Red Hat torna a parlare alla stampa e alle aziende per fare la fotografia per il 2023 su un IT in continua evoluzione, soprattutto in Italia dove molte aziende sono ancora impegnate nella trasformazione digitale.
Red Hat è un’azienda che affonda le sue radici nel mondo dell’open source. Costruire un business sui concetti di architettura aperta e codice condiviso non è stato facile, ma alla fine ce l’hanno fatta. La fiducia nelle architetture aperte è forse l’attitudine che permette a Red Hat di adattarsi meglio all’andamento delle tecnologie. In questi ultimi due anni tutta l’attenzione dell’IT si sta spostando sul trasferire servizi verso il cloud, soprattutto su un cloud ibrido. Molti sanno già che su questo tema la risposta di Red Hat si chiama Red Hat OpenShift, non solo per il 2023 e non solo in Italia. La domanda importante, però, è quale evoluzione sta subendo tutto l’ecosistema attorno a OpenShift.
A questa importante domanda Red Hat ci da una risposta, contestualizzandola all’Italia, a valle del Red Hat Summit del 2023, tenutosi maggio scorso a Boston.
I trend a livello globale
Di cosa sta succedendo nell’IT su larga scala ne ha parlato Gianni Anguilletti, Vice-President Med Region, Red Hat.
Oggi, in generale, assistiamo a una richiesta da parte delle aziende di usare le tecnologie IT per risolvere problematiche di business. Questo vuol dire che c’è una forte spinta all’uso della tecnologia per rendere più efficienti i processi decisionali e migliorare l’esperienza del cliente. A quanto detto si affianca una crescente richiesta di security che, come molti sanno, oggi è una problematica discussa a livello dirigenziale e legata al business.
Conteporaneamente, il trend di mercato è che le aziende chiedono anche di poter fare e produrre di più usando meno risorse. Questo implica anche produrre meglio e in tempi più brevi ottimizzando l’uso delle risorse.
Il risultato netto di questi due fenomeni appena descritti è un investimento continuo su soluzioni cloud che siano aperte e ibride. Ed è proprio lungo questa linea che si muove l’offerta di Red Hat. Offerta che, da una parte si appoggia fortemente a un cloud ibrido e dall’altra propone soluzioni intelligenti per l’automazione. Tutto ciò da al cliente la libertà di mantenere i propri servizi all’interno del suo data center o di collocarli presso un hyperscaler senza modificane la struttura.
La situazione italiana
Per descrivere la situazione nel nostro Paese interviene Rodolfo Falcone, Country Manager, Red Hat Italy.
Secondo Anitec Assinform, ci dice Falcone, il mercato del digitale in Italia è in crescita e oggi vale più di 77 miliardi di euro. La crescita maggiore è attribuita ai servizi ICT (+8,5 %) che si collocano addirittura davanti ai contenuti e alla pubblicità digitale (+6.3 %). Il grosso impulso che ha generato questa situazione pare essere (senza sorprendere nessuno) il PNRR, che prevede più di 15 miliardi di euro per investimenti su servizi digitali.
Il principale motore della crescita del mercato è rappresentato dalla Pubblica Amministrazione centrale che, seppur con volumi inferiori a quelli di altri settori, registra la variazione percentuale più importante.
Tutto questo, al di la degli investimenti, pare abbia stimolato anche un innalzamento della formazione con una crescita del 9% dei laureati con titoli di studio collegati all’ICT. Secondo Falcone, tuttavia, sussiste ancora qualche problema di qualità della formazione, in quanto su alcuni aspetti specifici i neoassunti necessitano ugualmente di formazione interna.
Per quanto riguarda il futuro, continua il Country Manager, per i prossimi anni ci sono delle interessanti previsioni di crescita incrementale. Viene infatti previsto, entro il 2026, un aumento del 5.5% anno su anno del valore del mercato digitale. Sempre secondo le stime, i Digital Enabler, ovverosia le tecnogie che migliorano efficienza, produttività e competitività delle aziende, saranno i principali propulsori della crescita.
Le novità del Red Hat Summit 2023
Per passare alla parte più tecnologica interviene Giorgio Galli, Manager Sales Specialist & Solution Architect Team, Red Hat Italy.
Galli riassume la situazione definendo Red Hat un’azienda estremamente impegnata in tutti gli aspetti di trasformazione digitale dei suoi clienti. Soprattutto per permettere loro di rimanere competitivi in una software-driven economy. Questo vuol dire consigliare il cliente su argomenti quali la riduzione del time to market, la scalabilità delle sue soluzioni e la resilienza e interoperabilità della sua infrastruttura.
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Gli annunci fatti all’ultimo summit sono tantissimi e vanno dalle soluzioni integrate per gli sviluppatori all’introduzione di Intelligenza Artificiale in OpenShift passando per l’interconnessione di servizi. Quello che preferisce fare Galli è riassumere la filosofia della corporate nel contesto di tutte le novità del 2023.
