Case Study

Data center legacy: innovare è possibile, ce ne parla BCS

Anche i data center inevitabilmente invecchiano, e si trovano ad affrontare carichi di lavoro per i quali non sono progettati, con consumi molto più elevati rispetto ai data center moderni. Quale futuro attende i data center legacy, la dismissione o l’innovazione? Ce ne parla Jim Hart, CEO di BCS Consulting.

I data center legacy, progettati in un periodo in cui gli attuali progressi tecnologici non erano previsti, stanno facendo sempre più fatica a tenere il passo con il ritmo frenetico del mondo moderno. Nel 2024, l’elaborazione di ingenti quantità di dati, velocità di elaborazione più rapide e necessità di solide misure di cybersecurity sono essenziali, e i data center legacy faticano a garantire questi importanti aspetti.

Costi in aumento e poca sostenibilità: i principali problemi dei data center legacy

Jim Hart, CEO di BCS Consulting
Jim Hart, CEO di BCS Consulting

Dopo quanto tempo è possibile considerare obsoleto un data center? Secondo IDC, la vita media di un data center è di nove anni, mentre Gartner sostiene che qualsiasi sito con più di sette anni sia ormai obsoleto.

Secondo il recente sondaggio biennale condotto da BCS Consulting, che ha raccolto le opinioni e le riflessioni di oltre 3.000 professionisti senior dei data center in Europa, tra cui proprietari, operatori, sviluppatori, consulenti e utenti finali, un terzo degli intervistati ha affermato che almeno una parte delle proprie strutture ha almeno 6-10 anni di vita. Inoltre, circa il 17% gestisce, inoltre, strutture che hanno 10 o più anni.

La sfida principale, citata dal 56% dei rispondenti, sono i costi operativi per metro quadro, troppo elevati per restare competitivi sul mercato e che potrebbero potenzialmente essere fonte di problemi in futuro. Segue la carenza di energia sostenibile e rinnovabile, che evidenzia le difficoltà nel soddisfare i criteri di responsabilità sociale d’impresa (CSR) e di governance ambientale, sociale e aziendale (ESG). Questo è un grave svantaggio, soprattutto in un contesto in cui l’energia rinnovabile stessa è insufficiente per alimentare le crescenti esigenze degli ambienti IT moderni.

Tra le altre sfide citate figurano la risoluzione del problema della CO2 generata dai data center tradizionali, l’inadeguatezza dei sistemi di disaster recovery e di back-up dei dati, l’efficienza energetica, i costi di manutenzione e la carenza di competenze specifiche necessarie per fornire assistenza alla struttura.

Modernizzare i data center legacy: una missione possibile

Nonostante la situazione sia abbastanza complessa, molti degli intervistati hanno elencato possibili percorsi da intraprendere per affrontare le questioni legate ai data center legacy. La soluzione più gettonata, citata dal 47% dei rispondenti, è stata quella di riqualificare le principali aree meccaniche ed elettriche (M&E) per affrontare le problematiche ESG e CSR. Il 60% tuttavia sostiene che i requisiti per il raggiungimento di questi standard rappresentino una delle maggiori sfide da affrontare nella fase di retrofitting di un data center.

La soluzione più drastica citata è quella dello smantellamento del data center legacy dopo la migrazione degli ambienti IT in una nuova struttura. Il 44% dei partecipanti al sondaggio però sostiene una soluzione meno drastica, che coinvolge l’aggiornamento dell’infrastruttura M&E per risolvere i problemi di Power Usage Effectiveness (PUE) con l’intento di garantire un’estensione di almeno cinque anni.

Aggiornamento Data Center 1

Le sfide dei data center legacy

Il dato forse più sorprendente è rappresentato dal fatto che due quinti degli intervistati hanno ammesso che sarebbero disposti a gestire un programma di manutenzione per prolungare la vita del data center. Inoltre, una percentuale analoga preferirebbe aggiornare aree chiave come l’alimentazione di rete della struttura per migliorare la densità di potenza. Infine, poco più di due terzi dei partecipanti ha concordato che aggiornerebbe l’ambiente M&E per risolvere i problemi di PUE e garantire un’estensione fino a 10 anni pur di non smantellare il data center esistente.

Naturalmente, ogni opzione presenta le sue sfide, tutte influenzate dai costi e dal raggiungimento o meno degli obiettivi di sostenibilità. L’opzione più estrema, che abbiamo già citato, è la disattivazione completa di un data center legacy. Questa è un’operazione complicata e molto probabilmente la più costosa tra quelle citate, in quanto il processo comprende numerose azioni, tra cui la rimozione dell’hardware IT, lo smantellamento del BMS e delle installazioni M&E e il loro riciclo o smaltimento. Per attutire i costi e aumentare la sostenibilità ambientale, i rispondenti considerano il recupero dei rifiuti elettronici come fondamentale.

La sfida principale, però, rimane sempre la stessa: quella dell’aumento dei costi operativi, citata dal 55% dei rispondenti. Infatti, i costi associati al mantenimento dei data center legacy limitano la capacità delle aziende di investire nella realizzazione di nuove infrastrutture, soprattutto nel periodo di incertezza economica nel quale ci troviamo.

La sfida dei costi va affrontata a testa alta dai Chief Information Officer (CIO) e i responsabili IT, che devono garantire che la spesa tecnologica venga impiegata nel modo più efficiente possibile.

Il potenziale inesplorato

Abbiamo trattato di difficoltà e sfide concrete, tuttavia il progresso è frenato anche da convinzioni e false percezioni. Una delle sfide principali riscontrate è legata alla percezione della limitata scalabilità dei data center legacy. Questa si traduce in difficoltà nell’integrazione delle nuove tecnologie, con conseguenti inefficienze operative e aumento dei costi. Sebbene sia vero che i data center faticano a rimanere al passo con le esigenze moderne man mano che gli anni avanzano, molte aziende non stanno cogliendo potenziali opportunità per espandere le capacità dei loro sistemi legacy.

La seconda sfida significativa è quella dell’inefficienza energetica. I data center legacy non sono progettati per tener conto della conservazione energetica, il che comporta un consumo eccessivo di energia e costi operativi più elevati. Ciò crea una situazione onerosa non solo dal punto di vista finanziario, ma anche insostenibile per l’ambiente. C’è un lato positivo: oggi sono disponibili opzioni per affrontare questo problema con nuove soluzioni, come il riutilizzo del calore di scarto.

Insomma, le soluzioni per affrontare i problemi posti dai data center tradizionali abbondano: sta tutto nel decidere cosa fare e a quali problematiche dare priorità.

Per maggiori informazioni, vi invitiamo a consultare il sito web di BCS Consulting.

Da non perdere questa settimana su Techbusiness

🥷 La situazione della cyberwarfare in Italia e nel mondo
 
🏢 Aruba consolida la sua presenza sul territorio con un nuovo data center a Roma
 
🧠 Intelligenza artificiale e non: generare un valore, ma per tutti
👗 La moda sostenibile cresce verso un'industria più responsabile ed etica
 
🎧  Ma lo sai che abbiamo un sacco di newsletter?
 
📺  Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
 
💌  Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
 
🎧  Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
 
💸 E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Autore

Ti potrebbero interessare anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button