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Digital trust, la nuova piramide della sicurezza

La digital trust si applica al business ed è centrata su meccanismi di sicurezza che includono attributi come rischio, conformità e privacy.

IDC prevede che entro il 2025 il 25% della spesa per i servizi di sicurezza in tutto il mondo sarà dedicato allo sviluppo, all’implementazione e al mantenimento di un piano strutturato di fiducia digitale, il cosiddetto digital trust. E per facilitare la gestione e la crescita di questo programma, orchestrando le diverse funzioni aziendali, IDC prevede che entro il 2023 il 50% delle principali imprese mondiali nominerà nel proprio board un Chief Trust Officer.

Digital trust: il 90% dei CEO lo considera estremamente importante

Quello della fiducia digitale non è un concetto nuovo: dalle violazioni dei dati agli usi inappropriati delle informazioni sensibili. Le aziende conoscono bene il costo che la perdita della fiducia da parte dei clienti può significare. Per i CEO intervistati da IDC, i programmi di fiducia digitale sono il punto all’ordine del giorno più importante per i prossimi cinque anni. Insieme all’uso dei dati per alimentare l’intelligenza aziendale.

Migliorare la fiducia e la reputazione nei confronti dei clienti non è però l’unico aspetto a cui i leader aziendali sono interessati. Il 90% dei CEO considera la fiducia tra la propria organizzazione e i propri fornitori “estremamente importante” o “molto importante” per avere successo nell’economia digitale. Tutto l’ecosistema, dai clienti ai partner fino ai fornitori, è dunque esposto ai vincoli di fiducia.

Il digital trust è una condizione che consente di prendere decisioni tra due o più entità con un livello di rischio e reputazione quantificabile in un reciproco vantaggio. La fiducia viene applicata al business ed è centrata su meccanismi di sicurezza che includono attributi come rischio, conformità, privacy e persino etica aziendale. Pertanto, gli approcci tradizionali alla sicurezza si trovano oggi di fronte a una nuova tipologia di sfide.

La piramide della fiducia

digital trust piramide della fiducia

Come rappresentato nel grafico sopra riportato, IDC individua cinque elementi da considerare quando si affrontano i requisiti di fiducia digitale. Ciascuno di questi elementi – rischio, sicurezza, conformità, etica e responsabilità sociale, privacy – si rapporta con l’altro per creare una gerarchia di esigenze di fiducia. Affrontare tutti e cinque questi elementi consente alle organizzazioni di ottenere risultati di fiducia che migliorano gli obiettivi dell’intera organizzazione.

Per quanto riguarda nello specifico il layer della sicurezza, una volta che le imprese hanno costruito la loro base di fiducia su una valutazione continua del rischio, possono iniziare ad affrontare gli elementi di digital trust obbligatori. Uno di questi elementi necessari è proprio la sicurezza. La protezione delle risorse IT, indipendentemente dal fatto che si tratti di dati, applicazioni, reti o dispositivi, è un requisito fondamentale. Di solito reso obbligatorio dall’ufficio IT o legale di un’azienda, che diventa strategico in un ecosistema dominato dalle relazioni digitali. La mancata protezione di queste risorse può comportare violazioni disastrose e spesso altamente pubblicizzate. Questo può far perdere la fiducia a clienti, partner e stakeholder, causando problemi anche a livello economico e competitivo.

IDC considera il raggiungimento del digital trust come il punto più alto dell’allineamento tra sicurezza e business. Di questo parlerà nel corso dell’IDC Digital Forum: Security 2020, il nuovo evento digitale che sarà trasmesso in diretta streaming il 17 novembre dalle 9:30 alle 13:15.

Con la partecipazione di analisti IDC, esperti del settore, leader di aziende italiane e ospiti che porteranno la loro esperienza, l’evento costituirà l’occasione per i CSO, i CIO e i dipartimenti di IT security per confrontarsi sulle direzioni della moderna gestione del rischio e della sicurezza.

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