C’è un problema tra domanda e offerta che blocca il mercato del lavoro. L’83% delle imprese venete vuole assumere nei prossimi 6 mesi, ma di queste l’88% non riesce a trovare personale. Il paradosso emerge da un’indagine condotta nelle ultime settimane da Fòrema, ente di formazione di Assindustria VenetoCentro. Il sondaggio intitolato “Survey 2022: Indagine sui fabbisogni professionali delle imprese” è stato condotto su di un campione di 208 intervistati, tra HR manager, imprenditori, responsabili di funzione.
I risultati della ricerca di Fòrema
l 45% degli intervistati rappresenta imprese di dimensioni medie e grandi, la metà proveniente dal settore metalmeccanico. Il risultato dell’indagine è chiaro ed emerge un trend positivo confrontando i dati emersi dalla medesima indagine di un anno fa. Rispetto al 2021 l’offerta di lavoro è cresciuta e l’83% delle aziende venete prevede nuove assunzioni nei prossimi sei mesi, contro il 70% del medesimo periodo del 2021.
Gli strumenti del mercato del lavoro
Dalla ricerca emerge che il 79% delle imprese utilizzerà degli strumenti più tradizionali per la ricerca di dipendenti. Positivo è l’aumenti della diffusione delcontratto a tempo indeterminato che verrà somministrato dal 40% dei datori. Numero in salita rispetto allo scorso anno. Il contratto a tempo determinato scende al 22%, come l’apprendistato che passa al 17%. Diminuisce ulteriormente il peso dei contratti di somministrazione, ovvero le assunzioni tramite agenzia interinale.
Quali professionisti servono?
Le aziende del sistema manifatturiero prediligono i progettisti tecnici e gli addetti alla logistica, mentre i comparti dei servizi innovativi puntano agli sviluppatori per il web, di nuovo ai progettisti tecnici e ai social media manager.
Il boom delle assunzioni in Veneto
Le grandi imprese appaiono ancora più in difficoltà delle PMI, infatti in questo caso la percentuale sale al 93%, rispetto all’88% delle prime. Nello specifico l’ostacolo riguarda il reclutamento di figure operative da inserire in produzione.
Il 57% dei datori di lavoro rispondenti al sondaggio dichiara di non riuscire a ingaggiare il nuovo personale necessario per mancanza di figure disponibili, perché il sistema dell’istruzione e della formazione non riesce a coprire la domanda. A questo dato si aggiunge un disallineamento tra le competenze presenti sul mercato e quelle necessarie per operare efficacemente nel proprio contesto lavorativo.
Da quanto emerso dalla ricerca di Fòrema servono interventi a supporto dello sviluppo del mercato del lavoro. Servono misure in grado di accompagnare i giovani e i segmenti di popolazione più in difficoltà, a maturare competenze adeguate ed un nuovo approccio al mondo aziendale. Essenziale creare il giusto mix tra competenze tecniche, digitali e soft skills, che tenga conto dei fabbisogni e della complessità attuale del mondo produttivo.
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Mi spiace avvisarvi che dopo anni di politiche per togliere garanzie ai lavoratori, i giovani, con in tasca un discreto inglese, lasciano il Paese per condizioni e garanzie migliori, oltre a maturare esperienze più stimolanti ed essere meglio apprezzati e retribuiti. Le riforme sul lavoro hanno dato il loro risultato: la fuga.
I ragazzi di oggi sono più scaltri dei loro padri. Hanno capito che possono trovare meglio, con retribuzione e garanzie migliori fuori dal Paese. Imparano bene una lingua, l’inglese e…….ciao, ciao. Tra poco non si troveranno pure i manovali. Che grande risultato la riforma sul lavoro: fuga da Alcatraz…..