Cyber crimine in aumento: a confermarlo i dati di Verizon Business

Stando al Data Breach Investigations Report (DBIR) redatto da Verizon Business, quest’ultimo anno passato tra pandemia, lockdown e smart working ha condotto ad un drastico aumento dei casi di cyber crimine in tutto il mondo. Particolarmente pesante è il bilancio relativo ai fenomeni di phishing e di ransomware che sono aumentati vertiginosamente nel corso del 2021.

Il cyber crimine secondo Verizon Business

In questa edizione 2021 del DBIR di Verizon Business emergono dati molto interessanti legati ad un numero incredibilmente alto di attacchi informatici rispetto al passato. Nello specifico parliamo di un totale di 29.207 incidenti di cui 5.258 risultano essere violazioni confermate, sulle 83 aziende di tutto il mondo che hanno collaborato alla redazione del report.

Oltre a questo, la ricerca denota come gli attacchi di phishing siano aumentati dell’11% rispetto allo scorso anno, mentre quelli che utilizzano ransomware sono aumentati del 6%. Questo aumento vertiginoso è in larga parte da imputare al numero sempre crescente di persone che lavorano da remoto in smart working e quindi più soggetti ad operazioni di questo tipo.

Come se non bastasse, i dettagli sulle violazioni hanno rivelato come il 61% di queste riguardava credenziali di qualche tipo. Non sorprende che, durante l’anno, il 95% delle organizzazioni che hanno subito attacchi di questo genere ha avuto tra i 637 e i 3,3 miliardi di tentativi di accesso illecito. Numeri decisamente impressionanti.

“La pandemia di COVID-19 ha avuto un profondo impatto su molte delle sfide di sicurezza informatica che le organizzazioni stanno attualmente affrontando“, ha spiegato Tami Erwin, CEO di Verizon Business. “Con l’aumentare delle aziende che trasferiscono in cloud funzioni essenziali per il business, le potenziali minacce per le loro operazioni potrebbero diventare più concrete, poiché i malintenzionati cercano di sfruttare le vulnerabilità umane e la maggiore dipendenza dalle infrastrutture digitali”.

I settori più colpiti dal cyber crimine

Sebbene la difesa contro gli hacker si configuri come una priorità in tutti i settori analizzati, il tipo di violazione riscontrata varia sensibilmente a seconda dei singoli casi.

Per esempio, nella finanza l’83% dei dati compromessi sono personali mentre nell’ambito dei servizi professionali si tratta maggiormente di informazioni tecniche.

Particolarmente allarmanti i dati provenienti dalla pubblica amministrazione, in cui si registrano quantità enormi di mail di phishing, in grado di trafugare credenziali d’accesso con estrema facilità.

Nel complesso in Europa continua ad esserci una tendenza consolidata ad attuare attacchi alle applicazioni web e ai sistemi di sicurezza, oltre al più tradizionale social engineering. In Asia e in America invece sono più diffuse le pratiche di phishing e di hacking vero e proprio.

Alex Pinto, Lead Author del DBIR, commenta: “Quando si leggono i contenuti del rapporto, si è portati a pensare che molte delle minacce prese in esame richiedano soluzioni radicali e rivoluzionarie. Tuttavia, la realtà è molto più semplice. La verità è che, mentre le organizzazioni dovrebbero essere pronte ad affrontare anche circostanze eccezionali, le fondamenta delle loro difese devono essere costruite su basi solide. Questo vuol dire affrontare e mitigare le minacce più specifiche nel proprio caso.”

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