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Come usare le app mobile per migliorare gli acquisti in negozio

AppsFlyer spiega come la tecnologia mobile serve anche nei negozi fisici

Le app per gli acquisti mobile sono in grandissima crescita negli ultimi anni, spinte anche dall’effetto dei lockdown. Ma il numero di utenti che le utilizza anche all’interno di un negozio fisico è in grande aumento: secondo i dati di AppsFlyer usare la tecnologia per migliorare l’esperienza degli acquisti è la chiave del successo.

Sue Azari, eCommerce Industry Lead EMEA di AppsFlyer, ci ha aiutato a fotografare la situazione, che vede sempre più un connubio fra fisico e digitale nel settore retail.

Appsflyer: come usare la tecnologia per migliorare gli acquisti in negozio

Tra il 2020 e il 201 in Italia sono spariti fino a 70 negozi al giorno (secondo Confesercenti), spostando gli acquisti nel mondo digitale. Ma i negozianti che hanno potuto e saputo continuare a vendere stanno vivendo il ritorno ai negozi fisici da parte di molti utenti. Ma le app per dispositivi mobili che gli utenti hanno imparato ad utilizzare non stanno affatto per sparire, anzi.

Uno studio di AppsFlyer svela che le installazioni di app per lo shopping sono cresciute di oltre il 150% nel Regno Unito, del 124% in Spagna e del 66% in Francia. Durante il Black Friday, le percentuali sono aumentate. E durante le feste natalizie gli acquisti sulle app sono aumentati del 68% per valore della spesa. Ma questi numeri stanno scendendo con le riaperture dei negozi.

Quindi sembra che le persone vogliano tornano a spendere di persona e i retailer sono ben contenti di tornare ad accoglierle. Ma al tempo stesso vorrebbero continuare a tenere alto l’engagement e la fedeltà sviluppata sulle app. Combinare fisico e digitale, insomma.

Per farlo tuttavia i due canali non possono mantenere le distanze. La maggior parte degli iscritti alle app le ha scaricate durante la visita al negozio fisico. Devo collaborare e ci sono molti modi per farlo.

Provare prima di comprare e la navigazione negli store

I negozi fisici hanno un vantaggio chiaro rispetto a quelli online: provare un vestito o valutare la qualità di una mela prima comprarla è il miglior incentivo all’acquisto. Ma a volte le code per entrare nei camerini o altre problematiche nel negozio rendono difficile farlo.

Per questo motivo ci sono app come quella di L’Oréal che usa la realtà aumentata per far provare i colori delle tinture agli utenti, utilizzando la fotocamera dello smartphone. E lo stesso vale per i trucchi. Ma non solo estetica: Ikea permette di vedere come i mobili entreranno nella propria abitazione usando l’AR.

Se il negozio fisico fa venire la “voglia di acquistare”, le app possono fornire quei dettagli tecnici e le recensioni utente che assicurano che l’acquisto sarà di qualità.

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Un altro modo per sfruttare le app mobile nei negozi è quello di verificare la disponibilità in magazzino di determinati prodotti, come fanno H&M e Zara. Questo semplifica il lavoro dei commessi, che possono così concentrarsi sull’assistenza ai clienti durante le scelte. Marks and Spencer aggiunge a questa funzionalità una vera e propria navigazione nel negozio, per trovare con l’AR quello che cercano.

Aumenterà la fedeltà dei clienti

Una delle grandi potenzialità delle app sta nel sapere ingaggiare gli utenti più propensi alla fedeltà al brand e alla spesa. Questo può includere pubblicità in-app, influencer marketing e campagne social. Ma AppsFlyer ci spiega che “anche un semplice QR code che può essere facilmente scansionato nelle cabine di prova e alle casse è un’altra opzione efficace ed economica per conquistare un pubblico che già conosce il brand.”

Abbinare l’esperienza digitale e fisica permette maggiore libertà e consapevolezza negli acquisti per gli utenti. Ma anche i retailer possono sfruttare questo doppio canale per creare engagement e aumentare le vendite.

A questo indirizzo trovate maggiori informazioni su AppsFlyer.

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Autore

  • Stefano Regazzi

    Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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