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Allied Telesis; dal primo cavo ethernet agli switch a 10 Gbps

Allied Telesis, per chi frequenta le telecomunicazioni da tanto, è una di quelle aziende che, semplicemente, c’è sempre stata. Non è nata con Internet, ma sicuramente è nata poco dopo Internet per fare della rete il suo core business. L’azienda, di fondazione giapponese, ha aperto i battenti nel 1987 (inizialmente con il nome System Plus) e da allora si è sempre concentrata sulla parte fisica della rete; quella che in gergo si definisce “i livelli bassi”. Oggi, Allied Telesis è uno dei maggiori produttori al mondo in infrastrutture di rete in rame e fibra e fornisce soluzioni basate su Ethernet e IP.

Allied Telesis di nuovo in pubblico

Allied Telesis era parecchio tempo, forse anni, che non organizzava un incontro pubblico in Italia. A parlarci dell’azienda per fare il punto della situazione sono stati Giovanni Prinetti (European Solutions Marketing Manager) e Alessandro Amendolagine (Sales Manager Italy & Israel).

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Allied Telesis, ci spiegano i due manager, è una azienda che non ha rinunciato alla sua identità di stampo molto giapponese e alle linee guida del suo fondatore, Takayoshi Oshima. Questo vuol dire, tra l’altro, dare una connotazione molto verticale al business, concentrarsi su specifici target di mercato e seguire i prodotti in maniera completa.

Takayoshi Oshima è purtroppo venuto a mancare all’inizio del 2023 e il ruolo di CEO è ora coperto dalla figlia, Sachie Oshima, che però ha già dichiarato voler continuare a seguire la stessa linea del padre.

Business verticale sugli aspetti fisici della rete

Alessandro Amendolagine
Alessandro Amendolagine

Uno dei primi prodotti di Allied Telesis è stato il cosiddetto “Vampire”; chiamato anche connettore a vampiro. Si tratta di un dispositivo ora in disuso per il collegamento a un cavo coassiale tramite inserimento di una punta di metallo attraverso la guaina isolante. E questo dovrebbe già comunicare qualcosa riguardo il tipo di azienda.

Come ci dice Amendolagine, Allied Telesis è partita producendo transceiver (dispositivi di trasmissione e ricezione di segnali elettromagnetici) e oggi è uno dei leader di mercato per gli apparati LAN. A portfolio, infatti, offre essenzialmente apparati per rete locale sia cablata che wireless.

Un aspetto che per Allied Telesis è molto importante, è la sua policy di aderire strettamente agli standard tecnologici. Questo perché, nella loro visione, la rete è al centro delle infrastrutture IT e gli apparati di rete devono essere estremamente compatibili con tutti i possibili dispositivi. L’unica eccezione, riferiscono i due manager, è una soluzione proprietaria per il passaggio di un dispositivo da un access point all’altro senza perdita di connessione che sfrutta un unico canale radio condiviso.

Questa visione molto verticale si rispecchia anche nella loro soluzione di cybersecurity: AMF-Sec. AMF-Sec si basa sul concetto di SDN (Software Defined Network) e vede la collaborazione di firewall e antivirus per ridefinire dinamicamente la struttura di rete e isolare i dispositivi problematici. Questo approccio, seppure un po’ legacy, permette al sistema di essere agnostico dal dato e quindi di poter essere adottato in una moltitudine di situazioni.

Target di mercato ben determinati

L’organizzazione di Allied Telesis è molto ottimizzata, nel senso che la multinazionale conta, a livello mondiale, 1700 dipendenti. La divisione italiana, che per alcuni aspetti copre anche Israele e Medio Oriente, è formata da dieci persone.

Tutto questo è reso possibile dal fatto che l’azienda si rivolge quasi esclusivamente a clienti enterprise e ai segmenti di mercato dell’istruzione e dei servizi governativi. In particolare, focalizzandosi sul mercato italiano, il 30-35% del fatturato è il risultato di forniture in ambito militare.

Avere dei target di mercato così specifici permette ad Allied Telesis di essere molto snella anche nel suo programma di canale. Infatti, sul nostro territorio sono presenti tre distributori diretti, cinque distributori indiretti e 150 partner.

Un servizio sul prodotto dalla A alla Z

Giovanni Prinetti
Giovanni Prinetti

Allied Telesis, ci dice Prinetti, è all’interno del ciclo di vita del suo prodotto al 100%. Infatti è una delle poche realtà che gestiscono dalle fabbriche (in Cina) fino ai test di qualità (condotti in Giappone). L’azienda, di fatto, produce tutta la componentistica dei suoi cablaggi e apparati di rete. Inoltre, sviluppa in casa anche il software di gestione della rete e il sistema operativo degli apparati.

Questo approccio al controllo completo sul ciclo di vita del prodotto unito a un’a ‘organizzazione molto snella da la possibilità di intervenire direttamente sul cliente finale in tempi molto brevi quando richiesto.

La novità per il 2023

Per il 2023, Allied Telesis propone ai suoi clienti una nuova serie di switch industriali, la IE220, a 10 Gbps e dotati di PoE++. Si tratta dei modelli IE220-6GHX (a 4 porte) e IE220-10GHX (con 8 porte).

Questi apparati, oltre a essere dotati di un doppio uplink in fibra, sono progettati per l’uso in condizioni ambientali difficili, soprattutto in ambito OT. Gli ambiti di applicazione tipici sono la Building Automation, le infrastrutture urbane (Smart City) e il trasporto stradale. Le interfacce PoE++, infine, rendono disponibili fino a 95 Watt per porta e possono quindi alimentare anche monitor, sistemi di accesso, illuminazione e in generale dispositivi IoT che richiedono più di 30 Watt.

Il mercato dell’Industrial Ethernet è un settore chiave per Allied Telesis e con la Serie IE220 aggiungiamo un componente fondamentale per fornire una soluzione ampia e flessibile per qualsiasi installazione in ambienti complessi.

Rahul Gupta, Chief Technology Officer di Allied Telesis

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Dario Maggiorini

Si occupa di tecnologia e di tutto quello che gira attorno al mondo dell'ICT da quando sa usare una tastiera. Ha un passato come sistemista e system integrator, si è dedicato per anni a fare ricerca nel mondo delle telecomunicazioni e oggi si interessa per lo più di scalabilità e sistemi distribuiti; soprattutto in ambito multimediale e per sistemi interattivi. Il pallino, però, è sempre lo stesso: fare e usare cose che siano di reale utilità per chi lavora nel settore.

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