Descrivere e cogliere l’essenza di una generazione è molto complesso. Stiamo però provando a ricostruire il profilo lavorativo, le ambizioni e le esigenze della generazione z. I giovani lavorati sono molto diversi dai loro genitori e nonni. Ma in che senso sono cambiati?
Per cercare di conoscere al meglio le possibilità lavorative e le prospettive occupazionali di questa grande fetta di futura forza lavoro, è essenziale studiarli e analizzarli. Chi lo può fare meglio dell’università? Per questo abbiamo intervistato la Dottoressa Anna Boaretto, Direttrice dell’Ufficio Career service presso l’Università degli Studi di Padova. Laureata in scienze statistiche, Anna Boaretto si è occupata per anni di indagini statistiche, analisi di dati, redazione report, oltre all’organizzazione di presentazioni aziendali rivolte a studenti e laureati e career day proprio per l’ateneo padovano.
L’intervista ad Anna Boaretto dell’Università di Padova
Ci siamo confrontati con la Dottoressa Boaretto per capire quali tendenze è già possibile osservare tra i giovani della gen z. Sono emersi molti spunti interessanti che offrono un quadro complesso ma comunque lineare.
Vorremo fare conoscere ai nostri lettori che non hanno dimestichezza con l’Ateneo che tipo di profilo hanno gli studenti che si laureano presso la vostra università. Può darci qualche informazione a riguardo?
Tra le più antiche e prestigiose d’Europa, nata nel 1222, l’Università di Padova è oggi un grande ateneo multidisciplinare che punta su una formazione professionalizzante ma dalle solide basi culturali, con corsi in lingua inglese e in teledidattica. È incentivata la mobilità all’estero e si può conseguire una doppia laurea rilasciata assieme ai più prestigiosi istituti europei.
Con oltre 70 mila iscritti, l’Ateneo offre: 8 scuole, 32 dipartimenti, oltre 5.000 borse di studio, oltre 2 milioni di libri in 38 biblioteche, 81 corsi di laurea triennale, 83 corsi di laurea magistrale, 8 corsi di laurea a ciclo unico, 70 master, 57 scuole di specializzazione, 55 corsi di perfezionamento, 6 corsi di alta formazione, 35 scuole di dottorato, 2 corsi di dottorato internazionale. Sono in costante aumento i corsi erogati in lingua inglese. L’offerta formativa è molto varia e copre tutti gli ambiti disciplinari, dalle discipline STEM, a quelle umanistiche, a medicina, veterinaria, agraria.
A questo si aggiunge la scuola di eccellenza, ovvero la Scuola Galileiana di Studi Superiori, cui possono accedere ogni anno, tramite concorso, 24 studenti con la possibilità di scegliere tra la classe di Scienze Morali e la classe di Scienze Naturali.
Cosa può dirci dell’ufficio che coordina? Come si colloca all’interno dell’Ateneo? Quali funzioni svolge e cosa fa per studenti e aziende?
L’ufficio si colloca nell’area ricerca e rapporti con le imprese, ed è strutturato in 3 settori: stage e tirocini, orientamento al lavoro e placement. Si occupa di agevolare l’inserimento lavorativo di laureati e laureate e di orientare gli studenti al mondo del lavoro, facendo da raccordo tra nuove risorse e aziende.
Le attività si rivolgono anche alle aziende e agli uffici HR. Abbiamo una piattaforma che permette alle aziende di caricare le proprie offerte di lavoro e agli studenti di applicare. Il nostro ruolo è quello di verificare e scremare job opportunities e candidature.
I nostri servizi non si esauriscono qui. Infatti, prepariamo gli alunni al mondo del lavoro con consulenze e workshop per imparare a scrivere i curriculum, le presentazioni ed allenare le soft skill. Ci sono anche seminari e laboratori più specifici per chi ha interessi mirati, sia dal lato studenti che aziende.
Abbiamo anche un osservatorio sul mercato locale del lavoro, ci occupiamo di raccogliere dati statistici attraverso interviste strutturate alle aziende del territorio per capire il bisogno di professionalità e competenze. Per noi è importante, poiché questo lavoro si conclude con una tavola rotonda che consente di avere un confronto tra professori, aziende e studenti. Così da avere una panoramica aziendale, utile anche per progettare i corsi di studi futuri.
Le aziende, come possono interfacciarsi con voi per usufruire dei vostri servizi? Oltre agli eventi dedicati e agli open day, quali sono le occasioni di incontro tra università, aziende e studenti? In che modo i reclutatori possono instaurare un rapporto continuativo con il vostro ufficio e con l’università?
Il rapporto dell’ufficio Career Service con molte aziende del territorio è ormai consolidato e il contatto avviene sia su impulso dell’azienda, che da parte del nostro ufficio per informare di nuove attività. È possibile contattarci via mail o telefonicamente. Sempre più spesso, a seguito della telefonata, ci si incontra in una videocall conoscitiva e di approfondimento. In alcuni casi ci si incontra di persona. A seguito di questo primo contatto si valutano le necessità e si propone una pianificazione per raggiungere gli obiettivi dichiarati.
Abbiamo quattro career day all’anno. Uno di essi è dedicato alle materie STEM. Quest’anno si terrà a novembre, l’evento si chiama Università aperta IES e ha avuto riscontri davvero ottimi dal lato aziendale. Ci sono anche business game e recruiting game, alcuni più tecnici, altri che mirano sviluppare e ricercare competenze trasversali. Cerchiamo sempre le soluzioni migliori e ci piace pensare nuove strategie per fare incontrare realtà lavorative e studenti.
