La seconda edizione del PMI Digital Index 2020 stilato da GoDaddy e condotta con il supporto della Business Unit Consultancy & Performance (guidata da Enrico Meacci Managing Director) di Alkemy, fotografa il grado di maturità digitale delle PMI Italiane. La ricerca si è svolta analizzando 120 parametri di 4.000 PMI in tre categorie principali: Digital Presence Quality (misura aspetti tecnici come la SEO); Reputation Index (misura la popolarità digitale dell’azienda); Digital Marketing Index (misura le azioni di visibilità digitale messe in piedi dall’azienda).
Secondo il PMI Digital Index 2020 l’indice di digitalizzazione delle PMI che hanno un sito web si attesta a 56/100, registrando un aumento di 2 punti rispetto all’anno precedente.
Il PMI Digital Index 2020: migliora la qualità delle digital properties delle PMI italiane
Il PMI Digital Index 2020 ha rilevato come rispetto al 2019 la “qualità” delle digital properties delle PMI Italiane sia notevolmente migliorata. La “Digital Presence Quality” è cresciuta di 11 punti percentuali (dal 45% al 56%) grazie a una migliore struttura del sito e al posizionamento SEO: ad esempio, è stata rilevata una sitemap per il 57% delle PMI (+15% rispetto al 2019) ed è cresciuta anche la percentuale di PMI che hanno una versione mobile correttamente funzionante (dal 70% del 2019 al 74% del 2020).
GoDaddy ha registrato anche una crescita di 10 punti percentuali per il “Digital Marketing Index” (dal 33% al 43%): questo è dovuto ad un più ampio impiego di strumenti come Display Ads, utilizzati dal 10% delle PMI rispetto al 5% dello scorso anno, e di servizi di Web Analytics (dal 56% delle PMI nel 2019 al 62% nel 2020).
D’altra parte, il “Reputation Index” – che valuta i like alla pagina Facebook, la quantità di recensioni e in generale l’interazione organica sui social – peggiora dal 17% al 10%.
Spicca il Friuli-Venezia Giulia
Dal punto di vista geografico, nel 2019 Marche, Sardegna e Lazio risultavano mediamente più digitalizzate e Abruzzo, Liguria e Piemonte meno mature. Nel 2020 invece secondo GoDaddy la regione più digitalizzata è il Friuli-Venezia Giulia, che ha fatto un notevole balzo in avanti complice l’entrata in vigore, a fine 2019, di un voucher per gli investimenti in innovazione valido per il 2020 cui ha seguito dal 21 luglio un Contributo Regionale a fondo perduto. Appena dietro risultno Puglia, Emilia-Romagna e Marche.
Le regioni meno digitalizzate secondo il PMI Digital Index 2020 sono invece Toscana, Sicilia e Abruzzo. A fare un passo indietro anche la Sardegna, complice la scadenza, a luglio del 2019, dei bonus pubblici per la digitalizzazione.
Le PMI delle province del Nord-Est presentano un grado di maturità digitale superiore rispetto al resto d’Italia (con un Digital Index pari a 57,2/100) e mostrano in particolare un miglior utilizzo del Digital Marketing Index rispetto al 2019. Nel Centro invece – dove l’indice segna un punteggio di 55,7/100 – si registrano i più alti valori di Digital Presence Quality e Reputation Index. Sud e Isole si attestano su 55,6/100, mentre il punteggio peggiore è quello delle PMI del Nord-Ovest, pari a 54,8/100.
La provincia con un punteggio più alto (74/100) è quella di Trieste, seguita da Alessandria e Padova. Le province fanalino di coda risultano essere quelle di Massa-Carrara, Arezzo e Chieti.
Per quanto riguarda la categoria merceologica, rispetto al 2019 si posiziona come settore più digitalizzato quello dei Mobili, superando il settore Alloggi e Ristorazione. Si confermano invece come settori meno digitalizzati quello del Tessile e dei Trasporti.
“I dati di quest’anno dimostrano una moderata propensione alla digitalizzazione da parte delle PMI: permane ancora un utilizzo poco evoluto e strategico degli strumenti di digital marketing a supporto della visibilità dell’azienda e soprattutto delle attività di vendita e di relazione con i clienti”, spiega Gianluca Stamerra, Regional Director di GoDaddy per Italia, Spagna e Francia. “Le PMI italiane hanno una grande opportunità: i pilastri digitali indicati da GoDaddy già dallo scorso anno (come ad esempio la “Digital Presence Quality” e il Reputation Index) siano stati in parte migliorati e questo rappresenta un segnale che fa ben sperare su un’accelerata per il futuro. Probabilmente l’emergenza sanitaria di quest’anno – che ha portato ad un cambiamento nelle abitudini di acquisto da parte dei consumatori, all’aumento del commercio elettronico e all’utilizzo dei servizi digitali – aumenterà la consapevolezza delle PMI sull’importanza di puntare maggiormente sulla propria digitalizzazione”.
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