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La generazione z e l’occupazione: l’intervista a Barbara Rosina dell’Università degli Studi di Milano

Abbiamo parlato con la Direttrice del servizio placement per delineare il profilo di studenti e neolaureati della generazione z

La generazione z è la nuova forza lavoro. Non è possibile trascurare le differenze e le peculiarità che distinguono i giovani dalle generazioni precedenti. I datori di lavoro devono tener conto delle nuove esigenze che studenti e neolaureati vanno ricercando quando si inseriscono nel mondo del lavoro. Per capire meglio i giovani abbiamo deciso di confrontarci con gli uffici placement delle università.

Abbiamo inaugurato questo progetto intervistando Barbara Rosina, Direttrice del Centro COSP– Centro per l’Orientamento allo Studio e alle Professioni dell’Università degli Studi di Milano da più di 10 anni. Tra le tante mansioni che Barbara Rosina ricopre, ci sono la gestione dei servizi di orientamento al lavoro e placement e il coordinamento del personale impegnato in attività di Sportello lavoro e consulenza.

Prima di essere Direttrice del COSP, la dottoressa Rosina è stata una studentessa dell’Università degli Studi di Milano, infatti, proprio qui ha conseguito la laurea in Lettere Moderne, per poi specializzarsi con Master in Coordinatore delle attività di orientamento presso l’Università degli Studi di Pavia.

L’Università degli Studi di Milano, anche nota come La Statale, ha sede nel centro storico della città meneghina e ospita più di 60 mila iscritti distribuiti in diversi dipartimenti e facoltà. L’ateneo offre 75 corsi triennali e ciclo unico, 68 corsi di laurea magistrale, 34 dottorati, più di 75 master e corsi di perfezionamento e più di 65 scuole di specializzazione.

L’intervista a Barbara Rosina dell’Università degli Studi di Milano

Con la dottoressa Rosina abbiamo parlato delle esigenze e dei bisogni dei giovani studenti e neolaureati, ma non solo. Le abbiamo chiesto anche di parlarci dei servizi che il centro che dirige offre alle aziende e ai futuri lavoratori.

Vorremo fare conoscere ai nostri lettori che non hanno dimestichezza con l’ateneo, che tipo di profilo hanno gli studenti che si laureano presso la vostra università? Che cosa offre l’ateneo sul territorio?

L’università degli Studi di Milano è un ateneo multidisciplinare, che offre profili svariati: dalle lauree umanistiche a quelle scientifico tecnologiche. Non mancano corsi di laurea in giurisprudenza, lauree economiche e sociologiche, poi l’ateneo offre corsi di studio di ambito medico, delle professioni sanitarie, di agraria e veterinaria. È difficile delineare un solo profilo che riassuma le caratteristiche dei laureati diversi percorsi di studi.

A secondo delle macroaree ci sono profili diversificati. L’ufficio placement non può fare un quadro complessivo senza tener conto delle differenze e delle esigenze di tutti gli studenti e dei laureati. Questo si riflette anche poi anche nella ricerca del lavoro. Le facoltà hanno canali diversi per l’occupazione dei propri neolaureati. Ad esempio, l’ambito medico e sanitario hanno un iter specifico da seguire che prevede anche il percorso delle scuole di specializzazione e dai concorsi.

Le va di parlarci dei servizi offerti dal vostro ufficio? Come si colloca all’interno dell’ateneo? Quali funzioni svolge e cosa fa per studenti e aziende?

Si tratta di un centro funzionale con una certa autonomia organizzativa e contabile, questo è importante per garantire elasticità e flessibilità nello svolgimento di tutti i servizi dedicati allo studente. Come COSP gestiamo l’orientamento a 360°. Ci occupiamo del rapporto con licei e scuole superiori, per aiutare i diplomati, fino al cosiddetto orientamento in uscita, ovvero l’inserimento dei neolaureati nel mondo del lavoro.

