La rivoluzione del cloud sta avendo un effetto pervasivo sul mondo aziendale. Non solo i dati stanno emigrando dai server on-premise al cloud: anche la comunicazione aziendale sta cambiando radicalmente, come ci ha raccontato in un’intervista Paolo Fortuna, Managing Director di NFON Italia.
La comunicazione aziende in evoluzione: intervista a Paolo Fortuna
Abbiamo avuto la possibilità di fare quattro chiacchiere con Paolo Fortuna, Managing Director di NFON Italia. Punto di partenza per la nostra conversazione è stata l’indagine Evoluzione della Comunicazione Aziendale, condotta da NetConsulting Cube Sirmi su un campione di 160 imprese italiane di medie e grandi dimensioni. In diversi settori e con diverse necessità, ma sempre parlando di comunicazione aziendale.
Fortuna ci spiega che “Abbiamo voluto realizzare questa indagine per comprendere come è cambiata e continuerà a cambiare la comunicazione aziendale“. Il direttore ci ha spiegato che le indagini sono state condotte nella seconda metà del 2021 con aziende che hanno almeno 50 postazioni. Il 34% ha fra le 50 e le 99 postazioni di lavoro, il 30,8% resta sotto quota 200, mentre il 32,1% supera le 200 stazioni di lavoro.
Il campione analizzato fa soprattutto parte del settore industriale (58,3%), che Fortuna ci spiega essere un settore importante anche NFON Italia. Ma il 7,7% di aziende fa parte del mondo del commercio, il 6,4% lavora nel mondo della logistica. Interessante anche il 5,1% del mondo utilities e il 2,6% della finanza, due mondi in passato restii a entrare nel mondo cloud per questioni di sicurezza e compliance. Ma la situazione, come vedremo, sta cambiando velocemente.
Come cambia la tecnologia del centralino
La prima domanda dell’indagine NFON Italia su cui Paolo Fortuna ha posto l’attenzione durante l’intervista riguarda la tecnologia del centralino. Il Managing Director ci spiega che dal campione emerge che il 31,4% utilizza centralini di tipo tradizionale, sia analogici che digitali. Un dato in netto calo rispetto al 2020 quando la fetta di mercato era del 40,8%.
Viceversa cresce dal 43,9% al 46,2% la quota dei centralini VOIP. E quelli con tecnologia cloud salgono da 22,4% fino a 26,3%. Un grande cambio di passo. Sottolineato anche dal fatto che il 57,5% di chi ha un centralino cloud lo ha da meno di un anno, con il 42,5% che invece lo utilizza da meno di cinque anni. Invece solo l’11,6% ha un centralino VOIP da meno di un anno, con il 76,8% che lo ha da meno di cinque e poco più del 10% che lo ha da più tempo. La maggior parte di chi ha un centralino tradizionale lo ha installato dai 5 ai 10 anni, l’8,3% da oltre 10%. Alta la percentuale delle installazioni entro i 5 anni (41,7%) ma solo il 4,2% lo ha installato da meno di un anno.
In altre parole, se riavvolgiamo l’orologio a oltre 5 anni fa, più di tre aziende su quattro usano centralini tradizionali. Negli ultimi cinque anni più di metà delle installazioni erano VOIP e un quarto cloud. Mentre chi ha cambiato il centralino nell’ultimo hanno ha scelto il cloud per il 63%.
Comunicazione aziendale, intervista a Paolo Fortuna: le aziende che scelgono il cloud
L’analisi di NFON mostra che la quota di adozione del cloud è divisa quasi equamente in base alla dimensione delle aziende. Per esempio nell’ultimo hanno il 30% ha più di 200 dipendenti, mentre sia la fascia da 100 a 199 che quella fino a 99 ha il 35%.
Se guardiamo invece alla tipologia di aziende, il 47% di coloro che hanno scelto il cloud nell’ultimo anno lavora nel settore industriale. Il 12% lavora nella logistica e la stessa percentuale nel settore del commercio. Ma il salto più grande lo fa il settore finanziario, che assente nei dati di chi ha cambiato da uno a cinque anni fa, arriva invece al 6% nell’ultimo anno.
Una scelta di cui le aziende sono molto contente, visto che oltre il 90% non riscontra criticità nell’uso dei centralini cloud. Mentre invece il 39,1% di chi usa centralini non cloud lamenta elevati costi del traffico telefonico, pochi servizi (20%) ed elevati costi di gestione (20%). Anche se va detto che il 47% non riporta nessuna criticità anche con centralini non cloud.
