Il settore tecnologico in Nigeria sta assistendo a una trasformazione significativa grazie alla crescita delle startup locali. Esse infatti offrono soluzioni e alternative ai colossi del cloud computing, come per esempio Amazon Web Services, Google Cloud e Microsoft Azure.
L’aumento dei costi dovuto alla svalutazione della naira, la valuta del paese africano che a oggi vale 0.00064 euro, unito al dibattito sulla sovranità dei dati, sta spingendo sempre più aziende a migrare verso soluzioni cloud nazionali.
In Nigeria stanno adottando soluzioni locali per il cloud
Il problema dei costi
Fino a pochi anni fa, le startup nigeriane erano costrette a pagare per i servizi cloud in dollari statunitensi. La situazione si è successivamente aggravata con il crollo del valore della naira, che ha perso circa il 70% del suo valore tra il 2020 e il 2024. Per molte aziende, il modello di business basato su pagamenti in valuta estera è diventato completamente insostenibile.
Fara Ashiru, fondatrice della fintech Okra, ha dichiarato che le bollette di AWS erano diventate proibitivamente alte. Ciò l’ha spinta a cercare un’alternativa. Nel 2024, la sua azienda ha creato una propria infrastruttura cloud con server in Nigeria e Sudafrica. Ha così dato vita a Nebula, un fornitore di cloud locale che permette alle aziende di pagare in naira e conservare i dati all’interno del paese, una tematica che è divenuta sempre più importante nel paese.
Le realtà locali della Nigeria che offrono soluzioni per il cloud
Negli ultimi due anni, diverse startup hanno fatto il loro ingresso nel mercato del cloud computing nigeriano. Per esempio, Nobus, Galaxy, Suburban e Layer3 sono tra le realtà emergenti che offrono alternative locali ai servizi delle multinazionali occidentali. Il vantaggio principale di queste soluzioni è la possibilità appunto di pagare in naira. L’evidente vantaggio è quello di evitare gli svantaggi dovuti tassi di cambio passando da una valuta all’altra.
Questi servizi consentono inoltre alle aziende di conservare i propri dati all’interno dei confini nazionali, un elemento sempre più rilevante nel dibattito globale sulla sovranità digitale. “Come suonerebbe se i dati degli elettori nigeriani fossero conservati in Europa?”, ha commentato Bruce Ayonote, CEO di Suburban Cloud. Con ciò, sottolinea l’importanza di infrastrutture cloud locali per la protezione dei dati nazionali.
Le reazioni dei colossi del cloud
Di fronte alla crescente concorrenza locale, AWS ha deciso di accettare pagamenti in naira a partire da gennaio 2025. Questa mossa, almeno secondo il parere di molti esperti, può venire considerata come una risposta diretta all’ascesa dei provider nigeriani. Anche Microsoft e Google hanno ampliato la loro presenza in Africa, con nuovi data center in Sudafrica e Kenya. Ma nessuno dei tre giganti ha ancora aperto un’infrastruttura significativa in Nigeria.
Il futuro del cloud nel paese africano
Il settore tecnologico nigeriano conta oltre 19.000 startup, di cui 1.400 finanziate da venture capital, con investimenti complessivi di circa 28 miliardi di dollari. La domanda di soluzioni cloud continuerà a crescere, ma le startup locali devono ancora migliorare la loro infrastruttura e automazione per competere con i giganti globali.
Ugochukwu Okoro, CEO della proptech Muster, ha sottolineato come il passaggio da AWS al provider locale GigaLayer abbia comportato alcune difficoltà tecniche: “I servizi sono validi, ma manca l’automazione che offre AWS. Devo integrare il sistema manualmente, un processo che molti sviluppatori non sono in grado di gestire.”
Nonostante queste sfide, il futuro del cloud computing in Nigeria appare promettente. La crescita della domanda di colocation, ossia la condivisione di data center tra più aziende, e l’espansione delle infrastrutture locali potrebbero consolidare la posizione dei provider nigeriani nel mercato globale.
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