Per quanto riguarda il placement per gli studenti che vogliono iniziare con degli stage offriamo diversi servizi di formazione per fornire gli strumenti utili per inserirsi nel mondo lavoro, come ad esempio il supporto per la stesura del curriculum vitae e la ricerca del lavoro (attraverso adeguati canali di ricerca).

Dall’altra parte, ci occupiamo di fare combaciare domanda e offerta con una bacheca virtuale di annunci di lavoro e stage. Attraverso la nostra piattaforma di placement, infatti, gli studenti possono visionare proposte e posizioni aperte e viceversa. Le aziende e gli enti partner dell’università, accedendo al servizio, possono visualizzare profili e curriculum di studenti e neolaureati. Ovviamente ci occupiamo anche delle pratiche di attivazione degli stage, non solo della ricerca.

Siamo molto centrati sullo studente, tutti i nostri servizi cercano di favorire e aiutare proprio i laureandi e i giovani che stanno entrando nel mondo del lavoro. Per quanto riguarda le aziende, le supportiamo nella ricerca del personale, nell’organizzazione di job fair e recruiting day e ci impegniamo di affiancarle e aiutarle anche per quanto riguarda la parte amministrativa.

Le aziende come possono interfacciarsi con voi per sfruttare i servizi offerti? Oltre agli eventi dedicati e alle job fair, quali sono le occasioni di incontro tra università, aziende e studenti? In che modo i reclutatori possono instaurare un rapporto continuativo con voi?

Basta registrarsi al portale del placement, in questo modo si crea la possibilità di accedere ai servizi che ho descritto poco fa. L’iscrizione alla nostra piattaforma permette di attivare una convenzione con l’Università degli Studi di Milano. Ovviamente il compito del nostro ufficio è controllare che tutto fili liscio, da entrambe le parti. Controlliamo che le aziende forniscano posizioni e percorsi di qualità agli studenti e ci accertiamo che quest’ultimi si impegnino per sfruttare l’occasione offerta. 

É possibile rivolgersi al Career Service anche per organizzare recruiting day per un confronto diretto tra le risorse umane delle aziende e i potenziali candidati, anche presso l’Ateneo e una volta all’anno le imprese sono invitate alla Job Fair di Ateneo, che quest’anno ritorna anche in presenza, prevedendo una settimana di incontri online ed una giornata – il prossimo 19 ottobre – presso la sede centrale dell’Ateneo, ove le realtà produttive e laureandi e neolaureati potranno interloquire presso gli stand.

Molto spesso capita che ci siano delle aziende che per dimensione o scelta, non hanno una divisione HR. In questi casi può capitare di avere un gap generazionale forte tra selezionatori e studenti. Nella vostra esperienza, c’è qualche suggerimento che vi sentite di offrire a queste realtà?

Non è detto che le risorse umane siano sempre e per forza l’unico canale. Molto dipende dal tipo di laurea e di settore lavorativo. L’importante è che i recruiter si interfaccino – sia nella predisposizione dei profili, sia nella selezione -con la direzione tecnica e con coloro che dovranno effettivamente lavorare lo staff selezionato. In questo modo, il gap tra le aspettative dei candidati e – allo stesso modo – quelle dei referenti aziendali, sarà minore.

Abbiamo notato in realtà nelle aziende piccole che spesso c’è coincidenza tra chi recluta e chi lavora con il giovane laureato. Questo può essere positivo perché la risorsa viene scelta direttamente da chi poi la affiancherà nel proprio percorso.

placement università milano

La pandemia, la Dad e il lavoro da remoto hanno influito sull’affluenza di giovani nella città di Milano? I neolaureati scelgono ancora la città per iniziare la propria carriera lavorativa o preferiscono lavorare dislocati in altre zone?

La tendenza a scegliere a Milano per iniziare la propria carriera rimane. Si tratta di una città con molte grandi aziende e maggiori possibilità d’impiego. Certo, ci sono impedimenti reali, come il costo della vita, che rendono Milano una città con ostacoli all’ingresso, ma la tendenza a muoversi in città non è scomparsa.
Sarà che abbiamo molti studenti che provengono dalla regione Lombardia e in generale delle zone limitrofe alla città e quindi non abbiamo avvertito un grosso cambiamento. Ma abbiamo più dati sugli studenti iscritti che sui laureati, per quanto riguarda la scelta di Milano per il proprio futuro. La nostra impressione è che Milano si riconfermi una città molto scelta dai giovani in cerca di possibilità di carriera.