Il grande interesse verso il cloud
Durante l’intervista Paolo Fortuna ci fa notare come il numero di aziende interessate a cambiare la tecnologia di comunicazione aziendale sono molte. Il 36,5% ha realizzato un investimento recente in questo senso o sta per chiuderlo. Il 29,5% sta considerando la possibilità di cambiare, con addirittura il 9,6% che deve solo scegliere il fornitore.
Solo il 9,6% esclude categoricamente l’adozione di un centralino cloud. Il 36,5% prenderà in considerazione il modello cloud nel caso dovessero cambiare il centralino, con il 26,9% che pensa di fare l’upgrade e considera il modello cloud. Il 26,9% ha già in uso o sta per adottarlo.
Un interesse che resta costante in base alla dimensione aziendale e anche in base al settore di provenienza. La maggior parte delle aziende si è fatta convincere dalla convenienza economica (64,1%). Ma tanti anche i vantaggi come evitare l’obsolescenza tecnologica (45,5%), evitare interventi strutturali (33,3%). Alta anche la percentuale di chi lo sceglie per facilitare lo smart working (21,8%) e perché è una soluzione facilmente scalabile (17,3%).
Le caratteristiche più apprezzate del cloud per la comunicazione aziendale
Fra le tante caratteristiche utili del cloud nella comunicazione aziendale, Paolo Fortuna di NFON Italia sottolinea l’importanza dell’integrazione con Teams. L’86,5% reputa utile questa funzione, con solo l’1,4% che dichiara che non interessa affatto (gli altri sono non si sono espressi). E Fortuna ci ha spiegato che se l’integrazione di Teams per Cloudya di NFON risulta particolarmente ottimizzata, è vero che l’azienda è compatibile con più di 60 CRM e molte altre applicazioni fondamentali.
La caratteristica più nota della comunicazione aziendale cloud è il pagamento in base ai consumi reali (80,1%). Ma sono note anche la possibilità di gestire il sistema telefonico in autonomia (55,1%) e che non serve alcun contratto di manutenzione (57,1%), oltre al fatto che si possono collegare anche PC e tablet (54,5%).
Ma gli utenti sembra consapevoli, anche se in percentuali minori, che le funzioni non cambiano a seconda del dispositivo (44.2%), che la UX degli utenti è più intuitiva (34%), che collega la fonia ai sistemi di collaborazione aziendale (33,3%), che la CX con i clienti migliora (34%) e che si può rescindere il contratto quando si vuole (19,2%).
Tutte queste caratteristiche ricevono però un forte apprezzamento. Fortuna ci spiega che, dando voti da 1 a 10, tutte le caratteristiche hanno una media voto sopra il 6, con punte fino a 7,7 per la soluzione di pagamento.
I Blocking Point
L’ultimo passaggio della presentazione che Paolo Fortuna ci ha gentilmente fatto riguarda i blocking point per l’adozione del cloud. Quasi un quarto rimanda a problemi gerarchici: chi decide è la casa madre per le multinazionali (24,4%). Il secondo posto va alle condizioni contrattuali o commerciali (18,6%), con alcune aziende al momento impossibilitate al cambiamento. Un 8,3% riporta invece che la connessione internet non supporta adeguatamente la fonia aziendale nella zona in cui operano. Nessun’altra opzione arriva anche solo vicino al 5%.
Invece non rappresentano ostacoli la sicurezza dei dati, il rifiuto del cloud o la non conoscenza della tecnologia. La rivoluzione cloud sta prendendo piede a ogni livello aziendale e sembra che la fonia non faccia differenza.
Fortuna ci spiega che “NFON si impegna per aiutare i clienti a cogliere tutti questi vantaggi e a passare ad un modello di comunicazione aziendale incentrato sulla voce e sul cloud”. E racconta che per raggiungere un numero crescente di aziende, dalle PMI fino a fornire servizi di contact center verso le più grandi aziende, NFON Italia non esiterà a utilizzare promozioni ben congegnate e affidarsi a un’ecosistema capillare di partner.
Se siete interessati a questo tipo di proposizione, potete trovare maggiori informazioni sul sito di NFON. In particolare potete trovare qui la soluzione di NFON per i Contact Center Hub, anch’essi sempre più interessati al cloud.
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