme al cliente) e il secondo è il timore di lock-in. Temono che se portano il proprio core business sul cloud di un hyperscaler, tornare indietro sia troppo complesso. La nostra piattaforma open-source permette di essere indipendente dal cloud provider. Anzi, essendo open i clienti possono anche essere indipendenti persino da noi” ci spiega. Con la sicurezza di chi ha un’offerta tanto buona da non dover convincere nessuno a rimanere.

Se siete interessati ad approfondire, potete visitare il sito di Cloudera.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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