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La “skills emergency” in Italia: un’analisi dettagliata

"Skills Emergency": la sfida italiana

Il panorama lavorativo in Italia è caratterizzato da una crescente “skills emergency”. Una ricerca di GoodHabitz, piattaforma leader nella formazione aziendale, ha rivelato che il 70% dei lavoratori italiani ritiene di non possedere le competenze essenziali per svolgere efficacemente il proprio ruolo. Questa situazione sta sollevando preoccupazioni in un’epoca di rapida evoluzione tecnologica e di costante richiesta di nuove abilità.

Discrepanza tra percezione dei datori di lavoro e dei dipendenti

L’80% dei datori di lavoro italiani afferma di incoraggiare attivamente i propri dipendenti a sviluppare nuove competenze. Tuttavia, solo il 51% dei lavoratori si sente realmente stimolato in questa direzione. Ciò evidenzia un notevole divario tra la percezione dei datori di lavoro e quella dei dipendenti riguardo alle opportunità di sviluppo professionale.

Competenze richieste: digitali e Soft Skills

La ricerca ha individuato due aree principali di competenza in cui i lavoratori faticano a tenere il passo: le abilità digitali e le soft skills. Il 53% degli intervistati ammette la difficoltà di migliorare queste competenze a causa della mancanza di opportunità di sviluppo personale. Inoltre, i dipendenti hanno identificato le competenze digitali (54%), le competenze linguistiche (46%) e flessibilità ed efficienza (41%) come fondamentali per il loro futuro lavorativo.

Diversità generazionale e “Skills Emergency” in Italia

Interessante notare come le priorità in termini di competenze varino a seconda dell’età dei lavoratori. Gli under 35 pongono l’accento sulle competenze trasversali legate alla salute e al benessere mentale, i lavoratori tra i 35 e i 49 anni sottolineano l’importanza delle competenze linguistiche, mentre gli over 50 si concentrano maggiormente sulle competenze digitali.

Contrastando con le priorità espresse dai dipendenti, i responsabili HR e i manager di Learning and Development mettono in luce differenti competenze su cui investire: teamwork (43%), competenze comunicative (42%) e digitali (36%).

Sviluppo personale: una chiave per la fedeltà aziendale

La formazione si rivela essere un fattore cruciale non solo per il successo individuale ma anche per la fedeltà aziendale. Il 62% degli italiani afferma che le opportunità di sviluppo personale influenzano la decisione di rimanere nel loro attuale posto di lavoro. Inoltre, l’8 su 10 potrebbe lasciare il proprio datore di lavoro entro un anno se non fossero garantite adeguate possibilità di crescita.

Strategie per affrontare la “Skills Emergency” in Italia

Nonostante l’importanza riconosciuta dell’aggiornamento professionale, emerge che quasi un terzo dei professionisti italiani ritiene che l’azienda non investa equamente nelle opportunità di sviluppo personale. Solo il 52% degli intervistati dichiara che il proprio datore di lavoro offre corsi di formazione rilevanti per il proprio lavoro.

In una società sempre più connessa, diventa fondamentale conoscere le tecnologie emergenti e gli strumenti digitali, ma anche dotarsi di soft skills trasversali come la comunicazione, il lavoro di squadra e la leadership, che permettono di costruire relazioni solide con colleghi e clienti e di gestire situazioni complesse. I benefici non impattano positivamente solo sui dipendenti, ma anche sull’organizzazione, che può così rimanere competitiva e raggiungere efficacemente i propri obiettivi di business.

Paolo Carnovale, Country Director di GoodHabitz Italia.

La ricerca di GoodHabitz, condotta in collaborazione con Markteffect, ha coinvolto 24.235 dipendenti globalmente, includendo 1.277 lavoratori italiani e 434 decision maker, nell’arco di novembre 2022.

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Elena Mauro

Appassionata di tecnologia con un debole per la cultura giapponese. Condivido la mia vita con due gatti e un fedele cane, in equilibrio tra il mondo digitale e quello reale.

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