In sintesi, gli strumenti di sviluppo di Red Hat, aggregati in un unico ambiente, permettono agli sviluppatori di accedere a una serie di piattaforme distribuite. Le piattaforme supportate, grazie a OpenShift, spaziano dalla virtualizzazione locale, anche in Bare Metal, al cloud sia privato che pubblico fino all’Edge Computing; rendendole già predisposte, quindi, in un ottica di reti di nuova generazione. Nella visione di Red Hat, tutte le piattaforme si appoggiano per il loro funzionamento su Linux come sistema operativo e questo permette di unificarne la gestione e, soprattutto, l’automazione su larga scala.
I prodotti e servizi su cui si concentrano gli sforzi della corporate nel 2023 sono quindi quelli che si articolano su questo percorso. Red Hat Developer Hub è l’ambiente sviluppo unificato. Red Hat OpenShift, corredato da AI, fa da piattaforma applicativa trasversale alle architetture. Event-Driven Ansible e Ansible Lightspeed si occupano della parte di gestione e automazione.
L’Intelligenza Artificiale come trend emergente
L’introduzione di AI all’interno di Red Hat OpenShift non dettata dal il voler catturare una moda, ma dall’accettare un trend in forte salita. Oggi le aziende hanno bisogno di elaborare quantitativi di dati sempre maggiori a supporto, come detto anche da Anguilletti, delle decisioni di business. Le tecniche di analisi classiche non sono sufficientemente scalabili per far fronte ai volumi attuali. Pertanto, il supporto all’Intelligenza Artificiale diventa una necessità.
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Purtroppo, esiste il problema tangibile per molte aziende di dover portare su un cloud pubblico informazioni sensibili per il loro business. L’inserimento di AI in OpenShift ha come obiettivo risolvere questo problema: far entrare tecnologie di analisi dei dati disponibili oggi come servizi in cloud nel data center del cliente senza cambiarne la struttura. In questo modo, è possibile fruire di tecniche avanzate per l’analisi dei dati senza cambiare i processi aziendali e anche senza l’obbligo di trasferire i dati sull’infrastruttura di un hyperscale.
La gestione efficiente degli sviluppatori
Altro problema molto sentito dalle aziende che producono software è come gestire gli sviluppatori in maniera efficiente. Nella visione di Red Hat, una piattaforma di sviluppo a uso interno deve essere efficiente in termini di tempo speso dagli sviluppatori. Questo, anche nell’ottica di ridurre il time to marked del prodotto finale. Le tempistiche da ottimizzare riguardano sia aspetti operativi, come il tempo spedo per portare il codice in produzione sia organizzativi per l’onboarding e l’apprendimento delle procedure aziendali.
Il Red Hat Developer Hub si propone come strumento per risolvere i problemi appena descritti. Si tratta di un servizio completamente online dove gli sviluppatori possono fare self-servive guidato di librerie esistenti per creare software cloud-native. Oltre a questa vetrina, Il Developer Hub offre supporto per seguire le best practice tramite GitOps e strumenti di automazione.
L’affidabilità della supply chain del software
Quello dell’efficienza degli sviluppatori si sposa molto fortemente con un altro problema: avere una supply chain affidabile dal punto di vista della sicurezza del prodotto finito. Anche per questo problema, la proposta di Red Hat è un servizio completamente online.
Sono stati infatti introdotti una serie di strumenti per costruire una supply chain affidabile e sicura. Si parte dalla scrittura di codice verificato e firmato tramite Red Hat Trusted Content. Il prodotto del primo stadio viene poi aggregato in maniera sicura tramite Red Hat Trusted Application Pipeline per creare applicazioni o servizi containerizzati. Il risultato finale viene monitorato tramite Red Hat Advanced Cluster Security Cloud Service, che effettua una verifica del profilo di rischio per gli aspetti di cybersecurity. Il prodotto di ogni singolo passaggio è standardizzato e viene archiviato usando un controllo centralizzato di gestione degli accessi. Tutta l’architettura che abbiamo appena descritto prende il nome di Red Hat Trusted Software Supply Chain.
Una piattaforma unica per l’automazione
L’ultimo argomento discusso da Red Hat Italia per le innovazione dei 2023 riguarda Red Hat Ansible: la loro piattaforma per l’automazione. Innanzitutto, la visione di Red Hat è che l’automazione debba essere gestita tramite una piattaforma unificata e non con una collezione di tool. Questo principalmente per favorire l’integrazione e il controllo centralizzato; ma anche per una questione organizzativa a livello aziendale. Infatti, uno dei trend che si rilevano per il prossimo anno è che si va verso delle strategie aziendali di automazione anziché adottare delle logiche legate al singolo servizio o flusso applicativo.
Secondariamente, Red Hat rileva anche un cambiamento nel modo in cui le aziende usano l’automazione. Si tratta sempre meno di un servizio da usare al momento del bisogno quando un sistema che deve entrare in azione a fronte di un evento. È per questo che la nuova generazione di Ansible si estende verso una modalità event-driven.
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