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Fake news ai danni delle aziende: come difendere il proprio business

Benché raro, le fake news possono attaccare anche un'azienda ed il suo business, ma ci si può difendere. Vediamo come.

Le fake news non riguardano solamente la politica, la cronaca o la scienza, ma ci sono non pochi casi in cui una fake news può danneggiare la reputazione di un’azienda, sia direttamente che indirettamente.

Ma allora come ci si può difendere?

Strategie per difendersi dalle fake news

Una fake news è tecnicamente una notizia vera e propria, quindi ancora prima di fare una denuncia, la cosa da fare è chiedere la rimozione di tale notizia facendo una segnalazione di notizia falsa su tutti i social; è bene che lo stesso procedimento venga adottato anche dai collaboratori.

Contemporaneamente alla segnalazione occorre che venga diffuso, nei tempi più rapidi possibile, un comunicato stampa che denunci dell’avvenuto attacco, che spieghi com’è in realtà la situazione e come si intende agire per contrastare questo attacco.

La denuncia rimane comunque una strategia possibile, ma bisogna, purtroppo, fare i conti col fatto che i tempi della giustizia italiana sono molto lenti e dato che “vince chi arriva prima”, bisogna agire veramente molto rapidamente ed inondare media e social di notizie vere che, a lungo andare, soppianteranno quelle false.

Scenari di guerra

Potrebbe sembrare un’immagine eccessiva, ma per un’azienda un attacco di questo genere si può tradurre in uno scenario di crisi che va arginato in fretta a causa del fatto che può seriamente mettere in pericolo la sua attività.

Quindi, se la situazione è particolarmente grave, è consigliato indire una conferenza stampa poiché un ufficio stampa, in particolar modo se costituito da giornalisti, diventa un’autorevole fonte per i media.

Attacco al business

Come accennato in precedenza, una fake news può attaccare indirettamente un’azienda diffondendo false informazioni sul suo business, quindi, in questo caso, si può utilizzare senza problemi un qualsiasi canale di informazione che risulterà adatto a diffondere la vera informazione. Questa diffusione avverrà tramite una nota od un comunicato stampa che finirà nelle mani di redazioni, radio, testate on line ecc.

Imperativo: non stare zitti e agire velocemente!

In Italia: fake news e fonti d’informazione

Il fenomeno delle fake news, in Italia, non va sottovalutato, sebbene Reuters Institute e Oxford University abbiano pubblicato uno studio nel febbraio del 2018 (dal titolo “Measuring the reach of “fake news” and online disinformation in Europe”) che mostra come il “reach” (cioè il dato netto degli accessi dei singoli individui ad un sito e non le volte che un singolo individuo è entrato su tale sito) sia tra l’1% ed il 3.1% sui siti più popolari di fake news; briciole se si pensa che corriere.it e repubblica.it raggiungono più della metà di chi si informa tramite la rete. È un’arma a doppio taglio se si pensa che una fake news pubblicata su una di queste testate potrebbe causare danni incalcolabili.

E veniamo ai numeri di chi si informa e come lo fa. Dieci anni fa il 30% degli italiani usava giornali cartacei mentre il 25% internet. Oggi le percentuali si sono nettamente ribaltate marcando, anzi, un’impennata della percentuale di chi si informa tramite internet: il 63% degli italiani e lo fanno soprattutto tramite lo smartphone. Il 17% è rimasto fedele ai quotidiani di carta.

Demos, infine, ha stilato una classifica delle percentuali di utilizzo quotidiano delle fonti d’informazione:

  • TV 84%
  • Internet 63%
  • Social Network 45%
  • Radio 40%
  • Quotidiani cartacei 17%
  • Settimanali 9%

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Matteo Bonanni

Musicista di professione e malato di tecnologia per indole, mischio sempre musica e tecnologia senza soluzione di continuità perché mi piace circondarmi di cianfrusaglie tecnologiche mentre faccio tutto il resto!

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