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Ogni azienda ha il proprio percorso verso l’innovazione: intervista ad Alberto Roseo di Lutech

L’evento SAP Now 2024 a Milano ha mostrato il fronte più avanzato dell’innovazione aziendale: l’intelligenza artificiale (soprattutto nella sua variante generativa) può dare vantaggi strategici ed economici alle imprese. Ma per raggiungere l’avanguardia dell’AI, ogni azienda segue una strada diversa: dettata dai propri obiettivi, dalle propria fondamenta fatte di dati, dalle attitudini e dalle particolarità della propria forza lavoro. In un’intervista a margine dell’evento con Alberto Roseo e il resto del team di Lutech, azienda che orchestra progetti ICT end-to-end per moltissime aziende in diversi settori, abbiamo esplorato i diversi livelli di preparazione e le diverse mete riguardo la gestione dei dati e i progetti AI delle imprese.

L’AI nel tessuto imprenditoriale italiano: intervista ad Alberto Roseo di Lutech

Fra le presentazioni delle novità SAP, abbiamo avuto il tempo per sederci allo stand di Lutech con un’intervista ad Alberto Roseo, Chief Marketing, Communication & Innovation Officer dell’azienda. Intervista che si è presto trasformata in una discussione con tutto il team di Lutech presente allo stand, che si è dimostrato disponibilissimo nell’aiutarmi a tracciare un quadro di come l’intelligenza artificiale stia trasformando le aziende italiane — a ritmi e con finalità diverse.

L’interesse a innovare è molto elevato, il team di Lutech ci ha spiegato che nella mattinata ha già avuto diversi contatti con prospettive concrete. “C’è molto interesse nell’ambito della trasformazione digitale. Lutech è un player di riferimento, specie particolari mercati (come le Energies Utilities o il Manufacturing) in cui siamo leader. Abbiamo molte richieste di revisione di processi in chiave digitale” ci spiega Roseo.

Alberto roseo
Alberto Roseo di Lutech

Il team ci spiega che Lutech fa da consulente e da partner per la trasformazione digitale delle imprese. Un system integrator moderno, che non si limita semplicemente a fornire soluzioni “preconfezionate” ma che sviluppa strategie basate sulle realtà aziendali e sugli obiettivi da raggiungere. Ma collabora con SAP da 35 anni, con oltre “700 professionisti certificati” che hanno implementato soluzioni SAP su tutta la catena del valore per molte imprese. Ha quindi modo di vedere direttamente lo stato dell’arte del digitale e dell’AI nel nostro Paese: un osservatorio molto interessante.

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Il digitale (e l’AI) in Italia

Le aziende italiane accompagnate nella trasformazione digitale da Lutech stanno “rispondendo bene”, soprattutto quando si parla delle tecnologie abilitanti per l’AI — prima fra tutte il cloud. “Il vecchio paradigma del data center di proprietà non sta più in piedi” e quindi “le soluzioni cloud hanno sempre più successo”. Ma quando si parla di “tutti quegli automatismi che potrebbero rientrare sotto il cappello di intelligenza artificiale”, Roseo ci spiega di aver notato “una ricerca di concretezza. Alla fine, [l’AI] deve creare valore, un ritorno”.

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Molti clienti, anche allo stand durante SAP Now 2024, chiedevano al team di Lutech come applicare praticamente l’AI. La risposta, spesso, prevede la necessità di “mettere a posto alcune basi prima di fare il passo dell’AI. Meglio partire da un’analisi dei processi, metterli in ordine” e poi da lì implementare l’AI in maniera oculata. “Lutech sta investendo molto nelle competenze specifiche in alcuni verticali, dal manufacturing al public sector, perché è fondamentale conoscere bene il mercato e le dinamiche di business del cliente“.

Le grandi aziende tech portano novità “generaliste” che poi vanno tradotte sulle esigenze delle singole imprese. In altre parole, non bisogna partire dalla volontà di investire nell’AI e poi decidere cosa farci — al contrario, bisogna rivedere i processi e trovare la tecnologia vincente per ottimizzarli.