Inoltre, le aziende possono collaborare con noi anche attraverso il nostro programma di mentoring. Il progetto individua figure aziendali per seguire studenti e studentesse che vogliono essere aiutati nello sviluppo del proprio piano professionale.
Molto spesso capita che ci siano delle aziende che per dimensione o scelta, non hanno una divisione HR. In questi casi può capitare di soffrire di un divario generazionale forte tra selezionatori e studenti. Nella vostra esperienza, c’è qualche suggerimento che vi va di offrire a queste realtà?
Alle aziende vogliamo ricordare che è importante la presenza online per questa generazione. L’impresa deve sapersi mostrare sul web ed essere trasparente a livello di valori ma anche di possibilità lavorative. La generazione z tiene molto alla chiarezza e alla comunicazione digitale, le aziende esterne a questi meccanismi risultano poco interessanti ai loro occhi.
Inoltre, capita che nelle aziende senza ufficio HR, la ricerca si basi sul passaparola, ma è meglio avere un sistema di gestione dei curriculum informatizzato in modo da poter avere un database di candidati. Non solo, noi suggeriamo di ricordare che certe competenze possono essere sviluppate e quindi è più giusto valutare le persone in base alle potenzialità e aprire lo sguardo e valutare ogni possibilità.
Noi restiamo sempre disponibili a offrire servizi di intermediazione, quindi se le aziende si affidano all’Università di Padova, il nostro ufficio le affianca nella selezione.
I nostri lettori sono particolarmente interessati ai laureati in discipline STEM. C’è qualche trend che avete notato per questo tipo di laureati? Avete invece qualche dato da condividere sui laureati delle discipline non STEM che trovano lavoro in aziende di stampo tecnologico?
Per quanto riguarda la richiesta di laureati in discipline STEM c’è una continua crescita. Le offerte di lavoro per questi profili sono sempre state elevate e spesso c’è difficoltà nel reperimento. Le nuove modalità di lavoro, un ricorso più massivo alla digitalizzazione, hanno portato ad un aumento della richiesta, in particolare per profili in ambito informatico.
Abbiamo notato che molte aziende, ad esempio, si stanno aprendo ai laureati umanistici. Il nostro ateneo negli ultimi anni ha lavorato molto sulla costruzione di un’offerta formativa professionalizzante e all’avanguardia con le esigenze del mercato del lavoro, creando corsi di studio con forti elementi di interdisciplinarietà, che favoriscono la capacità attrattiva e di impiego dei laureati e delle laureate. Così anche studenti di discipline sociale e umanistiche possono affacciarsi al mondo del lavoro con competenze e conoscenze digitali.
Guardando al Rapporto AlmaLaurea 2021 sono stati presi in esame i corsi in ambito umanistico contenenti al loro interno almeno il 5% dei crediti nei settori scientifico-disciplinari di informatica e ingegneria informatica. Dal report si evince che i laureati in questi corsi hanno migliori performance di reddito e occupazione rispetto agli altri laureati umanistici. Questi sono dati interessanti in termini di risposta al mercato e di offerta formativa.
Tutti quanti stiamo imparando a conoscere la generazione Z. Secondo voi quali sono le caratteristiche più importanti di cui tenere conto quando li si approccia dal punto di vista lavorativo?
I giovani della generazione z hanno esigenze lavorative diverse rispetto a quelle delle precedenti generazioni. Riscontriamo sia parlando con le aziende, che parlando con i giovani, che si focalizzano molto sugli aspetti legati alla dimensione del tempo, ad esempio sulla flessibilità oraria, nonché sulla possibilità di usufruire di giorni di smart working. Un altro aspetto molto importante riguarda i valori aziendali e gli aspetti etici, come ad esempio, la sostenibilità e l’inclusione, nonché la formazione aziendale e lo sviluppo di carriera
Sembrano essere molto consapevoli delle proprie aspettative e nei colloqui tendono a fare molte domande in modo da operare le loro scelte consapevolmente. Anche i canali comunicativi sono molto importanti, ricordiamo che le persone appartenenti a questa generazione sono nativi digitali, pertanto la fanno da padroni i social, da cui la gen Z trae gran parte delle informazioni, quindi anche la online reputation riveste un ruolo chiave.
Vi saluto lasciandovi con una riflessione. L’online ha aiutato molto durante la pandemia. Ma i career day sono molto più complessi. Non ci si piò focalizzare sulla questione relazionale, sul networking, tra aziende, clienti, competitor, studenti con uno schermo di mezzo. La presenza è un valore aggiunto in questo tipo di eventi, siamo molto felici infatti di vedere il nostro Università aperta IES sia stato accolto così bene dalle aziende. Aspettiamo anche tutti voi.
Ringraziamo la Dottoressa Boaretto dell’Università di Padova per queste informazioni preziose. La nostra chiacchierata è stata molto proficua. Abbiamo notato che i giovani della generazione z hanno forte propensione per le aziende con una buona reputazione online, in grado di soddisfare le ambizioni e rispecchiare i valori personali. Le priorità sono cambiate: la flessibilità e la passione diventano cruciali nella scelta di un impiego. Al lavoro si dà un peso diverso, soppesando costi e benefici, più di quanto si facesse in passato. I datori di lavoro devono tenere conto di queste caratteristiche per piacere ai futuri lavoratori.
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