Con un comunicato Enel ha annunciato la decisione di uscire da Open Fiber cedendo di fatto il 50% delle quote detenute nella società nata per potare la fibra in tutto il Paese. Nello specifico Enel ha venduto il 40% di tali quote a Macquarie Asset Management per un totale di 2.120 milioni di euro e il restante 10% a CDP Equity da cui ha ottenuto 530 milioni di euro. In totale l’azienda energetica italiano ha incassato 2.650 milioni di euro.
Il perfezionamento della cessione a Macquarie Asset Management e CDP dell’intera partecipazione detenuta da Enel in Open Fiber, è previsto nell’ultimo trimestre del 2021.
Open Fiber rimane “italiana” anche dopo l’uscita di Enel
Con il 10% di quote acquistata da Enel, CDP Equity diventa il socio di maggioranza, visto che già deteneva il 50%. Con il 40% il fondo australiano Macquarie Asset Management lascia la guida della società a una realtà italiana che già si è impegnata nella realizzazione del progetto che prevede di portare la fibra in ogni angolo del Paese.
Il tutto in attesa che siano soddisfate le normali condizioni sospensive, tra cui l’ottenimento di tutte le necessarie autorizzazioni, che tra l’altro coinvolgono la Presidenza del Consiglio dei Ministri e, soprattutto, la Commissione Europea che si dovrà pronunciare in per quanto riguarda l’antitrust di questa compra vendita. Non da meno dovrà arrivare anche l’ok dalle banche creditrici di Open Fiber.
La “nuova” Open Fiber dovrebbe portare anche a un cambio di poltrone, come riportato da diverse fonti. Elisabetta Ripa, attuale CEO di Open Fiber lascerà l’incarico e al suo posto sarà nominato un direttore generale per l’interim. che a meno di clamorose sorprese dovrebbe essere l’attuale CFO di Open Fiber, Mario Rossi.
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