Intervista Lutech a SAP Now 2024: diversi gradi di maturità

Quando si siedono al tavolo con le aziende per strutturare una roadmap per la trasformazione digitale, gli esperti di Lutech trovano realtà molto diverse fra loro. “Troviamo dei gradi di maturità diversi“. Qualcuno ha ancora bisogno di costruirsi solide fondamenta prima di poter portare a terra con successo dei progetti AI. Ma non mancano “realtà molto belle, spesso azienda italiane multinazionali che hanno investito molto nel corso degli ultimi dieci anni e hanno una buonissima struttura dati e base dati“.

Con queste aziende si può puntare forte sull’AI, che spinge ritorni sull’investimento interessanti. Ma quando manca una base dati solida, implementare l’AI “dall’alto” rischia di “dare risultati poco soddisfacenti” quando non addirittura provocare l’effetto contrario: provo l’AI, non mi porta valore e quindi smetto di investire in innovazione”.

La differenza, ci spiega il team di Lutech, spesso lo fa il grado di internazionalità di un’azienda. “Chi si confronta nei mercati internazionali vede il forte valore competitivo dell’innovazione digitale” spiega Roseo. Che sia la robotica, oggi l’AI: la realtà è che serve reattività” e la trasformazione digitale permette di rispondere al mercato in maniera molto più dinamica.

Il nuovo paradigma del digital partner

Le aziende, per poter aggiungere davvero valore tramite l’AI, hanno bisogno di un “digital partner”, paradigma nuovo che sostituisce quello tradizionale di system integrator. “Lavoriamo in una logica di disegno congiunto con le aziende, stando a stretto contatto con il cliente per costruire un progetto insieme“. Questo approccio richiede una comprensione profonda non solo della tecnologia, ma anche dei modelli di business specifici dei clienti.

Prima di poter parlare di AI, quindi, bisogna costruire un percorso: “l‘approccio corretto dovrebbe essere quello di disegnare insieme una roadmap“, ci spiega il team di Lutech, ma senza guardare solamente all’obiettivo finale. Bisogna definire obiettivi a breve e lungo termine, con un focus sui quick wins per dimostrare il valore dell’investimento in tempi rapidi. “Se fai una roadmap e il risultato lo vedi solo alla fine, magari fra due o tre anni, diventa difficile farlo digerire a chi investe. Quindi, bisogna avere una visione ambiziosa ma anche momenti concreti di successo”.

Lutech intervista digital partner

Ognuno, con i propri ritmi. “La trasformazione digitale può essere l’intelligenza artificiale, ma in alcuni casi può anche essere semplicemente la sostituzione di un foglio Excel. L’importante è affiancare il cliente nella sua evoluzione e poi anche nella gestione dell’innovazione” ci spiega Roseo. Che sottolinea come Lutech aiuti anche per la gestione delle applicazioni, dell’infrastruttura e per la sicurezza.

Intervista ad Alberto Roseo di Lutech: catalizzare l’innovazione

“Una volta il cliente si concentrata sulla tecnologia tanto quanto sul business. Aveva datacenter frammentati, doveva gestire la security su duemila apparati. Ma la competizione sta trasformando il mercato. Ora i clienti sanno di doversi concentrare sul proprio business e avere dei parter dedicati alla tecnologia” ci spiega Roseo. Partner che “gli aiutino a dimenticarsi della gestione. Ma anche che gli indichino come la tecnologia possa renderli più competitivi”.

In un periodo storico in cui ci sono la necessità e l’opportunità di innovare, le aziende non possono perdere tempo. Ma non possono nemmeno tenere traccia di tutte le novità tecnologiche, occuparsi di security e compliance — quello richiede un lavoro a tempo piano. E in questa dimensione che si inseriscono partner digitali come Lutech.

Se l’AI sta facendo da catalizzatore di cambiamento, incentivando le aziende a investire in innovazione, trovare il giusto partner può semplificare il processo e indirizzarlo nella giusta direzione per migliorare il business. Se siete curiosi, trovate più informazioni su Lutech a questo indirizzo. Qui, invece, le ultime novità dall’evento SAP Now 2024.

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Autore

  • Stefano Regazzi

    Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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