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Il “cliente zero” di Snowflake è la stessa Snowflake: intervista a Sunny Bedi

SAN FRANCISCO – L’intelligenza artificiale e le app stanno efficientando il modo in cui lavorano le aziende, comprese le aziende che l’AI lo sviluppano. Sunny Bedi, CIO e CDO di Snowflake, ci ha spiegato come sia l’azienda stessa a fare da “Costumer Zero” per testare sul campo le ultime novità in ambito data management e intelligenza artificiale, comprese quelle annunciate da San Francisco al Data Cloud Summit 2024. Una soluzione che permette all’azienda di ottimizzare il proprio lavoro, ma anche di poter mostrare ai clienti l’efficacia delle proprie soluzioni.

Sunny Bedi ci spiega come Snowflake sia il “cliente zero” per tutte le sue novità tecnologiche

Il Data Cloud Summit di quest’anno ha visto Snowflake presentare tantissime novità. Dall’uso di Cortex AI per usare large language model a Document AI per analizzare ordinare i dati non strutturati di PDF e documenti, fino a novità in cambio di gestione di dati, machine learning e non solo. Ma oltre ad annunciare le novità, bisogna dimostrare che funzionano. E non c’è modo migliore per farlo che usando queste novità nel lavoro di tutti i giorni, diventando i primi clienti di se stessi. Anzi, i “clienti zero“.

Lo sa bene Sunny Bedi, che applica gli strumenti dell’AI Data Cloud per semplificare il lavoro degli oltre settemila dipendenti di Snowflake in tutto il mondo. “In qualità di CIO [Chief Information Officer, ndr], mi occupo di portare in azienda processi di business, automazione e tutti i sistemi che l’azienda utilizza internamente”, spiega Bedi. “Il mio team supervisiona questi aspetti e si assicura che i dipendenti abbiano un’esperienza ricca e piacevole con tutti i sistemi, i laptop, i dispositivi mobili e tutto ciò che una tradizionale organizzazione IT fa“.

Ma Bedi è anche Chief Data Officer, un ruolo che lo porta a testare in prima persona le novità di Snowflake prima che arrivino sul mercato. “Il mio altro ruolo è quello di CDO, che è altrettanto divertente“, racconta. “In questo ruolo, facciamo da ‘cliente zero’ per tutto ciò che di nuovo viene progettato in ingegneria e nel prodotto. L’idea è quella di implementare queste tecnologie internamente e fornire feedback a ingegneria e prodotto, in modo che il prodotto incorpori quel feedback e sviluppi l’architettura di riferimento che diamo alle vendite per implementarla presso i clienti.

Questo approccio consente a Snowflake di raffinare i suoi prodotti sulla base di esperienze reali, creando soluzioni che rispondono alle concrete esigenze dei clienti. Non solo: permette a Bedi di sviluppare case study e best practice da condividere con le aziende che stanno valutando le offerte di Snowflake. “Spendo più del 50% del mio tempo con i clienti”.

I primi risultati come “Customer Zero” delle novità AI

Tra le novità più dirompenti presentate al Data Cloud Summit ci sono le funzionalità di intelligenza artificiale basate su large language model come Cortex AI. Ma questi strumenti non sono una sorpresa per Bedi e il suo team, che li stanno testando da tempo. “Ci stiamo lavorando internamente da un po’ di tempo ormai“, rivela Bedi. “È super potente.

Snowflake Data Cloud Summit 2024 intervista a Sunny Bedi

In particolare, negli ultimi sei mesi Snowflake ha fatto un deciso cambio di passo, passando da semplici app di machine learning ad applicazioni di AI vere e proprie. “Ora stiamo costruendo app di AI, il che porta le cose a un altro livello perché sfruttiamo gran parte della potenza di Cortex internamente per aumentare l’automazione e la produttività dei nostri dipendenti“, sottolinea Bedi.

I case study

Due use case concreti citati dal manager sono particolarmente interessanti. Il primo è un assistente AI per i nuovi assunti, che li guida nel processo di onboarding rispondendo alle loro domande e fornendo informazioni personalizzate in base al dipartimento di appartenenza. “Ora, quando un nuovo dipendente inizia in Snowflake, questo assistente lavora per lui”, spiega Bedi. “Riceve un’ora di training per il suo dipartimento e poi l’assistente lo aiuta con molte delle cose necessarie per renderlo operativo in azienda“.

L’assistente risponde alle domande poste in linguaggio naturale, con informazioni specifiche per il ruolo svolto (ed evitando di fornire informazioni a cui quel ruolo non ha accesso). Questo riduce il tempo passato dall’IT a rispondere a domande sia banali (il classico “come usare la stampante”) che avanzate. Grazie a questo strumento, Snowflake ha ridotto del 30-35% le richieste di supporto all’IT da parte dei nuovi assunti.

Il secondo use case riguarda l’uso di Document AI e Cortex per analizzare i contratti dei quasi diecimila clienti di Snowflake, estraendo automaticamente termini e SLA dai PDF non strutturati. “Ora stiamo mettendo tutti quei dati in Snowflake, tutti i documenti PDF“, racconta Bedi. “Se sono una persona del legale e voglio fare domande tipo quanti clienti hanno questo SLA [Service Level Agreement, ndr] nel loro contratto, in passato era molto difficile rispondere perché dovevano fare ricerche e guardare manualmente. Ora stiamo applicando l’AI per fare quella domanda attraverso Cortex.” Le risposte arrivano in pochi secondi invece che in ore di lavoro manuale.