I nostri lettori sono particolarmente interessati ai laureati in discipline STEM. Avete qualche dato da condividere sui laureati in discipline non STEM che trovano lavoro in aziende di tipo tecnologico?

Di certo abbiamo notato che è cambiato il profilo dei laureati non STEM. C’è una maggiore attenzione alle competenze digitali, anche nei profili umanistici ed economico-sociali. Tutte le figure che hanno competenze analitiche e tecnologiche diventano interessanti per le loro capacità. Soprattutto a livello di comunicazione e organizzazione. Le aziende sono disposte a investire anche su profili meno tecnici ma con un’impostazione metodologica in grado di colmare questo gap.
Ovviamente, dipende da quali esigenze ha l’azienda. Ci sono mansioni che necessitano una preparazione molto specifica. Ma c’è maggiore flessibilità.

Tutti quanti stiamo imparando a conoscere la generazione z. Secondo voi quali sono le caratteristiche fondamentali di cui tenere conto quando li si approccia dal punto di vista lavorativo?

L’impressione che abbiamo avuto è di una maggiore attenzione alla snellezza delle procedure. Processi troppo complicati e lenti creano un certo fastidio ai giovani della generazione z. Si nota il bisogno di un maggiore velocità nei flussi di lavoro.

Però è davvero difficile dare un’etichetta e categorizzare una generazione intera. Il nostro ufficio vede profili molto diversi tra loro, non è possibile semplificare e generalizzare troppo.
Un trend che abbiamo notato però è che c’è una forte attenzione all’equilibrio tra lavoro e vita privata. Molto più che in passato. C’è tendenza a volere lavori che esprimano la personalità e se l’impiego trovato non lo consente, i giovani lavoratori e studenti cercano nuove opportunità. Anche a discapito della stabilità economica e lavorativa. Sono cambiate le priorità, questo non è un dato necessariamente negativo.

C’è maggior mobilità, almeno nelle prime fasi di ricerca del lavoro. La realizzazione personale è un valore che ha acquisito un’importanza maggiore rispetto ad un tempo. Dall’altro canto la pazienza nel vedere maturare la propria carriera rischia di venire meno. Ci sono pro e contro di questo nuovo approccio.

Sicuramente la tecnologia moderna ha portato a vivere anche il mondo del lavoro con più velocità e con un maggior bisogno di “personalizzazione”. C’è più desiderio a trovare l’occupazione maggiormente affine alle proprie aspettative, anche a discapito della reale domanda lavorativa. Non sempre le necessità del mondo del lavoro incontrano quelle dei giovani della generazione z.

Ringraziamo la dottoressa Rosina per queste preziose riflessioni. Certo, non è semplice sintetizzare un’intera generazione, ma alcune caratteristiche salienti emergono. Tra queste il bisogno di trovare occupazioni che rispecchino la personalità, di snellire i processi lavorativi, l’esigenza di conciliare al meglio vita privata e lavoro. Forse non è possibile intravedere un settore preferenziale per la crescita lavorativa, ma in ogni campo le figure che si vanno a formare sono dotate di competenze digitali. Rispetto alle precedenti generazioni i giovani sono meno interessati al “posto fisso”, privilegiando flessibilità e ambizioni personali. Le aziende che vogliono avvicinare i giovani della gen z devono quindi tenere conto di questi elementi per offrire posti di lavoro davvero appetibili per i neolaureati.

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Martina Ferri

Sono laureata in filosofia, gattara, vegetariana e vesto sempre di nero. Ora che vi ho elencato i motivi per cui potrei sembrare noiosa, posso dirvi che amo la musica, i libri, la fotografia, la pizza, accamparmi in tenda vicino al main stage di qualche festival! Che dite, ho recuperato?

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