L’ottimizzazione del lavoro grazie all’AI

Gli use case di Bedi dimostrano come l’intelligenza artificiale permetta di automatizzare task ripetitivi e time-consuming, liberando le persone per attività a maggior valore. Ma questo è un filo conduttore che accomuna un po’ tutte le soluzioni di Snowflake, non solo quelle di AI.

Bedi cita ad esempio Snow Patrol, un’app di machine learning che analizza i pattern di utilizzo delle applicazioni e suggerisce di rimuovere le licenze non utilizzate per ottimizzare i costi. O ancora, l’eliminazione di test e quality assurance manuali nello sviluppo software grazie agli assistenti AI. “Riteniamo che il testing e il QA non siano un lavoro davvero trasformativo. Il lavoro trasformativo è la progettazione e lo sviluppo, ed è quello che piace fare agli sviluppatori“, spiega Bedi. Grazie all’AI, gli sviluppatori possono concentrarsi sulle attività core, aumentando la loro produttività del 25-30% e velocizzando il rilascio del software di un terzo.

Sunny Bedi sul rapporto con i clienti Snowflake e il loro percorso verso l’AI

Grazie alla sua esperienza come “cliente zero”, Bedi può offrire insights preziosi alle aziende clienti di Snowflake, in particolare sul fronte dell’adozione dell’AI. Questo ha cambiato molto la natura delle sue interazioni. “Negli ultimi anni, quando parlo con i clienti, ci sono clienti in fasi iniziali di migrazione verso Snowflake, e quella è una discussione diversa”, osserva Bedi. “Poi ci sono clienti molto avanzati. Con loro non sono solo io a dire come facciamo le cose, ma anche loro mi mostrano cosa hanno fatto. C’è uno scambio di conoscenze e best practice, perché la comunità dei CIO e dei CDO è molto unita e vogliamo imparare gli uni dagli altri.”

snowflake moscone center data cloud summit 2024

Con l’esplosione dell’interesse per l’AI, la conversazione con i clienti si è spostata dalla riduzione dei costi all’aumento di produttività e automazione. “Ora, con l’AI in particolare, la narrativa è sulla produttività, non tanto sul costo”, conferma Bedi. “Si tratta davvero di produttività, automazione e di dare ai dipendenti un’esperienza incredibile, in modo che il loro lavoro sia svolto in modo diverso e crei spazio per fare un lavoro più trasformativo.”

L’esigenza di gestire i dati in maniera semplice e unificata

Naturalmente, non tutti i clienti sono allo stesso punto del percorso. Le aziende che devono ancora migrare completamente su cloud possono incontrare sfide e attriti. “I clienti che hanno sfide non sono ancora completamente migrati su una piattaforma di data cloud”, osserva Bedi. Un problema, perché “le esigenze di dati sono aumentate significativamente e serve ottenerli, unificarli e analizzarli“.

Per questo è fondamentale che le aziende sviluppino una solida strategia dei dati prima di avventurarsi nell’AI. “Se vuoi portare avanti una strategia di AI devi avere una strategia di dati molto forte. Se non hai una strategia di dati, è difficile“, ammonisce Bedi. Ma una volta che i clienti hanno le fondamenta a posto, possono iniziare il proprio viaggio nel mondo di AI e ML senza attriti. “Una volta che ottieni uno slancio positivo e vedono davvero la potenza dei dati e dell’AI che si uniscono, le possibilità si moltiplicano”, spiega Bedi.

Per convincere i clienti, Bedi punta tutto su demo reali invece che slide e presentazioni. L’esperienza da “customer zero” è la vera chiave di volta per convincere i clienti. “Quando mostro il prodotto ai clienti, in realtà non faccio presentazioni PowerPoint. Ho una slide che mostra l’architettura end-to-end di come è messo insieme Snowflake. Circa il 95% della mia discussione consiste nel mostrare loro demo”, rivela. “Penso che il potere non sia nei PowerPoint, ma nei dati reali e nel mostrare il prima e il dopo.”

L’AI Data Cloud di Snowflake e l’approccio “Customer Zero”

Se le tante novità viste a San Francisco durante il Data Cloud Summit e la facilità con cui si possono programmare (come ci ha mostrato Jeff Hollan, creando un app e chatbot in meno di cinque minuti), l’approccio “Customer Zero” di Sunny Bedi e del suo team ci sembra essere una grande tattica per Snowflake. Testando sul campo le novità in ambito data management e AI, possono fornire feedback preziosi per migliorare i prodotti. Ma soprattutto, possono sviluppare case study, best practice e demo convincenti da mostrare ai clienti, accelerando il loro percorso di trasformazione. Senza contare che possono sfruttare le funzionalità per aumentare la produttività.

Gli use case citati da Bedi, dall’assistente AI per l’onboarding all’analisi dei contratti, dimostrano benefici tangibili in termini di produttività, automazione ed esperienza dei dipendenti. E i tanti clienti e partner dell’azienda che troviamo fra i banchi del Summit possono senza dubbio fornirne altrettanti. Ma il fatto di fare da “clienti zero” ci sembra dimostri una grande sicurezza.

Potete trovare maggiori dettagli sugli strumenti di cui Bedi ha parlato sul sito di Snowflake. Ma anche nelle esperienze di clienti e partner di cui parleremo nella nostra copertura del Data Cloud Summit, che continuerà fino al 6 giugno a San Francisco.

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Autore

  • Stefano Regazzi

    Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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